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Review Party: Greythorne, Chrystal Smith

Ciao lettori! Non vi avevo forse detto che questa settimana sarebbe stata piena? Ebbene eccomi qua con una nuova recensione! E, sì, parliamo nuovamente di una recentissima uscita in casa Mondadori! Prima di iniziare voglio ringraziare come sempre Ylenia di Cronache di lettrici accanite per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia digitale.

Trama

La vita della principessa Aurelia è di nuovo sconvolta quando il regno che pensava di aver salvato si avvia inesorabile alla rovina, una persona amata muore tragicamente in un naufragio e la sua patria d’origine si rifiuta di riconoscere il legittimo diritto al trono del fratello Conrad. Con la certezza che non esista più un luogo in cui possa sentirsi davvero a casa, Aurelia fa ritorno a Greythorne, il maniero della famiglia del suo migliore amico, giusto in tempo per essere travolta da un colpo di Stato la notte dell’incoronazione di Conrad. Disprezzata da tutti e con i nemici sempre più vicini, la ragazza sa di non avere più nulla da perdere. Può e deve fare solo una cosa, tentare tutto ciò che è in suo potere per proteggere le uniche persone che le sono rimaste, la sua famiglia. Ma proprio nel momento di maggiore difficoltà, quando tutto sembra irrimediabilmente perduto, un amore che pensava di avere perso per sempre le riaccenderà la speranza

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 09 Febbraio 2021

Pagine: 264

Prezzo: 17,90€

Questo libro è il secondo nella trilogia Bloodleaf, circa un anno fa ho recensito il primo romanzo della serie: Fiore di Sangue, che ricordo mi piacque parecchio. La storia di questo secondo volume non riparte esattamente da dove termina il romanzo precedente, ma c’è un lasso di tempo di alcuni mesi che noi non viviamo. All’inizio infatti c’è un po’ di confusione, non capiamo cosa sta succedendo e perché, ma pian piano ci viene spiegato tutto e non viene lasciato spazio a dubbi. Inoltre mentre il finale del primo romanzo, per quanto lasciasse spazio a diversi seguiti, non ci lasciasse con il fiato sospeso, questo ci porta praticamente a PRETENDERE un seguito immediatamente, subito, ADESSO! Non so dire sinceramente quale dei due romanzi mi abbia preso di più, anche perché è passato un anno dalla lettura del precedente, ma mi è sembrato di notare un certo miglioramento nello stile dell’autrice. Nei ringraziamenti ho letto che Fiore di Sangue ha 8 anni di lavoro alle spalle, mentre Greythorne ha 8 mesi, e posso dirvi che questo non ha assolutamente influenzato la qualità dell’opera, anzi, tutt’altro. A differenza del primo romanzo non ci sono particolari colpi di scena, tutto avviene in maniera molto lineare anche se si resta costantemente con il fiato sospeso. Come vi dicevo ho amato il finale e il tenore, ma in particolare le scene finali che hanno praticamente intrecciato tutto in una maniera che ho, unica parola per descrivere quello che ho provato, ADORATO!!

Le descrizioni sono molto semplici, ma non risultano superficiali. Sono perfettamente in linea con il tipo di narrazione. Ci permettono di immaginarci le varie vicende che si susseguono, così come gli ambienti che ci circondano e i combattimenti. La narrazione rimane in terza persona e segue costantemente i movimenti di Aurelia, tranne nel capitolo iniziale.

L’ambientazione nel primo romanzo mi era sembrata molto limitata e limitante, in questo secondo volume non ho assolutamente provato questa sensazione, quindi l’ho apprezzata maggiormente. Approfondiamo una nuova tipologia di magia, la magia selvatica, e se avevo amato la magia di sangue nel primo romanzo, questa l’ho venerate. Ho adorato soprattutto il legame con la natura e gli animali. Ma più di tutto ho amato il modo in cui viene affrontata la morte, il Dopo e il Grigio, argomenti che non voglio approfondire con voi per non fare spoiler perché ho trovato super interessanti e ritengo che debbano essere scoperti man mano.

I personaggi ritengo siano l’unica pecca di questo romanzo perché, a parte i protagonisti (cioè Aurelia e un pochettino Zan) mancano di profondità. In questo volume ci vengono presentati un sacco di personaggi nuovi e interessanti, ma non ho per niente empatizzato con loro nonostante qualcuno abbia fatto una brutta fine. Ho trovato bella, invece la crescita di Aurelia così come tutti i retroscena che sono stati svelati sulla sua famiglia. Il villain di questo volume è stato ugualmente meh, più che un vero villain direi semplicemente qualcuno stupido e pazzo che mette i bastoni fra le ruote. Per quanto avesse un oscuro passato e alcune ragioni buone per essere incazzata, mi è parso comunque che avesse poco Pathos. Kellan resta, per me, inutile e odiato, praticamente una forchetta nel brodo.

In fine, il secondo romanzo di questa trilogia continua ad avere numerose pecche, pecche non indifferenti a mio parere, ma punto tutto sull’ultimo perché se l’antagonista rimane quello che ho in mente, potrebbe essere veramente super interessante. Attendo con super ansia e intanto vi lascio con 4 stelline!

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