Review Party: Cheshire Crossing, Sarah Andersen & Andy Weir

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Ciao lettori! Ieri Oreste ha scritto un articolo molto interessante sui disegni e colori di questa splendida graphic novel, oggi io mi occuperò invece di dirvi il mio parere a riguardo! Prima di iniziare voglio ringraziare Ylenia di Cronache di lettrici accanite per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia.

Trama

Sono passati anni da quando Alice, Dorothy e Wendy hanno compiuto i loro favolosi viaggi nel Paese delle Meraviglie, a Oz e sull’Isola-che-non-c’è. Ora eccole qui, ormai adolescenti, a Cheshire Crossing: una scuola molto speciale dove impareranno a gestire le loro straordinarie esperienze e il loro dono di attraversare mondi magici.

Ma proprio non sanno starsene buone buone sedute al banco, e iniziano di nuovo ad attraversare le dimensioni, lasciandosi dietro una scia di caos completo. E se fosse solo un po’ di confusione il problema, poco male. Il fatto è che, senza volerlo, fanno incontrare la malvagia Strega dell’Ovest e Capitan Uncino, unito ora in una coppia davvero diabolica.

Per fermarli le tre ragazze dovranno fare ricorso a tutti i loro poteri e mettere insieme una squadra di improbabili alleati da tutto il multiverso!

Cheshire Crossing è un viaggio vertiginoso, divertentissimo e sconfinato attraverso i classici della letteratura e i loro mondi fantastici come non avete mai osato immaginarli.

Editore: Mondadori, Oscar Ink

Data di Pubblicazione: 17 Novembre 2020

Pagine: 128

Prezzo: 18,00€

Inizio dicendovi da subito che questa storia è di una genialità assurda! Non c’è proprio storia. Leggendo la prefazione ho scoperto che Andy l’aveva scritta e disegnata parecchi anni fa e pubblicata solamente sul suo sito e che solo in seguito, quando un’altra sua opera è diventata famosa, una casa editrice gli ha proposto di pubblicarla ufficialmente, ma con i disegni di un altro autore, non per cattiveria, ma perché semplicemente l’arte di disegnare non appartiene a Andy quanto quella di narrare (cosa detta da lui in primis). Oltre alla genialità della trama in sé che, davvero, l’autore deve aver fatto un mega sogno assurdo per riuscire a intrecciare le tre storie così bene, in maniera assurda e super divertente; la genialità dell’autore sta in dialoghi e situazioni totalmente inaspettate ma allo stesso tempo totalmente aspettate! Io mi sono scompisciata dalle risate e durante la lettura ho interrotto Oreste (che stava facendo i fatti suoi super tranquillamente) per raccontargli della scena o della battuta appena letta. Avete presente quando con gli amici state guardando un film e ogni tanto, prima che l’attore parli, fate una battuta anticipando quello che avrebbe detto ma in maniera totalmente inappropriata e ironica? Beh, i dialoghi di questa Graphic Novel sono proprio così! E io posso solo adorare. Altra cosa che ho amato è anche la presenza di “parolacce” censurate con simboli random come asterischi e simili.

L’ambientazione è tutto e niente. Ci troviamo in Inghilterra. Ci troviamo nel mondo di Oz. Ci troviamo nel Paese delle Meraviglie. Ci troviamo all’Isola che non c’è. Mi spiego: non ci troviamo in tutti questi posti contemporaneamente, ma saltiamo dall’uno all’altro come se nulla fosse. È super interessante vedere come ogni mondo abbia le proprie leggi e come chiunque sia all’interno di essi, anche se non appartiene a quello specifico mondo, sia soggetto a quelle leggi. Questa cosa non la posso spiegare meglio di così, mi spiace, perché altrimenti farei uno spoiler bello simpatico.

I personaggi li conosciamo e non. Alice, Dorothy e Wendy non sono più le ragazzine delle storie per bambine, ma sono cresciute e sono ormai adolescenti. Al ritorno dalle loro avventure tutti hanno iniziato a pensare che fossero pazze e quindi tutte e tre si sono trovate a saltare da una casa di cura all’altra. Questo ha creato in loro una certa diffidenza verso gli estranei e verso determinate strutture come vedrete appunto nei primi capitoli della storia. Un altro personaggio che appartiene alla storia, ma su cui ho sentimenti contrastanti è la Tata. Ho trovato il personaggio in alcuni tratti inutile, in altri di una figaggine assurda. In generale mi ha ricordato un po’ Mary Poppins.

In fine, piena di cliché e divertimento, questa Graphic Novel è una vera perla. Non posso non consigliarla a chiunque e dare 5 stelline.

Blog Tour: Cheshire Crossing, Sarah Andersen & Andy Weir – I disegni e i colori

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Ciao a tutti, lettori! Oggi analizzerò lo stile grafico e i colori di Cheshire Crossing nel dettaglio. Premetto che adoro l’autrice, soprattutto per le sue precedenti pubblicazioni umoristiche, ma ora non perdiamoci in chiacchiere e partiamo subito.

Trama

Sono passati anni da quando Alice, Dorothy e Wendy hanno compiuto i loro favolosi viaggi nel Paese delle Meraviglie, a Oz e sull’Isola-che-non-c’è. Ora eccole qui, ormai adolescenti, a Cheshire Crossing: una scuola molto speciale dove impareranno a gestire le loro straordinarie esperienze e il loro dono di attraversare mondi magici.

Ma proprio non sanno starsene buone buone sedute al banco, e iniziano di nuovo ad attraversare le dimensioni, lasciandosi dietro una scia di caos completo. E se fosse solo un po’ di confusione il problema, poco male. Il fatto è che, senza volerlo, fanno incontrare la malvagia Strega dell’Ovest e Capitan Uncino, unito ora in una coppia davvero diabolica.

Per fermarli le tre ragazze dovranno fare ricorso a tutti i loro poteri e mettere insieme una squadra di improbabili alleati da tutto il multiverso!

Cheshire Crossing è un viaggio vertiginoso, divertentissimo e sconfinato attraverso i classici della letteratura e i loro mondi fantastici come non avete mai osato immaginarli.

Editore: Mondadori, Oscar Ink

Data di Pubblicazione: 17 Novembre 2020

Pagine: 128

Prezzo: 18,00€

Personaggi

I personaggi sono molto semplici, soprattutto le protagoniste, mancano di una caratterizzazione vera e propria. Le basi del character design sono molto semplici e con delle forme si esprimono i vari tratti del personaggio, vi faccio un esempio pratico cosi da comprendere meglio ciò che vi sto dicendo.

Le forme geometriche vengono usate comunemente per la realizzazione del concept del soggetto, al di fuori del carattere dato dalla sceneggiatura anche il disegno deve riuscire ad enfatizzare le varie sfaccettature del profilo psicologico del personaggio. Il triangolo viene comunemente usato per personaggi cattivi, egocentrici, ecc; il quadrato per dare sicurezza, robustezza ecc; e in fine il cerchio o un ellisse per rappresentare personaggi buoni, teneri, amichevoli ecc. Purtroppo in questo caso trovo quasi la totale mancanza di queste basi, trovo più riusciti personaggi secondari come la strega rispetto a quelli principali un po’ troppo comuni e anonimi.

Se volete approfondire l’argomento vi suggerisco questo articolo.

L’anatomia dei personaggi mi ha fatto storcere più volte il naso. In una graphic novel del genere non riescono a passare inosservati, mentre in un fumetto umoristico non si da tanto conto a certe cose perché tutto è più esagerato, soprattutto dato le varie gag e situazioni cariche di humor. Una piccola parantesi va aperta per le scene un po’ più evocative dove lo stile di disegno cambia un po’ e diventa molto flat, quelle forse sono più riuscite rispetto al resto.

Colori

La palette di colori utilizzata è veramente bella, ha quasi un sapore di incantato. Prevalgono i colori caldi e la scena dei girasoli sembra quasi un tributo a Van Gogh. Vi dirò la verità, mi è piaciuta molto la scelta dei colori e la trovo più che azzeccata, quello che mi ha convinto un po’ meno è lo stile di colorazione: un po’ troppo semplice e poco definito.

In conclusione trovo che la resa grafica non sia niente di eccezionale, non mi ha convinto tanto, trovo molto più belle le opere precedenti dell’autrice, seppur differenti.