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Blog Tour con Recensione: Marea Tossica, Chen Qiufan

Da buona amante della distopia non potevo perdermi Marea Tossica, anche perché questo è l’anno delle sperimentazioni e sto cercando di avvicinarmi anche al genere sci-fi! Ringrazio perciò Ylenia di Cronache di lettrici accanite per aver organizzato l’evento e alla Mondadori per aver organizzato l’evento!

Trama

La giovane Mimi vive letteralmente sommersa dall’immondizia del mondo: è una delle “ragazze dei rifiuti” che lavora tra gli imponenti cumuli di spazzatura elettronica di Silicon Isle, dove i frutti marci del capitalismo e della civiltà del consumo giungono alla loro rapida fine. La sua casa è l’immensa discarica che occupa l’isola, al largo della costa cinese meridionale. Come migliaia di altri migranti, è stata attirata lì dalla promessa di un lavoro sicuro e soprattutto di una vita migliore. La realtà però è ben diversa: Silicon Isle è un luogo tossico per il corpo e l’anima, dove l’aria, l’acqua e la terra sono irrimediabilmente inquinate, i lavoratori sottoposti all’arbitrio dei potenti mentre gang di malviventi lottano per il controllo del territorio, ecoterroristi minacciano attentati e capitalisti senza particolari scrupoli sono disposti a tutto in nome del profitto. E c’è anche qualcuno che tra i veleni di Silicon Isle cerca le proprie radici. Ora la tempesta perfetta si sta preparando, le forze in campo sono troppo violente, troppo determinate a imporsi, e presto scoppia il conflitto: una guerra tra ricchi e poveri, tra passato e futuro. E quando la situazione esplode, Mimi deve decidere se rimanere una pedina o cambiare le regole del gioco.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 10 Marzo 2020

Pagine: 384

Prezzo: 18,00€

La storia all’inizio è un po’ confusionaria e non è ben chiaro dove vuole andare a parare ma poi, nel giro di poche pagine, iniziano le vicende a Silicon Isle e subito si prende un buon ritmo e la lettura procede veloce. Se non fosse per i tecnicismi relativi agli elementi di fantascienza, questo libro si leggerebbe in pochissimo tempo perché cattura da subito l’attenzione del lettore ed è veramente difficile staccarsi dalle pagine. È una storia che parla tanto della corruzione della terra a causa sei “progressi” tecnologici e allo smaltimento degli stessi, tanto della corruzione umana che questa si raggiunge attraverso il mezzo chiamato potere o quello delle droghe poco importa. È una storia complessa che attraversa diverse tematiche e che riesce a unirle tutte senza mai cadere nell’assurdo, senza creare confusione e senza far sembrare il tutto un “vabbè, dai, aggiungiamo anche questo”. Assolutamente. Il tutto è estremamente omogeneo e sensato e ci sono anche alcuni colpi di scena davvero interessanti. Leggendo il libro, soprattutto alla fine, mi è venuto in mente un film visto parecchi anni fa al cinema: chi di voi ricorda Lucy, interpretato da Scarlett Johansson? Volendo fare un paragone potrei dire che Lucy è un qualcosa come l’unghia del piede di Marea Tossica; una minuscola particella di quello che invece è questo meraviglioso libro. Le descrizioni sono deliziose, ricche di contenuti fanno intendere perfettamente ambienti e idee dei personaggi. Rendono quello che è il mondo di Silicon Isle reale come una fotografia o un film davanti ai miei occhi. Per quanto riguarda l’ambientazione, ci troviamo su un’isola artificiale vicino le coste cinesi. Il lavoro principale che si svolge in questo luogo, oltre quelli “standard” di ogni città o paesino, è quello di dividere per facilitarne la riciclaggio le diverse componenti di rifiuti elettronici in modo da ricavarne, o da poterne recuperare, i materiali più rari in modo da rivenderli sul mercato. È un ambientazione distopica ma reale; distopica perchè ancora non siamo arrivati a quel livello di evoluzione tecnologica ma reale perchè questo problema di riciclaggio di componenti elettroniche e relativo inquinamento è quanto mai vicino. Per quanto riguarda i personaggi, essendo un libro di un’autrice cinese (quindi stile di scrittura e caratterizzazione diversi a quelli a cui siamo abituati) sono comunque molto enigmatici e con gesti e modi di pensare tipici della cultura asiatica. Trovo, infatti, che il personaggio scritto “peggio” sia proprio Scott Brandler, un americano che si trova a Silicon Island per creare un nuovo parco industriale o almeno è quello che lascia intendere. In ogni caso mi è piaciuto molto come sono stati caratterizzati e, devo dire, non c’è n’è uno che preferisco. Mi sono affezionata, ovviamente, ai protagonisti ma anche gli altri personaggi sia buoni che cattivi e sono rimasta molto incuriosita!

Nel totale, Marea Tossica è un libro che ho amato in ogni modo possibile. È una lettura che si discosta molto da ciò che leggo di solito, soprattutto per i temi ambientalisti, ma mi ha totalmente rapita. Mi sento vivamente di consigliarlo anche a chi non è amante del genere e il mio voto assoluto è di 5 stelline piene. Ma, hey, non andatevene! Adesso parleremo di un tema importante di questo romanzo: le gang. Ma prima una citazione che ho amato particolarmente:

Una deflagrazione nucleare rallentata di un milione di volte; un sottoprodotto di miliardi d’anni di convergenza evolutiva; la tua seconda personalità e assicurazione sulla vita; il libero arbitrio che emerge dalla decoerenza quantistica; io sono accidentale, sono inevitabile. Sono un nuovo errore. Sono la padrona e la schiava, la cacciatrice e la preda. Io sono solo un inizio.

Le gang nel romanzo

Come abbiamo visto ci troviamo in Cina e a Silicon Isle c’è ancora la divisione in clan per il territorio. Qui abbiamo tre clan che gestiscono il riciclaggio delle merci elettroniche acquistando per appalti i carichi delle navi mercantili da poi dover smaltire, rilavorare e rivendere. I clan che troviamo sono: il clan Chen di cui fa parte Kaizong, uno dei protagonisti; il clan Lin, il cui boss svolge anche un ruolo importante nel governo trovandosi quindi a dover partecipare a diverse dispute ma anche a ricoprire il ruolo di mediatore; il clan Luo, il più potente all’inizio del romanzo. Ogni clan ha la propria zona con la propria struttura di riciclaggio e la propria gente dei rifiuti. I capi dei suddetti clan vengono chiamati boss quindi il tutto ha comunque un’impronta mafiosa e non mancano assolutamente minacce e violenza. Ovviamente agiscono tramite scagnozzi, scagnozzi che prima trattano come figli e che poi danno in pasto ai cani come se nulla fosse. Inizialmente il principale ostacolo della TerraGreen Recycling era proprio la presenza di questi clan perché nessuno voleva cedere la propria fetta di territorio né la propria fetta di guadagni; man mano che procede la storia però tutti tramano contro tutti facendo patti segreti in modo da avere il proprio guadagno. Al centro delle vicende vediamo comunque principalmente il clan Luo poiché Mimi era una ragazza dei rifiuti appartenente al loro clan, tuttavia in seguito a delle problematiche e all’infatuazione del giovane Kaizong la vediamo passare un po’ di tempo nei torri del clan Chen dove sarà al sicuro dalle mani degli scagnozzi dei Luo. Ci saranno poi avvenimenti che la porteranno a rientrare nel territorio Luo e da lì l’inizio della fine.

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