Intervista a Debora Spatola, autrice di Avvento

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Ciao atutti! Oggi volevo portare a voi lettori un qualcosa di nuovo, che non si vedetroppo spesso qui su bookstagram e di creare una rubrica a cui mi dedicherei ladomenica. Ho deciso quindi di chiedere ad alcuni autori emergenti, di cui holetto il libro o i libri, se fossero disponibili a farsi fare qualche domandasia riguardo la loro vita da lettori/scrittori sia sul libro in questione.Prima tra tutti, ha accettato questa mia proposta Debora Spatola, autrice diAvvento, libro di cui vi ho parlato recentemente e di cui potete trovare larecensione cercando un po’ nel blog. Procedendo nella lettura troverete quindi:una piccola biografia dell’autrice, le domande che le ho posto io e un piccolospazio in cui parla lei stessa ai lettori o espone domande che le vengono fattefrequentemente. Beh che aspettiamo ancora? Iniziamo!

Biografia
Debora Spatola nasce a Palermo nel calore del sud ma in una famiglia “complicata”. Studi artistici mai terminati e una insoddisfazione di fondo la spingono a lasciare la terra natia con uno zaino in spalla per girovagare l’Italia in cerca del suo posto. Lo trova nelle Marche dove si innamora di una routine serena, senza colpi di scena, e dove si prende cura delle creature meravigliose che ha messo attorno a sé: due bambini, due gatti, due Playstation, un marito che sa badare alle sue esuberanze e tre Pastori Scozzesi che la portano a passeggio ogni giorno. Nonostante una realtà così impegnata trova sempre il tempo per le care vecchie fantasticherie che, col tempo, sono diventate storie, manoscritti e romanzi. Ben dieci, nel suo cassetto.

Intervista

Poiché la cosa chesicuramente vi interessano sono le risposte dell’autrice e ho già parlato moltonell’introduzione, vi posto subito le domande!

– Cosa ti ha ispirato Avvento?

In realtà non c’èstato un momento in cui ho pensato “oh sì, parlerò di Nephilim e di unanticristo che vuole venire al mondo!”. Avvento non è stato ispirato. È nato ebasta. Quando ho cominciato a scrivere le prime pagine, quelle in cui Lua vieneportata via da quella che credeva la sua famiglia, non avevo idea di cosasarebbe successo. Né sapevo chi erano i tizi che l’hanno salvata. La storia siè formata man mano, e mentre la scrivevo ne venivo a conoscenza io stessa. Miprenderai per matta, ma chiamo questa cosa “la magia degli scrittori”. Certobisogna anche dire che vengo da una famiglia molto credente, e che i tempi diTwilight e del l’Urban Fantasy bello, mi hanno influenzata moltissimo.

– Quanto c’è di te in questo libro?

Dico sempre che perconoscere una persona basta leggere quello che scrive. C’è tutta me stessa, inquesto libro. Almeno, molte delle mie sfaccettature. C’è la mia parte migliore.Ho anche parti molto brutte ma per fortuna non ci sono finite dentro 🙂

– Quale personaggio ti assomiglia di più e quale, invece, è il tuo preferito?

Di solito, chi mi faquesta domanda si aspetta che io risponda “Lua”. Perché è la protagonistafemminile e perché la storia è narrata da lei. E invece no. Io sono iGuardiani. Tutti loro, non uno in particolare. I Guardiani come un corpo unico,come una sacra Unione. Puoi capire quello che dico perché lo hai letto e saiche loro si equilibrano a vicenda. Ho un debole per ciascuno di loro e ungrande amore per Loeran. Ma qualcosa di particolare lo provo per Lincoln, perla sua debolezza così saldamente legata al dono della saggezza. Se ci pensisono due cose bellissime assieme. E ho un legame forte con Allan Sesto. Per ilsuo essere stato “maltrattato” dal Sommo Bene e ostinarsi a fare la cosa giustanonostante tutto quello che lo circondi sia male.

Per quanto riguardaLua, quando qualcuno mi dice che è debole, che il suo carattere non si imponesulla storia, rispondo che Lua è semplicemente “chiunque”. Una di noi. Lastoria l’hanno fatta i Guardiani.

– C’è qualche autore o libro a cui ti sei ispirata scrivendo “Avvento”?

La sacra Bibbia :

– Per seguire i propri sogni capita, a volte, di dover rinunciare a qualcosa. È stato così anche per te? Puoi dirci qualcosa di più?

Questa domanda èdolorosa. Perseguo questo sogno da 15 anni e non è mai stato facile.  Nonc’è stata una sola volta in cui io mi sia seduta a scrivere con l’approvazionedi chi ho attorno. Non scenderò nei particolari ma sì, rinuncio a qualcosatutte le volte che scelgo di crederci ancora. Perché è dura e senzasoddisfazioni se non quelle date da chi legge il libro e ti dice col cuore“brava”. Ecco, io credo di scrivere perché ho carenze di “brava”, e inventarestorie è la cosa che nella vita mi riesce meglio. Pensa che disastro tutto ilresto 🙂

– Cosa fai quando non scrivi?

Quando non scrivo, inrealtà, scrivo! Quello dello scrittore è un lavoro particolare. Lo spiegabenissimo Joseph Conrad in una delle sue più belle frasi “qualcuno spieghi amia moglie che anche quando guardo fuori dalla finestra, sto lavorando”. Quindiio vivo così: bado alla mia famiglia, invento storie. Sto con i miei figli,invento storie. Gioco con i cani, invento storie. Guardo un film, inventostorie. È tutto un mescolarsi di realtà e fantasia in momenti che diventanotristemente meravigliosi e allegramente infelici.

– Qual è il tuo autore preferito?

Ti sembrerà strano mainvece di citare Cassandra Clare o la Bardugo, sto per dire Chuck Palahniuk eCharles Bukowski. Sono diretti, cinici e sboccati.

– Qual è il tuo libro preferito o un libro che rileggeresti volentieri e perché?

Un libro che mi hadevastata completamente e che ha stravolto la mia visione personale dell’amoreè “Proibito” di Tabitha Suzuma. Un romanzo che non ha avuto in Italia ilsuccesso che merita. Forse è l’unico libro che rileggerei.

Recentemente hai annunciato nelle storie di Instagram che hai firmato un contratto con una casa editrice importante, puoi dirci qualcosa di più a riguardo? A questo punto non ti chiedo se stai lavorando a qualcosa di nuovo perché pare proprio di sì ahah!

Sì, bolle in pentolaqualcosa. Ma non posso dire nulla, ancora. È qualcosa che forse mi farà usciredalla condizione di emergente, e capirai che sollievo! 

In ogni caso ci tengoa dire che il mio lavoro migliore resterà sempre Avvento. È successo qualcosa,durante la stesura di quel romanzo, qualcosa che non è più successo con altri.Per questo non riesco a essere pienamente felice per un mercato in cui romanzi “carini”con marchi importanti avranno gloria e fama (neanche se sta per succedere ame!), e romanzi belli (non voglio essere presuntuosa, chiedo scusa)spalleggiati dalla piccola editoria indipendente, rimangono nell’ombra. Illettore segue troppo spesso il mercato e la moda. Come un consumatorequalsiasi, ed è una cosa triste.

Spazio all’autrice

Qualche anno fa qualcuno mi ha chiesto com’è essere un autore emergente. “Bello!” Risposi tutta entusiasmata. No. È una vera schifezza. E dire che io ho anche una bella casa editrice alle spalle. Sono bravi, all’antica. La Nero Press non prende contributi per la pubblicazione né ti obbliga ad acquistare copie. Ti promuove il libro, crede in te e tutto quanto, ma resta il fatto che una piccola casa editrice fa quel che può. E l’autore pure, fa quel che può. Poi mettici che in Italia una persona su due ha scritto una roba. Il risultato è che la metà del popolo del libro è un emergente e l’altra metà è un blogger esaurito dalle richieste assurde e maleducate. Finisce che si fa di tutta l’erba un fascio e spesso vengo trattata in maniera poco carina anche se mi sono proposta educatamente. Quindi desidero correggere quella risposta. Essere emergenti è brutto.

Ti ringrazio perl’intervista. Davvero 🙂

Grazie a te Debora, davvero, per aver accettato di farti intervistare.

E niente raga, io la adoro. È fantastica e ho amato farle queste domande e leggere le sue risposte. Non vedo l’ora di scoprire a cosa sta lavorando e se non lo avete ancora fatto, correte a leggere Avvento! Lo potete trovare qui.

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