Review Party: L’ultima Ricamatrice, Elena Pigozzi

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Ciao lettori! Anche oggi esco dalla mia comfort zone per parlarvi di un romanzo che ho letto recentemente per un evento. Prima di iniziare a parlarvi dell’ultima ricamatrice, però, vorrei ringraziare ancora una volta Ylenia di Cronache di lettrici accanite per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia.

Trama

Appoggiata ai bordi del bosco, sulla via che dal paese va verso le montagne, c’è una piccola casa solitaria: è qui che vivono le ricamatrici. Ora è rimasta Eufrasia a praticare l’arte di famiglia, tesse, cuce, ricama leggendo in ogni persona che le si rivolge i desideri più inconsci. Accanto a lei come prima alla bisnonna, alla nonna e alla madre, da sempre, il telaio di ciliegio, rocchetti, stoffe, spole e spilli. Eufrasia ha settant’anni e ha quasi smesso di lavorare, le mani curvate dall’artrite e la modernità in cui tutto è fatto in fretta le avevano fatto pensare di non servire più a nessuno. Ed è in quel momento che arriva Filomela, una ragazza giovane con il riso negli occhi oltre che sulle labbra, che le chiede di prepararle il corredo e di insegnarle a ricamare. Eccola, l’ultima occasione di fare ciò che Eufrasia più ama: rendere felice qualcuno, raccontargli la vita che verrà intrecciando trama e ordito. Le parole che ha risparmiato per tutta l’esistenza ora sgorgano come fiumi in primavera. Racconta di una giovane vedova di guerra gentile ed esperta nel taglio e cucito, di una splendida e coraggiosa ragazza troppo bella per non attirare le malelingue di paese, di un amore delicato come il filo di lino e tanto sfortunato, e di un ricamo tessuto da generazioni, in cui ognuna di loro ha scritto un pezzo della propria esistenza, una scintilla luminosa nel buio del mondo. 

Editore: Piemme

Data di Pubblicazione: 08 Settembre 2020

Pagine: 176

Prezzo: 15,50€

La storia di questo romanzo è molto particolare, la scrittura viene definita dall’autrice stessa lirica e simbolica, e devo ammettere che non potrei trovare termini più adatti, posso tuttalpiù aggiungere che risulta anche molto evocativa. Il racconto è fatto principalmente da un susseguirsi di immagini molto poetico e anche leggermente da favola per il modo in cui fa immaginare e sognare, un po’ come il trailer di un film. Protagoniste, oltre alle 5 generazioni di ricamatrici, sono principalmente le emozioni. Nulla è lasciato al caso, tutto succede per una ragione e devo ammettere di aver indovinato abbastanza presto l’intreccio finale.

Le descrizioni sono molto delicate, ma allo stesso tempo presenti e forti. Senza di esse la storia non sarebbe stata così particolare, ma soprattutto non sarebbe stata così bella.

L’ambientazione è abbastanza semplice, ci troviamo in un qualsiasi paesino di montagna ricco di persone dalla mente chiusa e piene di pregiudizi, pregiudizi che hanno aiutato nel rendere difficile la vita delle ricamatrici.

I personaggi sono molto semplici, le persone di cui leggiamo nel romanzo sono molto semplici, vivono del ricamo e il ricamo è tutta la loro vita. Mi è piaciuto tantissimo leggere delle loro vite, dei diversi risvolti che hanno avuto e della semplicità e amore in cui hanno vissuto. L’unico personaggio che non mi ha fatto impazzire, ma che anzi mi ha un po’ irritata, è Filomela.

In fine, è un romanzo molto ricco e particolare come vi ho già detto. Ha un sacco di elementi che esaltano la storia, e la narrazione è davvero un qualcosa di magico. Questo tipo di scrittura a immagini, tuttavia, non rientra troppo nelle mie corde, un po’ per il poco realismo nelle conversazioni, un po’ perché sono io così, preferisco storie con più fatti. In ogni caso il romanzo mi è piaciuto veramente molto, è riuscito a catturarmi con molta facilità, e ne riconosco il valore. Tuttavia vi ho già spiegato che c’è stato qualche elemento che non mi ha convinta completamente, ma è un fattore totalmente soggettivo, ho deciso quindi di dare a questa storia 3.5 stelline.

Di seguito potete trovare le recensioni delle mie colleghe!

Blog Tour: L’ultima ricamatrice, Elena Pigozzi – L’arte del cucito

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Ciao lettori, come va? Per me sono giornate un sacco frenetiche, per cui sono un po’ meno attiva sui social e mi scuso, spero di riuscire a tornare ai soliti ritmi entro la fine del mese! Ad ogni modo l’articolo di oggi è dedicato al blog tour de L’ultima ricamatrice di Elena Pigozzi. Vi parlerò un po’ di quello che è il tema principale del romanzo: il cucito. Prima di iniziare voglio come sempre ringraziare Ylenia di Cronache di lettrici accanite per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia.

Trama

Appoggiata ai bordi del bosco, sulla via che dal paese va verso le montagne, c’è una piccola casa solitaria: è qui che vivono le ricamatrici. Ora è rimasta Eufrasia a praticare l’arte di famiglia, tesse, cuce, ricama leggendo in ogni persona che le si rivolge i desideri più inconsci. Accanto a lei come prima alla bisnonna, alla nonna e alla madre, da sempre, il telaio di ciliegio, rocchetti, stoffe, spole e spilli. Eufrasia ha settant’anni e ha quasi smesso di lavorare, le mani curvate dall’artrite e la modernità in cui tutto è fatto in fretta le avevano fatto pensare di non servire più a nessuno. Ed è in quel momento che arriva Filomela, una ragazza giovane con il riso negli occhi oltre che sulle labbra, che le chiede di prepararle il corredo e di insegnarle a ricamare. Eccola, l’ultima occasione di fare ciò che Eufrasia più ama: rendere felice qualcuno, raccontargli la vita che verrà intrecciando trama e ordito. Le parole che ha risparmiato per tutta l’esistenza ora sgorgano come fiumi in primavera. Racconta di una giovane vedova di guerra gentile ed esperta nel taglio e cucito, di una splendida e coraggiosa ragazza troppo bella per non attirare le malelingue di paese, di un amore delicato come il filo di lino e tanto sfortunato, e di un ricamo tessuto da generazioni, in cui ognuna di loro ha scritto un pezzo della propria esistenza, una scintilla luminosa nel buio del mondo.

Editore: Piemme

Data di Pubblicazione: 08 Settembre 2020

Pagine: 176

Prezzo: 15,50€

Come vi dicevo oggi vi parlerò di quella che è l’arte del cucito, ma facciamo prima una piccola distinzione e vediamo nello specifico cosa è. Il cucito si distingue dal ricamo in quanto il primo è il lavoro dell’ago, quindi un lavoro inteso come cucitura ossia come congiunzione di parti complementari eseguita come ago e filo (o mediante una macchina da cucire); mentre il secondo è l’esecuzione di punti decorativi su un tessuto svolto anche seguendo un disegno predisposto. È chiaro, dunque, che cucito e ricamo non sono la stessa cosa, quindi permettetemi di ritrattare, oggi non vi parlerò dell’arte del cucito, ma di quella del ricamo.

Iniziamo quindi con la definizione: il ricamo è un disegno, una decorazione o un ornamento creato con ago e filo su un tessuto. È un’attività antichissima, ancora oggi praticata, che si sviluppa generalmente come lavoro artigianale (raro e molto costoso), o hobby diffuso in tutto il mondo. Il ricamo è senz’altro un’attività molto antica, sebbene i suoi prodotti non siano giunti ai nostri tempi. Abbiamo alcuni frammenti risalenti all’antico Egitto. È probabile che quest’arte abbia avuto origine dall’elaborazione di punti utili, utilizzati per l’unione di pelli e poi di teli vegetali, destinati a personaggi di rilievo. Nell’antica Cina, fu un’attività molto fiorente e molto elaborata. In Europa se ne hanno testimonianze antiche, ma le tecniche venivano tramandate oralmente nel tempo con graduale perdita di originalità e con l’acquisizione di connotati locali. I manufatti, creati per oggetti di uso quotidiano, soccombevano al logorio dovuto all’uso, per cui oggi non rimane traccia della loro esistenza.

In Italia, il ricamo nasce come una delle espressioni della cultura saracena. Non a caso la prima scuola di ricamo ha sede a Palermo e risale ai primi anni del secondo millennio. È soltanto nel XII secolo però che l’attività dilaga in tutta Europa. Risalgono ai secoli XIII e XIV secolo i più monumentali lavori di ricamo conosciuti, cioè l’arazzeria francese, inglese, tedesca e, in misura minore, italiana – da non confondere con l’arazzo vero e proprio che è una tecnica artistica di tessitura.

Nel corso del tempo, fino ad oggi, quella del ricamo è diventata sempre più un arte che, ammetto, affascina molto anche me e a cui mi vorrei avvicinare (troppe passioni, troppo poco tempo). Hanno inventato quindi diversi stili e diverse tecniche, una delle quali praticamente la si ottiene attaccando i filati su un cartoncino ricoperto di cera, e creare così il disegno, e magica io, subito ho pensato al quaderno delle elementari trovato un mese fa su cui ho trovato una storia scritta e disegnata da me su due innamorati e in cui avevo reso i capelli dei personaggi “veri” attaccando cordoncini a più non posso ahahah.

A parte scherzi, le tecniche sono veramente molte, ed una che mi affascina particolarmente è quella di una ragazza che attualmente sta spopolando (e di cui sfortunatamente non ricordo il nome), che praticamente attraverso fili molto sottili o invisibili crea delle composizioni di fiori veri (seccati). Sono veramente LA VITA! Fatemi sapere se la conoscete anche voi e passatemi il nome qui sotto nei commenti!

Di seguito potete trovare le tappe super interessanti delle mie colleghe!