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#Catillbooksintervista Giovanni Cacioppo

Oggi vi presento Giovanni, autore di Crystallum. Come si sa il fantasy italiano viene spesso denigrato e “messo sotto” rispetto ai titoli di autori stranieri. Leggendo Crystallum mi sono convinta che mai idea poteva essere più sbagliata. Ci sono autori più bravi di altri, questo ovunque  e l’Italia non ha nulla da invidiare all’Estero in fatto di scrittori. Questo ne è un esempio e, trattandosi di un autore emergente, non posso essere più felice di dargli la giusta visibilità.

L’intervista è composta di tre parti: la biografia dell’autore, le mie domande e uno spazio libero in cui l’autore stesso può esprimere i suoi pensieri nel modo che preferisce.

Bio

 

Giovanni Cacioppo trentaquattrenne siciliano con la passione per il buon cibo e le grandi avventure, procastinatore semiprofessionista. Pubblica la prima versione di Crystallum Sogni Perduti su Wattpad, una piattaforma online, dove ottiene oltre un milione di letture.

Approda su Amazon nella speranza di far tacere le voci nella sua testa. “Continua…” dicono e lui pensa siano parole d’incitamento da qualche strana entità. In realtà sono i suoi personaggi che gli piombano in sogno e lo tormentano perché anche loro hanno capito ben poco e vogliono sapere come andrà a finire.

Domande

 

-Cosa ti ha ispirato “Crystallum Sogni Perduti?”

Devo andare indietro di molti anni, più o meno 2011, 2012. Quando, durante un lungo viaggio di lavoro in auto, da solo, avevo finito di ascoltare per l’ennesima volta, la stessa playlist di quattordici canzoni. L’embrione della storia mi è quasi balenato agli occhi nello stesso istante. Un viaggio estivo, tre ragazzi e due ragazze, un mondo low fantasy, almeno all’inizio. Ma era tutto estremamente schematico, una tabella di marcia sintetica e costruita solo di fatti, senza intreccio, né spessore.

 

-Quanto c’è di te in questo libro?

Ogni pietra, ogni dettaglio, ogni confronto, è sempre una versione della realtà che è stata osservata e filtrata dalla mia percezione. Quel personaggio particolare può anche essere l’iperbole di una persona che realmente conosco. Ma parlando di me, in quanto a scelte, credo nulla e forse è meglio così. Ho cercato di staccarmi il più possibile dalle decisioni dei personaggi, e quando è fatto con consapevolezza ho preferito che fosse il background dello stesso a indirizzarlo. La moralità dietro ogni azione fatta durante il corso della storia appartiene solo ed esclusivamente a ognuno dei personaggi preso in causa.

 

-Quale personaggio ti assomiglia di più e quale, invece, è il tuo preferito?

Vorrei poter dire Camiel, il viandante misterioso, o Xanter, il campione di un’intera nazione, ma alla fine credo che io non abbia nemmeno un’unghia di entrambi. Sono troppo pigro.

Il mio preferito, invece, è Hyon: un personaggio che si incrocia a metà della storia di Sogni Perduti, davvero fuori dagli schemi ed è quello che mi diverto di più a scrivere.

 

-C’è qualche autore o libro a cui ti sei ispirato scrivendo “Crystallum”?

Ho letto molto fantasy durante la mia vita, più che ispirazione penso si debba parlare di influenze. E in Sogni Perduti c’è molto della letteratura di genere e del panorama videoludico a cavallo degli anni novanta e duemila. L’ambientazione così eterogenea di questa saga vuole essere anche un omaggio a quei prodotti d’intrattenimento che mi hanno accompagnato in quel periodo e anche adesso.

 

-Per seguire i propri sogni capita, a volte, di dover rinunciare a qualcosa. È stato così anche per te? Puoi dirci qualcosa di più?

La scrittura, così come la interpreto io, è un qualcosa che ti assorbe ogni secondo che non sia dedicato al lavoro o alla famiglia, non è solo mettere quattro frasi in riga, ma ci sono le revisioni, la fase di promozione, il contatto con i lettori… diventa tutto una grande catena di montaggio e non puoi perdere alcun particolare. Se proprio dobbiamo parlare di rinuncia, la cosa che manca è il tempo e devo cercare di far quadrare il tutto. Ho sempre qualcosa da fare che riguarda la saga di Crystallum, ma di rimpianti non ne ho.

 

-Cosa fai quando non scrivi?

Se non si scrive, si legge. Non sono un vero e proprio divoratore compulsivo di libri, ma cerco di tenere sempre qualcosa accanto al letto per accompagnare il sonno. Poi, nelle rare occasioni in cui una congiuntura astrale lo permette, si gioca ai videogiochi.

 

-Qual è il tuo autore preferito?

Parliamo di quelli in vita, perché Tolkien e Lewis stanno lì, nell’olimpo. Se devo stilare una classifica, personalmente, in cima alla piramide c’è Stephen King che ha un ritmo di produzione incredibile.

Su un gradino leggermente più in basso, tra le mie preferenze, è occupato da Gaiman, Pullmann e Brandon Sanderson.

 

-Qual è il tuo libro preferito o un libro che rileggeresti volentieri e perché?

L’isola del tesoro, sono troppo legato a quel romanzo. È stato uno dei primi ricordi, e si respirava l’avventura pagina dopo pagina. Sarà proprio per un discorso affettivo, ma nient’altro mi ha dato le stesse sensazioni.

 

-So che a breve uscirà il secondo libro della saga e che s’intitolerà “La Danza dei Quattro”, si può sapere qualcosa di più sulla storia?

La Danza dei Quattro è una grande incognita per tutti, soprattutto per i personaggi. Se il suo predecessore è un grande prologo alla saga di Crystallum, questo romanzo può essere interpretato come l’inizio vero e proprio. Cora e gli altri hanno avuto modo di digerire gli eventi del Dremis e hanno avuto ben quattro anni a disposizione per crearsi gli strumenti al fine di affrontare ciò che aspetta loro. C’è chi ha dimenticato, c’è chi ha fatto leva sui sentimenti per andare avanti.

Nulla è come ti aspetti. Dai Sogni Perduti o abbandonati per colpa di qualcun altro, qui si passa all’azione, al destino come un sacco di mattoni con cui costruirsi il proprio futuro. Ci sono nuovi personaggi, alcuni davvero sopra le righe, con cui interagire. I ragazzi di Lud non sono più da soli e devono far fronte alla diversità dei nuovi incontri. Sono cresciuti con tutto ciò che questo comporta.

Il mio obiettivo, e spero di averlo raggiunto, è quello di dare al lettore una nuova prospettiva su cui investire la propria empatia. Da La Danza dei Quattro in poi siamo su un treno in corsa e senza fermate.

 

-Stai lavorando anche a qualcosa di diverso o hai altre storie in mente al momento?

Purtroppo, a differenza di altri scrittori, non riesco a discernere il lavoro principale dalle idee che mi vengono in mente. Sì, ho una bella cartella sul pc con una decina di incipit per nuove storie, ma credo che la sfrutterò successivamente. Crystallum è troppo ingombrante al momento.

 

-Come mai il self-publishing?

Qui potremmo discutere ore e ore, le motivazioni sono molte e ognuna è figlia di un’attenta analisi. Ho avuto richieste di pubblicazione per Crystallum? Sì, molte.

Da parte di grandi case editrici? No, ma lì ci sono andato vicino e non nego che mi sarebbe piaciuto.

Allora perché ho scelto il self-publishing invece di aspettare?

Avevo il romanzo su Wattpad (per chi non lo conosce è una piattaforma di condivisione e lettura gratuita, molto seguita dai ragazzi) e avevo appena raggiunto il milione di visualizzazioni. Le letture crescevano e ho attirato numerose persone. Ho avuto la fortuna di trovare un editor capace, molto più di quanto mi aspettassi e dopo numerosi colloqui (e battibecchi) abbiamo deciso di collaborare per un’autopubblicazione. Fortunatamente e ringrazio davvero per la spinta, la pubblicazione di Crystallum Sogni Perduti ha superato le mie più rosee aspettative. Ai lettori esterni è piaciuto almeno quanto a quelli di Wattpad e tutto è filato liscio. Capisci di aver fatto centro quando chi ha terminato il romanzo ti manda disegni, ti cerca sui social e ne vuole sempre di più. Adesso non mi resta che incrociare le dita e vedere se riesco a bissare con la Danza dei Quattro.

 

Spazio all’autore

Ti ringrazio per l’intervista, hai dato un senso alla mia domenica senza mare, nel pieno della fase di impaginazione dell’ultimo romanzo (solitamente vago per casa, mi siedo cinque minuti al computer, mi alzo, apro il frigo, faccio il giro delle stanze e ritorno a lavorare per altri cinque minuti.)

Ti auguro un grande in bocca al lupo per il tuo lavoro.

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