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Review Party: Laura Purcell, Il Filo Avvelenato

Ciao lettori, come state? Dopo avervi parlato della situazione carceraria dell’epoca di questo romanzo, ora eccomi a parlarvi del romanzo, invece, con una nuovissima recensione! Prima di iniziare vorrei ringraziare ancora una volta Ylenia di Reine des Livres per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia digitale dell’opera.

Trama

Gran Bretagna, prima metà dell’Ottocento. Dorothea Truelove è giovane, bella e ricca. Ruth Butterham è giovane, ma povera e consumata da un segreto oscuro e terribile. Un segreto che rischia di condurla alla forca. I loro destini si incrociano alla Oakgate Prison, dove Ruth è rinchiusa in attesa di processo per omicidio e dove Dorothea si dedica ad attività caritatevoli; soprattutto, qui la ragazza trova il luogo ideale per mettere alla prova le neonate teorie della frenologia – secondo cui la forma del cranio di una persona spiega i suoi peggiori crimini – che tanto la appassionano. L’incontro con Ruth fa però sorgere in lei nuovi dubbi, che nessuna scienza è in grado di risolvere: è davvero possibile uccidere una persona usando solo ago e filo? La storia che la prigioniera ha da raccontare – una storia di amarezze e tradimenti, di abiti belli da morire – scuoterà la fede di Dorothea nella razionalità e nel potere della redenzione. Per tutti gli amanti della letteratura gotica, un racconto da brivido dedicato al male celato dietro il volto dell’innocenza.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 21 Settembre 2021

Pagine: 420

Prezzo: 20,00€

La trama, a mio parere, è super interessante, e si sviluppa su due linee: da un lato abbiamo la storia di Dorothea, ricca ereditiera che ha deciso di dedicare anima e corpo a opere benefiche e lo studio della frenologia, tecnica che aiuta a capire carattere e pulsioni di una persona attraverso lo studio del cranio della stessa (entrambe queste sue attività l’hanno portata a incontrare Ruth); dall’altro, invece, troviamo Ruth, ragazza accusata di omicidio e rinchiusa in carcere che racconta praticamente tutta la sua storia, spiegando di essere capace di tessere orditi velenosi e mortali. Entrambe le storie raccontate sono molto interessanti, anche se personalmente mi ha appassionato di più quella di Ruth, con tutte le sventure che le sono capitate.

Le descrizioni sono molto accurate, ma essendoci un susseguirsi di eventi super succoso e interessante non risultano mai eccessive, ma sempre super godibili. Entrambi i racconti sono narrati in prima persona, per cui è super facile immedesimarsi in entrambe le protagoniste, cosa che ho apprezzato veramente moltissimo.

L’ambientazione è molto semplice, ci troviamo in un paesino inglese di inizio ‘800, quindi non credo ci sia particolare bisogno di approfondire il discorso, ma potete sempre recuperare l’articolo sulla prigionia proprio qui!

I personaggi sono molto interessanti e ben caratterizzati. Dotty, come ho già detto, incarna perfettamente l’ideale della ricca ereditiera annoiata, e questa sua passione per la frenologia la rende ancor più particolare. Tutto quello che fa e pensa nei capitoli dedicati a lei, mi ha fatto intuire che anche lei nascondeva qualcosa, e sono super felice di averci azzeccato. Ruth invece è solo povera e ignorante, cresciuta senza conoscere molto non ci si poteva aspettare molto da lei, in più situazioni di vita altamente spiacevoli non hanno fatto altro che accentuare tutto ciò. Non mi va molto di parlare dei personaggi secondari perché in questa storia ritengo sia essenziale conoscerli da se.

In fine, una storia che mi ha realmente tenuta attaccata alle pagine e che mi sento di super consigliare assolutamente. 4,5 stelline

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