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Quello che non ho scritto di Daniele Marzo – Recensione

Quando ho iniziato questo libro mi aspettavo risvolti e finale molto diversi. Devo dire, mi ha spiazzata non poco.

Trama

“Mi chiamo William James Burton e da circa due anni sento il desiderio di trasformare il mio silenzio in un libro”. Quando Will prende in mano la penna e inizia a scrivere, pensa che è esattamente quello che gli serve per sfuggire alle giornate vuote che si susseguono una dopo l’altra, senza stimoli, senza emozioni, senza parole. È stanco, ma sente che è ora di cambiare qualcosa; non può più andare avanti così. È arrivato a un punto fermo, e adesso tocca a lui decidere se voltare pagina o continuare a rileggere quella squallida realtà che spaccia per vita. La storia d’amore che sta scrivendo sembra interessante, poi, ad un certo punto, il black-out. Cosa non ha funzionato? Perché la storia sembra avere vita propria e va verso un finale diverso da quello che ha immaginato? Forse è giunto il momento, per Will, di confrontarsi con quei mostri che ha sempre sperato di non incontrare… per lui il passato e il futuro sono congelati, esiste solo il presente, ed è proprio il presente che deve cercare di capire, pagina dopo pagina insieme ai lettori, per conoscere fino in fondo lo sconvolgente finale che si cela in fondo alla storia che non riesce a terminare.

Editore: Gruppo Albatros il Filo

Data di Pubblicazione: 22 Novembre 2018

Pagine: 113

Prezzo: 12€

Quando dico che questo libro mi ha spiazzata è perché mi aspettavo un genere diverso di risvolti e, devo ammettere, che mi ha spiazzata in negativo.

Guardiamo tutto nel dettaglio. La storia all’inizio sembra poco delineata per poi avere una chiara spiegazione a tutto nelle ultime pagine (cosa che mi è piaciuta); il narratore è esterno e onnisciente. Ci sono tuttavia alcuni strafalcioni ed errori che non seguono tanto il filo logico della frase/avvenimento. Tutto è trattato in modo abbastanza frettoloso e superficiale quando alcune scene sarebbero potute essere molto interessanti davvero. Questo mi dispiace soprattutto perché questo libro si trova a trattare traumi molto importanti e mi sarebbe piaciuto leggerne e saperne di più. Le descrizioni sono molto semplici e abbastanza scarne. Come ambientazione abbiamo principalmente Londra ma, non essendo un fantasy è quasi inutile dar voce a questo dettaglio. I personaggi sono poco chiari. Il protagonista si potrebbe dire l’unico vero personaggio anche se anch’esso è stato trattato in modo abbastanza superficiale; dei personaggi secondari sappiamo il nome e 1-2 avvenimenti relativi al presente.

In fine, sinceramente non ho molto da dire su questo libro. La storia per quanto possa avere un’idea di base carina non è stata lavorata bene, facendole perdere un sacco di punti. È comunque una storia breve e non c’è molto da analizzare. Mi dispiace anche terminare già la mia recensione ma, in fin dei conti, le cose da dire sono quelle. Ho elencato quelle che per me sono le qualità e i difetti di questo libro. Voglio concludere perciò dando 2 stelline a questo libro più che altro per l’originalità dietro l’idea.

Credo che, lavorando un po’ su diverse cose Daniele possa diventare davvero un bravo autore perché l’inventiva non manca tuttavia, mi dispiace dirlo, questo libro non mi ha conquistata e spero che la mia idea sia chiara e non offensiva.

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