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Review Party: Il Gioco dell’Angelo, Carlos Ruiz Zafòn

Ciao lettori! Vista la recente pubblicazione in Draghi di questa meravigliosa tetralogia, questo mese ho ospitato insieme ai blog Io resto qui a leggere, In Punta di Carta e I libri: il mio presente, il mio passato e il mio futuro, il gruppo di lettura dedicato al secondo libro: Il Gioco dell’Angelo. Oggi sono qui infatti per parlarvene con una recensione, l’ultima dell’anno!

Trama

Nella tumultuosa Barcellona degli anni Venti il giovane David Martín cova un sogno: diventare uno scrittore. E quando riesce a pubblicare un racconto, il successo arriva. Ma da quel momento la sua vita comincerà a porgli strani interrogativi, a esporlo a imprevedibili azzardi, travolgenti passioni, crimini efferati e sentimenti assoluti…

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 24 Novembre 2020

Pagine: 480

Prezzo: 25,00€

Premetto che non è la prima volta che leggo questo romanzo, quando ancora andavo al lice (sono passati tipo mille anni) lessi i primi tre romanzi di questa tetralogia e l’ho amata. Tuttavia i miei ricordi in merito sono molto vaghi, lo erano soprattutto quelli relativi a questo volume, e quindi non potevo farmi sfuggire l’occasione per rileggerli in compagnia, e recuperare finalmente in quarto!

La storia di questo volume è, se possibile, ancora più oscura e macabra rispetto al primo. Ci troviamo diversi anni prima la nascita di Daniel e le vicende de l’Ombra del Vento, e anche il Cimitero dei Libri Dimenticati è meno al centro delle vicende. Le vicende di questo volume mi hanno presa leggermente meno rispetto all’Ombra del Vento, ma allo stesso tempo non riuscivo a staccarmi dalle pagine. Non ci sono dubbi: Zafon è un maestro di scrittura e narrazione. Questo romanzo rispetto al precedente ha un che di leggermente fantasy grazie alla presenza di un patto faustiano, ci sono alcune situazioni un po’ surreali e confuse, spesso David si trova a pensare di essere pazzo, a volte lo pensiamo noi, e noi come chiunque ha a che fare con lui iniziamo a sospettare di lui, a credere che lui sia la causa di determinati incidenti, e su alcuni specifici il dubbio rimane anche dopo la fine del romanzo.

Le descrizioni sono super accurate, come sempre con quest’autore. Niente viene lasciato al caso, ci sono momenti in cui sono leggermente prolisse, ma io credo che la bellezza di questi romanzi sia anche in questo.

I personaggi sono costruiti in una maniera meravigliosa. Sono uno più particolare e interessante dell’altro, ma anche tutti pazzi. Ci troviamo in un’epoca difficile, affrontiamo la realtà della corruzione in ogni ambito ed è difficile emergere o tirare avanti se non si nasce già avvantaggiati. Tutto questo ha reso il romanzo, non dico perfetto, ma eccezionale ed unico. David è il classico personaggio buono, ma che vuole fare il finto cattivo per allontanare le persone. Ha avuto una vita difficile, molto, ed ora ha solo paura di affezionarsi di nuovo a qualcuno e cadere nell’ennesima delusione. Spesso non si capisce perché fa quello che fa, ma allo stesso tempo ci viene difficile anche mettere in discussione le sue azioni perché, grazie anche alla narrazione in prima persona, non riusciamo a non immedesimarci in lui.

In fine, dopo questa rilettura posso solo dirmi ancora più triste di non aver mai potuto incontrare l’autore dal vivo ed essermi fatta autografare qualcosa. Assolutamente 4 stelline.

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