Ciao lettori! L’altro giorno vi ho parlato di alcuni elementi importanti di questo romanzo, oggi vi porto finalmente la recensione! Prima di iniziare voglio ringraziare ancora una volta Ylenia di Cronache di lettrici accanite per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia.
Trama
“Non pregare mai gli dèi che sono in ascolto dopo il tramonto.”
E se potessi vivere per sempre, ma della tua vita non rimanesse traccia perché nessuna delle persone che incontri può ricordarsi di te?
Nel 1714, Adeline LaRue incontra uno sconosciuto e commette un terribile errore: sceglie l’immortalità senza rendersi conto che si sta condannando alla solitudine eterna.
Tre secoli di storia, di storie, di amore, di arte, di guerra, di dolore, della solennità dei grandi momenti e della magia di quelli piccoli.
Tre secoli per scegliere, anno dopo anno, di tenersi stretta la propria anima.
Fino a quando, in una piccola libreria, Addie trova qualcuno che ricorda il suo nome.
Editore: Mondadori
Data di Pubblicazione: 24 Novembre 2020
Pagine: 492
Prezzo: 24,00€
La storia di Addie LaRue è una di quelle in cui è facile immedesimarsi. Tutti nella propria vita sentono, almeno una volta, quello che sentono Addie e Henry. Questo romanzo affronta tutti quei temi difficili che nessuno vuole affrontare, che tutti facciamo finta di non vedere, ma soprattutto quelli che nascondiamo: la voglia di essere amati, la paura di non essere abbastanza, la velocità con cui passa il tempo, il modo in cui lo vediamo sfuggirci e la paura di non concludere niente, di non lasciare il segno. Il segno non deve essere per forza qualcosa che rimanga nel tempo, non dobbiamo diventare delle rock star, lasciare il segno significa anche essere ricordati da qualcuno ed essere amati. È stato un romanzo difficilissimo da leggere, ha fatto male per quanto mi sono immedesimata in determinate situazioni, ma è stato soprattutto questo a rendere la lettura super bella. Ci fa capire di non dare nulla per scontato.
Le descrizioni sono molto accurate, lo stile delle Schwab è leggermente lento e prolisso, la narrazione in terza persona. Alcune persone hanno trovato questo romanzo lento e noioso a causa di questo stile di scrittura, per me non è stato così perché ritengo che mi abbia permesso di godermi meglio la lettura, di vivere meglio determinate emozioni. Una narrazione più spedita non avrebbe creato questo effetto emotivo in me o in chiunque altro abbia apprezzato questo romanzo perché avrebbe stravolto un sacco di momenti.
L’ambientazione è semplice e particolare allo stesso tempo. Ci troviamo in Francia e in America, facciamo numerosi salti nel passato e la vita procede normale come dovrebbe in ogni epoca se non fosse per il fantasma di Addie. Dico il fantasma di Addie perché praticamente è così che vive, senza lasciare la benché minima traccia al suo passaggio, essendo notata, ma svanendo subito dalla memoria di chiunque la osservi, di sfuggita o meno che sia. In questo romanzo oltre alle religioni che noi già conosciamo, esistono alcune dività più terrene che occasionalmente accontentano le richieste degli umani in cambio di doni. Ci sono gli dèi dei fiumi, della terra, degli alberi, delle ombre ecc… ed è in uno di questi che Addie incappa.
I personaggi sono più che mai reali. Li ho amati in ogni loro sfaccettatura, anche nelle più negative ed egoiste. Addie ed Henry sono due creature straordinarie, anche se ammetto di essere riuscita a immedesimarmi, per determinate esperienze di vita, più in Henry che in Addie. Quasi temo a parlar di loro per non creare spoiler, ritengo che la loro conoscenza debba essere assaporata parola dopo parola, pagina dopo pagina; così come quella di Luc, per cui mi fermo qui.
In fine, credo si sia capito benissimo che questo romanzo per me è super prezioso, personale e importante. Mi sento di consigliarlo vivamente anche se mi rendo conto che non sia adatto esattamente a tutti. Per me vale assolutamente 5 stelline.
