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La Memoria di Babel, Christelle Dabos – Recensione

Finalmente ho finito di pubblicare le recensioni arretrate e mi dedico, finalmente alle recensioni delle letture recenti. La settimana scorsa ho terminato la lettura di La Memoria di Babel, terzo libro della saga dell’Attraversaspecchi che è presto diventata una delle mie preferite di sempre.

Trama

Dopo due anni e sette mesi passati a mordere il freno su Anima, la sua arca, per Ofelia è finalmente arrivato il momento di agire, sfruttare quanto ha scoperto nel Libro di Faruk e saputo dai frammenti di informazioni divulgate da Dio. Con una falsa identità si reca su Babel, arca cosmopolita e gioiello di modernità. Basterà il suo talento di lettrice a sventare le trappole di avversari sempre più temibili? Ha ancora una minima possibilità di ritrovare le tracce di Thorn?

Editore: Edizioni e/o

Data di Pubblicazione: 9 Ottobre 2019

Pagine: 496

Prezzo: 16,00€

Essendo ormai al terzo libro già sappiamo cosa penso di storia e descrizioni. Parliamo, quindi dell’ambientazione poiché ci siamo spostati dal Polo e ci troviamo adesso a Babel, quella che è ritenuta la “prima” arca, quella dove ci sono più elementi del vecchio mondo e quella più cosmopolita. Vediamo poco di questa Arca perché i movimenti di Ofelia si limitano a la Buona Famiglia e il Memoriale. Abbiamo, però, modo di vedere uno spaccato della società di Babel. Una società in cui essere sempre onesti e dei cittadini che servono la città è alla base di tutto. Vediamo, ovviamente, le disparità che ci sono tra i figli di Polluce (uno dei due spiriti di Famiglia di questa arca) e i figliocci di Helena (l’altro spirito di Famiglia) che sarebbero i senza-poteri oppure persone provenienti da altre arche e quindi con poteri diversi. I senza-poteri di questa arca vivono quasi come dei reietti poiché non hanno nulla che possa “servire alla società” a meno che non siano grandi scienziati e quindi c’è un’aperta ostilità da parte loro nei confronti di quelli che sono i figli di Polluce. Questa ostilità è data anche dal fatto che esiste un vestiario apposito in base al ruolo che si svolge all’interno della società; una divisione quindi netta poiché in base all’abbigliamento si sa chi è figlio di chi, che tipo di poteri ha e via dicendo, si ha quindi una vera e propria ghettizzazione nei confronti dei senza-poteri. I personaggi che conosciamo sono parecchi, ognuno con i propri punti di forza e di interesse e in questo la Dabos non ci delude mai. Vediamo dei risvolti interessanti nel rapporto tra Ofelia e Thorn e conosciamo sia nuove “spie” di Dio, sia persone che vogliono superarlo. La parte che ho adorato di più della storia, sono i capitoli in cui il POV principale è quello di Vittoria. La figlia di Berenilde e dello spirito di Famiglia Faruk. In quanto figlia di uno spirito di Famiglia la bambina ha dei poteri particolari ed è grazie a questi che scopriamo cose molto interessanti tra quelli che sono i movimenti e le decisioni di Dio. Durante tutta la storia scopriamo cose interessantissime sul suo conto, anche attraverso le ricerche e le letture di Ofelia e siamo sempre più vicini al termine, al ritrovamento dell’Altro e io semplicemente non vedo l’ora! Non riesco ad aspettare Giugno per sapere come si concluderà il tutto e, soprattutto, già so che ne uscirò distrutta perché già adesso al solo pensiero mi si crea un groppo in gola a pensare di lasciare questi personaggi che ho imparato ad amare così tanto e che mi mancheranno sicuramente.

Anche se meraviglioso come i precedenti in questo libro l’ambientazione è un po’ più circoscritta e gli avvenimenti leggermente di meno per cui do 4.5 stelline rispetto alle 5 del precedente.

Voi avete iniziato questa tetralogia? Che ne pensate?

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