Review Party: Demone nel Bosco, Leigh Bardugo e Dani Pendergast

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Ciao lettori, oggi torno a parlarvi di graphic novel e in particolare di una nuovissima uscita in casa Mondadori relativa a una delle mie autrici preferite: Leigh Bardugo. Vediamo quindi insieme la nascita dell’Oscuro. Prima di iniziare voglio ringraziare Patrizia di In punta di carte per aver realizzato l’evento, e la casa editrice per averci fornito la copia digitale dell’opera.

Trama

Eryk e sua madre, Lena, hanno trascorso la loro esistenza fuggendo incessantemente da un luogo all’altro, con la convinzione che, forse, per loro non esista proprio un porto sicuro. Perché entrambi non solo sono Grisha, ma sono i più potenti e letali tra loro. Temuti da chi vorrebbe ucciderli e braccati da chi vorrebbe sfruttarne i doni, devono cercare di tenere nascoste le loro capacità ovunque vadano. Ma talvolta i segreti più pericolosi trovano comunque il modo di venire a galla.

Questo imperdibile graphic novel, scritto da Leigh Bardugo e illustrato dalla talentuosa Dani Pendergast, è il prequel di “Tenebre e Ossa”, saga bestseller e ora anche serie Netflix, tassello indispensabile del GrishaVerse che permette di gettare un po’ di luce sulle origini di un destino tanto grandioso quanto sinistro, quello del temuto e potentissimo Oscuro.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 27 Settembre 2022

Pagine: 216

Prezzo: 19,00€

La storia è molto breve, mi aspettavo e avrei voluto qualche pagina in più, ma in fondo la nascita dell’Oscuro la si comprende a pieno già in questo volume, anche se forse potrebbe non essere abbastanza come redemption arc. Consiglio comunque la lettura a persone che abbiano già letto la trilogia di Tenebre e Ossa per comprendere e immedesimarsi meglio nel personaggio, ma anche per una scena in particolare del finale (della trilogia) che potrebbe essere leggermente meno d’impatto.

I disegni sono veramente pazzeschi, Dani Pendergast disegnami la vita, ti prego! Sono rimasta incantata ad ogni tavola, e anche la palette colori per me è stata veramente on point. Il modo in cui ha disegnato le ombre poi, in cui ha espresso quello che è il potere dell’evoca ombre… magia pura!

I personaggi sono ciò che alla fine ha portato la storia al suo nocciolo: ma si sa, che le persone fanno e faranno sempre il peggio per poter avere quel pizzico in più. È interessante vedere precisamente ciò che c’è dietro a determinati ragionamenti e moventi futuri, cos’è che ha scaturito tutto. E, diciamocelo, Baghra a parer mio ha avuto la sua bella influenza nella creazione di quello che è stato l’Oscuro.

In fine, ho letto veramente con molto interesse la storia, e i disegni hanno accompagnato il tutto in una maniera così liscia e omogenea che quando l’ho finito ho esclamato: Ma come, di già?

Ho deciso di dare 4.5 stelline perché avrei voluto quel pizzico in più (sì, anch’io), ma anche così è tutto fin troppo chiaro, anzi, credo sia proprio una scelta dell’autrice lasciarci immaginare il dopo, perché si sa che in fondo noi lettori siamo sempre i peggiori a far teorie e a star su tutta la notte!

Alla prossima, Cate

The Atlas Six, Olivie Blake – Recensione

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Ciao lettori, come va? È da un po’ che non ci si vede su questi schermi, ma pian piano sto provando a ingranare di nuovo, senza fretta e senza pressioni, a riprendere il controllo delle mie letture e dei vari modi che ho di parlare di queste. Potete infatti trovarmi su TikTok con un po’ di novità. Ma ora bando alle ciance e parliamo del reale motivo per cui sto scrivendo questo articolo: The Atlas Six!

Trama

Segreti. Tradimenti. Potere. Benvenuti nella Società Alessandrina. «Cos’altro se non la morte potrebbe conferire una tale vita alla conoscenza che proteggiamo?» Ogni dieci anni, ai sei maghi più talentuosi in circolazione viene offerta la possibilità di conquistarsi un posto nella Società Alessandrina, l’istituzione più segreta ed esclusiva del mondo, che garantirà loro potere e prestigio oltre ogni limite. In occasione della nuova iniziazione, il misterioso Atlas Blakely sceglie: Libby Rhodes e Nico de Varona, due fisicisti che controllano gli elementi e sono in competizione da tempo immemore; Reina Mori, una naturalista che comprende il linguaggio della vita stessa; Parisa Kamali, una telepatica per cui la mente non conosce segreti; Callum Nova, un empatico in grado di far fare agli altri qualunque cosa; e Tristan Caine, capace di smascherare qualsiasi illusione. Ciascuno dei prescelti dovrà dimostrare di meritare l’accesso alla Società e lottare con tutte le sue forze per ottenerlo, sebbene ciò significhi stringere alleanze con i nemici giurati e tradire gli amici più fidati. Perché, anche se i candidati straordinari sono sei, i posti nella Società sono solo cinque. E nessuno vuole essere eliminato.

Editore: Sperling & Kupfer

Data di Pubblicazione: 17 Maggio 2022

Pagine: 436

Prezzo: 17,00€

La storia rappresenta proprio tutto ciò che piace a me: società segrete, magia e personaggi atipici; in più leggendo The Atlas Six ho scoperto, o meglio avuto la conferma, di avere una predilezione per le ambientazioni dark academia. Riconosco comunque che non sia una lettura per tutti, principalmente per la “negatività” di alcuni personaggi, ma di questo ve ne parlo più avanti. Lo stile di scrittura a me è piaciuto parecchio e mi ha tenuta incollata alle pagine facendomi letteralmente divorare il romanzo nonostante fossi a Istanbul in vacanza; la narrazione è in terza persona e presenta un diverso POV per ogni capitolo, altro elemento stilistico che amo.

L’ambientazione è una cosa che ho amato alla follia: il mondo effettivamente è il nostro e tutti possono avere accesso alla magia tramite incantesimi di altri, o tramite se stessi se si ha una particolare predisposizione. Ci sono ovviamente maghi più portati/potenti di altri ed è proprio qui che si posiziona la Società Alessandrina con la ricerca dei sei maghi più caratteristici e forti in circolazione, ma questo lo sapete già dalla trama. Tutta la questione delle società segrete a me fa letteralmente impazzire, e se siete come me vi consiglio di leggere questa storia (e già che ci siete di recuperare anche La Nona Casa di Leigh Bardugo).

I personaggi sono un altro elemento che ho adorato di questa storia. Dall’affascinante Atlas che mi ha incuriosita fin dal primo incontro, fino ad arrivare all’inquietantissimo Callum che mi ha dato vibes ambigue praticamene già dal secondo incontro all’interno della società. La cosa che più ho amato di questi personaggi è che sono estremamente realistici, non tanto nelle conversazioni perché ovviamente trattandosi di un fantasy si parla di cose che vanno al di fuori della nostra comprensione, ma nei comportamenti e negli obiettivi perché mostrano il peggio dell’animo umano, quello che tanti (se non tutti) pensano e che nessuno ha il coraggio di esternare perché sono sentimenti effettivamente negativi come l’avidità, la mancanza di interesse verso i sentimenti altrui e tanto altro.

In fine, penso sia più che chiaro che The Atlas Six è una lettura che mi sento vivamente di consigliare. Fortunatamente The Atlas Paradox, il seguito, uscirà molto presto e io ho già preordinato l’edizione Illumicrate del romanzo E NON STO PIÙ NELLA PELLE!

Se l’avete letto, quale libro con le stesse vibes mi consigliate?

Review Party: La Legge dei Lupi, Leigh Bardugo

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Ciao lettori! Dopo la recensione de Il Re delle Cicatrici, eccomi finalmente a parlarvi del secondo romanzo che compone questa dilogia! Prima di iniziare voglio ringraziare Patrizia di In punta di Carta per aver organizzato l’evento, e la casa editrice per averci fornito la copia dell’opera.

Trama

Il secondo volume della serie Grishaverse “Il re delle cicatrici”. Anche in questo secondo e ultimo volume della dilogia ritroviamo tre dei personaggi più amati del GrishaVerse: Nikolai Lantsov, Zoya Nazyalensky e Nina Zenik. I tre, re, generale e spia di Ravka, dovranno continuare insieme la loro lotta per strappare all’oscurità il futuro del loro paese. Altrimenti non potranno che assistere al suo disfacimento definitivo.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 26 Aprile 2022

Pagine: 480

Prezzo: 21,90€

La storia riprende immediate le vicende del primo romanzo, rispondendo a tante domande, ma anche aprendone di nuove. Ammetto che ero super terrorizzata prima della lettura, perché ho sentito veramente chiunque parlarne male, ma sarà stato questo o qualcos’altro, a me è piaciuto!

Le descrizioni sono sempre on point e la narrazione continua ad essere una delle mie preferite: con diversi punti di vista a disposizione. La Bardugo continua a confermarsi un genio assoluto, il modo in cui intreccia le storie, anche diverse (tenebre e ossa e sei di corvi) mi fa innamorare sempre più.

L’ambientazione continua ad essere uno dei pezzi forti di queste storie, il Grishaverse è sicuramente uno di quei mondi in cui vorrei vivere (anche se con poche possibilità di sopravvivenza 🥲). L’incrocio tra culture è poi veramente un tocco di classe, che ho apprezzato in ogni romanzo delle varie saghe e non meno in questa.

I personaggi ormai sono diventati i miei migliori amici, è una delle cose che amo tanto dell’incrocio tra le varie storie di cui vi parlavo prima. È sempre bello tornare a rivedere vecchi amici, ma anche scoprirne di nuovi (chi ha letto il romanzo, capirà).

In fine, possibile che questo romanzo mi abbia lasciato così tanto hype per il terzo di Sei di Corvi? Davvero non vedo l’ora di vedere cosa ha in mente per noi (e per questi personaggi) la mia amata Bardugo! Adoro!

Review Party: Il Re delle Cicatrici, Leigh Bardugo

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Ciao lettori! Dopo tanto (troppo) tempo rieccomi qui con una nuova recensione. Non mi sembra il momento giusto di parlarvi delle mie (dis)avventure per cui vi rimando a IG (anche se più in là) dove spiegherò un po’ tutto quello che sta accadendo a me, al blog e alle mie letture. Ora basta cianciare e dedichiamoci a questo nuovo succosissimo romanzo. Io sono un super fan di Leigh Bardugo, sicuramente rientra nella mia top 5 di autrici preferite di sempre, e quando mi è stato proposto di partecipare a questo evento non potevo assolutamente rifiutare. Prima di proseguire voglio perciò ringraziare Patrizia de In Punta di Carta per aver organizzato l’evento, e la casa editrice per averci fornito la copia digitale da recensire. Iniziamo!

Trama

Nikolai Lantsov, sovrano di Ravka, corsaro, soldato, secondogenito di un re disonorato, ha sempre avuto un’innata propensione alle situazioni difficili, ma questa volta sembra dover fare i conti con qualcosa di impossibile, qualcosa che nessuno, tra la popolazione di Ravka, potrebbe mai immaginare. Come se non bastasse, per arrestare l’avanzata dei nemici che si assiepano lungo i confini del regno, il giovane re deve trovare un modo per riempire le casse dello Stato, stipulare nuove alleanze e fermare il nuovo pericolo che minaccia quello che un tempo è stato il glorioso esercito Grisha. Al suo fianco, però, c’è la fedele Zoya Nazyalensky, leggendario generale Grisha, che non si fermerà di fronte a nulla pur di aiutare Nikolai ad affrontare e sconfiggere il potere oscuro che alberga nelle profondità del suo cuore e che, rafforzandosi di giorno in giorno, minaccia di distruggere tutto quello che ha costruito. Zoya sa infatti che, come i Grisha non possono sopravvivere senza Ravka, tantomeno Ravka può sopravvivere a un re tanto indebolito. Nello stesso momento, nelle terre fredde del Nord, Nina Zenik sta combattendo la sua personale guerra contro coloro che vorrebbero spazzare via per sempre i Grisha. Ma per sconfiggere i pericoli che la attendono, sarà costretta a scendere a patti con il proprio terrificante potere e ad affrontare il dolore profondo e lacerante che porta nel cuore. Re, generale e spia di Ravka: tutti e tre nel corso del loro viaggio dovranno spingersi oltre i confini tra scienza e superstizione, magia e fede, rischiare il tutto per tutto per salvare una nazione spezzata, e accettare che alcuni segreti non sono fatti per restare sepolti e che certe ferite non sono destinate a guarire.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 15 Marzo 2022

Pagine: 420

Prezzo: 20,90€

Prima di iniziare (sì, lo so, avevo detto iniziamo, ma concedetemi questo piccolo appunto perché è super necessario) ci tengo a precisare che questo romanzo non è leggibile “singolarmente”, ma va letto necessariamente dopo l’intera trilogia di Tenebre e Ossa e dopo l’intera dilogia di Sei di Corvi. Facendo diversamente finireste per: 1. Farvi spoiler delle altre due storie; 2. Capirci poco o niente del worldbuilding (compreso di situazione socio-politica attuale) e del Grishaverse.

La storia qui riprende dalla fine di Sei di Corvi, ma troviamo riferimenti super importanti anche e soprattutto alla trilogia di Tenebre e Ossa. Mi è piaciuto veramente molto vedere come l’autrice è riuscita a prendere personaggi da entrambe le storie e riportarli qui con le loro particolarità e problematiche, in dinamiche totalmente nuove, ma che necessariamente devono sempre far capo al passato. Da questo punto di vista direi proprio che è molto incentrato su ciò che è stato prima, e in particolar modo agli strascichi che questo ha portato.

Le descrizioni sono sempre molto accurate e precise, ma con la Bardugo non si hanno dubbi o preoccupazioni in merito: è sempre una garanzia! La narrazione procede in terza persona, ma ogni capitolo è dedicato a un POV diverso, alcuni sicuramente più scorrevoli di altri, ma tutti ugualmente interessanti e importanti, soprattutto per la crescita dei personaggi che in questa storia non è indifferente (nonostante già nelle precedenti ne hanno passate delle belle sti poveri ragazzi – sì, mi sono sentita molto vecchia a dire questa frase, ciao).

L’ambientazione la conosciamo bene, abbiamo avuto modo di approfondirla nei romanzi precedenti, quindi non mi metterò a spiegare il Grishaverse o le lotte e i motivi che ci sono dietro Ravka o Fjerda, se siete a leggere questa recensione sono sicura che sappiate già molto, se non addirittura tutto di queste questioni. Sappiate però che i nostri protagonisti qui non si trovano tutti insieme. Nikolai e Zoya sono insieme a Ravka a far fronte a esperimenti e minacce; mentre Nina è a Fjerda sotto copertura per conto di Nikolai.

I personaggi, come vi dicevo, hanno affrontato una crescita veramente super importante, in particolar modo Nina e sono super contenta di ciò essendomi molto affezionata al suo personaggio. Ammetto che in parecchi suoi POV il mio cuore era in frantumi, la Bardugo è stata veramente super brava a descrivere il suo struggimento. Questo vale anche per Nikolai e Zoya, e dirò solo che aumenta sempre più la voglia di vedere certe coppie realizzarsi.

In fine, non so bene che aspettative avevo quando ho iniziato questo romanzo, anche perché vedo che il 99% delle persone che conosco e che lo ha letto in lingua lo ha anche demolito (rido), quindi sarà che la Bardugo è sempre la Bardugo, sarà che partivo con aspettative meh, ma a me è piaciuto davvero tanto! 4 stelline!

Review Party: Graceling, Kristin Cashore

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Ciao lettori, come va? Ultimamente ho veramente pochissimo tempo per dedicarmi al blog e mi dispiace tantissimo, spero davvero che Dicembre sia più comprensivo con me! In ogni caso rieccomi oggi con una nuova recensione. Prima di iniziare voglio ringraziare Ylenia di Reine des Livres per aver organizzato l’evento e la casa editrice per averci fornito una copia dell’opera. Dovete infatti sapere che questo evento è stato organizzato proprio per la creazione di questo nuovo volume che contiene la trilogia completa di Graceling.

Trama

Tutti i Graceling hanno gli occhi di due colori diversi. Tutti i Graceling hanno un Dono. Difficile è però sapere quale Dono possiedono: a volte anche per loro stessi è duro capirlo e controllarlo. Ci sono Doni quasi inutili, come la capacità di ripetere le parole al contrario o di ricordare certi dettagli. Katje ha diciotto anni e il suo Dono è un’arma terribile nelle mani di suo zio, re Rand. Il futuro le può riservare un posto sicuro al fianco di quest’uomo vendicativo o infinite sorprese, come l’incontro con un Graceling dallo sguardo intenso che sembra conoscerla fin troppo bene.

Editore: Dea

Data di Pubblicazione: 26 Gennaio 2016

Pagine: 496

Prezzo: 12,90€

La trama è molto interessante, ma ahimè non è stata sviluppata nel migliore dei modi nonostante l’elevato potenziale. È difficile immedesimarsi nella storia e nei personaggi, e risulta, per le cose che accadono, eccessivamente prolisso e descrittivo su alcuni punti, e superficiale su altri. In generale comunque vi ho sempre detto che non amo i romanzi con descrizioni eccessive, questo non è il male più assoluto, ma non è stato nemmeno leggerissimo da leggere.

L’ambientazione è molto interessante e particolare, ci sono 7 Regni, divisi, ma che mantengono la pace. In questo mondo ci sono persone speciali, chiamate Graceling, che possiedono un Dono, può essere quello della cucina come quello di combattere, e si riconoscono dal fatto che presentano eterocromia.

I personaggi sono un’altra cosa che non ho amato particolarmente, resi interessanti soltanto dai loro doni per il resto della storia risultano a tratti piatti, a tratti eccessivi o incoerenti. Voglio capire la crescita del personaggio, ma nemmeno cambiare da così a così sinceramente.

In fine, tanto potenziale sprecato, ma una lettura ugualmente godibile. Per me un 3 stelline piene.

Review Party: Ponte di Anime, Victoria E Schwab

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Ciao lettori, come state? In questa giornata post feste di Halloween e Dia de los Muertos, eccomi a parlarvi dell’ultimo capitolo della trilogia di Cassidy Blake, super bella a mio parere per grandi e piccini. Prima di iniziare voglio ringraziare ancora una volta Ylenia di Reine des Livres per aver organizzato l’evento e la casa editrice per averci fornito la copia digitale dell’opera.

Trama

È LEI CHE INSEGUE gli spettri, o è il contrario?

Sia come sia, Cass potrebbe avere un talento per scovare gli spiriti inquieti. Insieme a Jacob, il suo migliore amico fantasma, è sopravvissuta a due città infestate mentre era in viaggio per il programma televisivo dei suoi genitori.

Tuttavia nulla potrebbe prepararla a quel che la attende a New Orleans, un luogo che pullula di antiche magie, società segrete e terrificanti sedute spiritiche. Ma la sorpresa più terribile è un nemico che Cass non avrebbe mai sospettato di dover affrontare: un messaggero della Morte in persona.

Sarà all’altezza della sfida? E a cosa dovrà rinunciare per vincerla?

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 26 Ottobre 2021

Pagine: 352

Prezzo: 15,00

La storia si ripete più o meno sempre con lo stesso ritmo e ordine. Mi è piaciuto un sacco il tema di questo secondo romanzo, più maturo rispetto al precedente (ce lo si aspettava visto che l’intensità dei fantasmi è cresciuta man mano), e soprattutto tutti i riferimenti relativi alla Morte come compagna di vita dei Traversanti.

Le descrizioni sono sempre molto semplici e simpatiche, perfette per smorzare i toni e per il pubblico a cui questa lettura è destinata. L’ho avvertito durante la lettura del secondo, e confermo anche con la lettura di questo che mi infastidiscono le ripetizioni/recap di eventi passati (fatte in modo da permettere ai lettori di capirci qualcosa nel caso in cui si trovassero a leggere i romanzi in ordine casuale) che per me che ho letto tutto in ordine sono soltanto un di più e noioso ed evitabile.

L’ambientazione si sposta ancora, facendoci trovare questa volta a New Orleans, altra città super ricca di storie di fantasmi ed eventi paranormali. La cosa che più amo di questi romanzi, dovete sapere, sono proprio le tante curiosità che si vengono a scoprire durante la lettura su queste città, tant’è che fremo per visitarle tutte!

I personaggi rimangono gli stessi, stavolta ne incontriamo qualche secondario un po’ più particolare e interessante, ma soprattutto ne reincontriamo uno molto apprezzato. Mi sarei aspettata qualche svolta un po’ diversa, ma ho ugualmente apprezzato tutto senza problemi.

In fine, veramente molto molto bello, anche se penso che il primo resti il mio preferito. Meritatissime 5 stelline, ora non mi resta che andare a costringere i miei nipoti a leggere la trilogia!

Review Party: La Corte dei Miracoli, Kester Grant

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Ciao lettori, oggi voglio parlarvi della mia ultima lettura, quindi eccomi con una nuova recensione! Ammetto di essermi buttata a capofitto in questa lettura senza ben sapere a cosa andavo in contro dal momento che non ho mai letto nemmeno la storia da cui è tratto questo retelling, ma mi aveva sempre incuriosita/affascinata sin dall’uscita estera del romanzo.

Trama

Dopo il fallimento della Rivoluzione e l’uccisione di tutti i rivoluzionari, Parigi è una città divisa in due. Accanto al reticolo di viali severi, fiancheggiati da bossi e frequentati dall’aristocrazia, prospera infatti una giungla tenebrosa popolata da sciami di mendicanti, ladri ed emarginati, teatro di crimini e miseria, un luogo oscuro e senza leggi. Qui il potere è gestito dai Miserabili, una formidabile corte di criminali divisi in nove corporazioni, chiamata la Corte dei Miracoli.
Membro della Corporazione dei Ladri, Nina Thénardier può rubare qualunque cosa a chiunque. La ragazza, soprannominata la Gatta Nera, ha sfidato la sorte così tante volte da essere quasi diventata una leggenda tra i Miserabili. Eppure questo non sembra contare molto quando, ancora una volta, la sua strada si incrocia con quella di Lord Kaplan, detto Tigre, feroce capo della Corporazione della Carne. L’uomo ha messo gli occhi sulla sorella della giovane ladra e, si sa, nessuno è mai riuscito a impedirgli di ottenere ciò che vuole. Non ci è mai riuscita la Corte dei Miracoli, come potrebbe farlo Nina, sveglia certo, ma comunque una ragazza, minuta per di più?
Di due cose, però, Tigre non ha tenuto conto. La prima è una regola inviolabile per tutti i Miserabili: mai, mai rubare a una ladra. E la seconda è che, quando si tratta di proteggere chi amano, le gatte sono capaci di mostrare denti e artigli e di diventare decisamente pericolose…

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 12 Ottobre 2021

Pagine: 300

Prezzo: 18,90 euro

La trama è veramente molto interessante, fin dall’inizio, ma ahimè risulta un po’ superficiale in alcuni punti. Ritengo che determinate tematiche e momenti dovevano essere approfonditi, dedicando loro qualche pagina in più. Ho avuto inoltre l’impressione, che mi ha un po’ infastidita, di una trama circolare (parola inventata in questo momento da me, non so se sia valida inserita in questo contesto), ossia che gli stessi avvenimenti che si sono ripetuti più volte, con le stesse dinamiche e motivazione, ma solo qualche piccolo dettaglio a modificare il tutto. Inoltre ho avvertito un po’ come se fosse tutto un po’ troppo semplice, nel senso: c’è azione, e come in tanti romanzi la protagonista sembra Pasqualino passa guai, allo stesso tempo mi ha fatto però un po’ storcere il naso che sia riuscita a uscirsene sempre ammaccata, ma tutto sommato abbastanza pulita, cioè con quello che desiderava lei realizzato.

Le descrizioni sono abbastanza accurate, mai eccessive, proprio come piace a me. Inoltre la narrazione è in prima persona, permettendo a lettore di immedesimarsi al meglio nella protagonista e nelle vicende che si trova affrontare.

L’ambientazione è molto semplice trattandosi di un retelling. Ci troviamo in una Francia post rivoluzione, e i personaggi principali sono gli emarginati della città che hanno trovato il loro modo di farsi forza e andare avanti in un luogo che non li accetta. Tutta la questione relativa alla Corte dei Miracoli e alle corporazioni io l’ho letteralmente AMATA, e avrei un sacco voluto che fosse maggiormente approfondita, così come avrei preferito che avessimo avuto maggiori scorci delle altre Corporazioni. Spero tanto che nei seguiti si saprà di più.

I personaggi sono probabilmente la cosa che ho apprezzato meno. Nina ha una bellissima tenacia, e il senso di protezione verso la sorella è bellissimo, allo stesso tempo però mi ha un po’ infastidito il suo accanimento eccessivo; probabilmente è l’unico personaggio con un minimo di costruzione alle spalle. Ettie può anche non esistere, si può essere ingenui e positivi anche senza essere degli scemi totali. Il principe è un altro scemo ingenuo bloccato nella sua bolla così tanto da non rendersi minimamente conto di ciò che avviene altrove – o anche semplicemente al di fuori di lui – mi ha fatto venire in mente il principe nella serie tv Gli Irregolari di Baker Street; mentre Saint-Just sinceramente non lo capisco molto proprio in generale. L’unico passabile è Montparnasse, nonostante neanche lui sia stato approfondito. La cosa, però, che più di tutte mi ha infastidito è che si è voluto costruire questa sorta di triangolo/quadrilatero amoroso totalmente a caso, ma soprattutto totalmente inesistente; secondo me sarebbe stato meglio non inserire proprio il lato amoroso in questo romanzo, e magari concentrarvisi maggiormente in uno dei prossimi.

In fine, questo romanzo l’ho percepito molto come un “è bravo, ma non si applica” perché trovo la trama un 10/10 mentre lo sviluppo un 3/10, anche se ritengo comunque la lettura abbastanza godibile se non si hanno alte aspettative. Per me sono 3.5 stelline perché comunque mi ha lasciato addosso una forte curiosità sulle evoluzioni della storia.

Review Party: Laura Purcell, Il Filo Avvelenato

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Ciao lettori, come state? Dopo avervi parlato della situazione carceraria dell’epoca di questo romanzo, ora eccomi a parlarvi del romanzo, invece, con una nuovissima recensione! Prima di iniziare vorrei ringraziare ancora una volta Ylenia di Reine des Livres per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia digitale dell’opera.

Trama

Gran Bretagna, prima metà dell’Ottocento. Dorothea Truelove è giovane, bella e ricca. Ruth Butterham è giovane, ma povera e consumata da un segreto oscuro e terribile. Un segreto che rischia di condurla alla forca. I loro destini si incrociano alla Oakgate Prison, dove Ruth è rinchiusa in attesa di processo per omicidio e dove Dorothea si dedica ad attività caritatevoli; soprattutto, qui la ragazza trova il luogo ideale per mettere alla prova le neonate teorie della frenologia – secondo cui la forma del cranio di una persona spiega i suoi peggiori crimini – che tanto la appassionano. L’incontro con Ruth fa però sorgere in lei nuovi dubbi, che nessuna scienza è in grado di risolvere: è davvero possibile uccidere una persona usando solo ago e filo? La storia che la prigioniera ha da raccontare – una storia di amarezze e tradimenti, di abiti belli da morire – scuoterà la fede di Dorothea nella razionalità e nel potere della redenzione. Per tutti gli amanti della letteratura gotica, un racconto da brivido dedicato al male celato dietro il volto dell’innocenza.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 21 Settembre 2021

Pagine: 420

Prezzo: 20,00€

La trama, a mio parere, è super interessante, e si sviluppa su due linee: da un lato abbiamo la storia di Dorothea, ricca ereditiera che ha deciso di dedicare anima e corpo a opere benefiche e lo studio della frenologia, tecnica che aiuta a capire carattere e pulsioni di una persona attraverso lo studio del cranio della stessa (entrambe queste sue attività l’hanno portata a incontrare Ruth); dall’altro, invece, troviamo Ruth, ragazza accusata di omicidio e rinchiusa in carcere che racconta praticamente tutta la sua storia, spiegando di essere capace di tessere orditi velenosi e mortali. Entrambe le storie raccontate sono molto interessanti, anche se personalmente mi ha appassionato di più quella di Ruth, con tutte le sventure che le sono capitate.

Le descrizioni sono molto accurate, ma essendoci un susseguirsi di eventi super succoso e interessante non risultano mai eccessive, ma sempre super godibili. Entrambi i racconti sono narrati in prima persona, per cui è super facile immedesimarsi in entrambe le protagoniste, cosa che ho apprezzato veramente moltissimo.

L’ambientazione è molto semplice, ci troviamo in un paesino inglese di inizio ‘800, quindi non credo ci sia particolare bisogno di approfondire il discorso, ma potete sempre recuperare l’articolo sulla prigionia proprio qui!

I personaggi sono molto interessanti e ben caratterizzati. Dotty, come ho già detto, incarna perfettamente l’ideale della ricca ereditiera annoiata, e questa sua passione per la frenologia la rende ancor più particolare. Tutto quello che fa e pensa nei capitoli dedicati a lei, mi ha fatto intuire che anche lei nascondeva qualcosa, e sono super felice di averci azzeccato. Ruth invece è solo povera e ignorante, cresciuta senza conoscere molto non ci si poteva aspettare molto da lei, in più situazioni di vita altamente spiacevoli non hanno fatto altro che accentuare tutto ciò. Non mi va molto di parlare dei personaggi secondari perché in questa storia ritengo sia essenziale conoscerli da se.

In fine, una storia che mi ha realmente tenuta attaccata alle pagine e che mi sento di super consigliare assolutamente. 4,5 stelline

Blog Tour: Il Filo Avvelenato, Laura Purcell – La Prigionia

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Ciao lettori, come state? Vi porto, oggi, un’interessante articolo su la prigionia, in Inghilterra, durante la prima metà dell’Ottocento, tema molto forte e importante ne Il Filo Avvelenato. Prima di iniziare vorrei ringraziare Ylenia di Reine des Livres per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia digitale dell’opera.

Trama

Gran Bretagna, prima metà dell’Ottocento. Dorothea Truelove è giovane, bella e ricca. Ruth Butterham è giovane, ma povera e consumata da un segreto oscuro e terribile. Un segreto che rischia di condurla alla forca. I loro destini si incrociano alla Oakgate Prison, dove Ruth è rinchiusa in attesa di processo per omicidio e dove Dorothea si dedica ad attività caritatevoli; soprattutto, qui la ragazza trova il luogo ideale per mettere alla prova le neonate teorie della frenologia – secondo cui la forma del cranio di una persona spiega i suoi peggiori crimini – che tanto la appassionano. L’incontro con Ruth fa però sorgere in lei nuovi dubbi, che nessuna scienza è in grado di risolvere: è davvero possibile uccidere una persona usando solo ago e filo? La storia che la prigioniera ha da raccontare – una storia di amarezze e tradimenti, di abiti belli da morire – scuoterà la fede di Dorothea nella razionalità e nel potere della redenzione. Per tutti gli amanti della letteratura gotica, un racconto da brivido dedicato al male celato dietro il volto dell’innocenza.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 21 Settembre 2021

Pagine: 420

Prezzo: 20,00€

Come si intuisce già dalla trama la prigione è un luogo molto importante per le due protagoniste. Dorothea, vi si reca per diverse attività caritatevoli, tanto da essere una delle principali finanziatrici del rinnovo della struttura, e da visitare spesso le sue occupanti per far loro compagnia e dar modo di sfogare le proprie frustrazioni e redimersi. Ruth, invece, è una delle sue occupanti, anche se prima di quel luogo, ha visto realtà ben peggiori e miserabili.

Dalla lettura del romanzo si evince che esistono due tipi di prigioni: quella per debitori, e quella per veri e propri criminali. La prigione per debitori è la più squallida delle due, lì le persone sono destinate a morirci dal momento che devono pagare per poter utilizzare anche i propri effetti personali, vivono in situazioni di sovraffollamento e precarie situazioni igieniche e alimentari; inoltre non c’è divisione tra uomini e donne. La prigione per criminali, invece, è di tutt’altro calibro. Oltre ad esserci due diverse zone per i detenuti maschi e femmine, ognuno di loro ha delle celle private, c’è un’infermeria, una mensa, e la sartoria dove le detenute possono svagarsi attraverso ago e filo. Le detenute sono inoltre tenute a pulire le proprie aree in modo da sviluppare in loro la diligenza e il duro lavoro. Essendo la prima metà dell’Ottocento, inoltre, i motivi per l’incarcerazione possono essere i più svariati, come anche il tentato suicidio.

Parlando di Ruth, vi ho detto che effettivamente lei ha vissuto realtà ben peggiori della galera, ed effettivamente è così. Prima di essere accusata di omicidio, infatti, lavorava come apprendista da una sarta in cui le condizioni di vita erano ben peggiori. Pasti miseri, orari di lavoro assurdi, letti che in realtà erano pagliericci, indumenti che non tenevano caldo, ma soprattutto pene corporali al minimo sbaglio, sì, perché all’epoca per i padroni era consuetudine – addirittura legale – picchiare i propri apprendisti.

Review Party: Ragazza, serpente, spina, Melissa Bashardoust

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Ciao lettori, come state? Eccomi con una nuova recensione, di un’uscita super recente! Come sempre voglio ringraziare Ylenia di Reine des Livres per le opportunità che ci regala organizzando questi eventi, e la casa editrice per averci fornito la copia digitale dell’opera.

Trama

C’era e non c’era una volta − così cominciano sempre le fiabe − una principessa destinata ad avvelenare chiunque la toccasse.

Ma per Soraya, tenuta nascosta fin dalla nascita, cresciuta lontana dalla sua famiglia, al sicuro solo nel suo giardino, questa non è soltanto una fiaba.

All’approssimarsi delle nozze del suo gemello, Soraya deve decidere se uscire allo scoperto per la prima volta. Nelle segrete del palazzo una div, una demone, potrebbe avere le risposte che sta cercando, la chiave per ottenere la libertà. Al di fuori c’è un giovane uomo che non teme la principessa, nei cui occhi non si legge paura, ma profonda comprensione di chi lei sia veramente, oltre la maledizione e il veleno.

Soraya pensava di sapere quale fosse il suo posto nel mondo, ma quando le sue scelte portano a conseguenze inimmaginabili, inizia a chiedersi chi sia davvero e cosa stia diventando: una donna o una demone? Una principessa o un mostro?

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 05 Ottobre 2021

Pagine: 336

Prezzo: 20,00€

La storia è molto scorrevole, ma ahimè abbastanza prevedibile. Ci sono parecchi cliché e trope visti in parecchi romanzi del genere, ma a differenza degli altri ho notato poca originalità nel rendere il tutto unico e meraviglioso. Non fraintendetemi, mi è piaciuta parecchio, mi ha appassionata e sicuramente consiglierei il romanzo, ma prima di approcciarvi sappiate che, se siete dei lettori forti, probabilmente avete già letto qualcosa di simile; e tanto potete trovare questa storia migliore delle altre, quanto potreste trovarla leggermente inferiore, questo è un parere totalmente soggettivo, e quindi diverso per ognuno di noi.

Le descrizioni sono abbastanza semplici, anche se apprezzo quando sono abbastanza essenziali, ritengo che in questo caso ci sarebbe potuto essere qualche elemento in più ad arricchire il tutto. La narrazione è in terza persona, ma è ugualmente semplice immedesimarsi nella protagonista e provare empatia per lei.

L’ambientazione è interessante, ma avrebbe potuto dare di più, diciamo che non ci ha creduto abbastanza. Per la mitologia/religione del luogo esistono due forze: Creatore e Distruttore, il primo è il padre degli uomini e tutto ciò che è sulla terra, l’altro è il padre dei div, creature diaboliche e mostruose che hanno l’unico compito di creare disordine e distruzione. Tutto è contornato poi da un’ambientazione arabeggiante che, sinceramente, avrei voluto fosse meglio approfondita, così come tutta la questione religiosa.

I personaggi, devo ammettere, non mi hanno fatta impazzire. La protagonista diciamo che ha un carattere con cui io solitamente mi scontro, ma soprattutto non ho amato la scelta dell’autrice di renderla parte della comunità lgbt+, per poi chiamare la sua compagna sempre e in maniera specifica amica; si dovrebbe vedere in realtà se questa particolare scelta sia stata fatta dalla traduttrice, ma sinceramente non credo. Il villain è carino e interessante, ma mi ha ricordato molto, troppo, quello di un altro romanzo/trilogia molto amato in questo periodo. In generale comunque ho trovato alcuni dialoghi e situazioni poco credibili, si cadeva e cascava troppo facilmente nelle mire degli altri, e si diffidava in maniera “scema” e troppo facile di chi invece aveva buone intenzioni.

In fine, questo romanzo per me è stato un po’ una delusione, ma è comunque assolutamente valido, scorrevole e godibile. Più che altro l’ho trovato un po’ superficiale nel trattare determinate situazioni e temi. In sintesi si potrebbe dire che ha buone basi, ma resa poco efficace. Ci sarebbero volute un 100/150 pagine in più di approfondimenti, a mio parere, e sarebbe potuto essere veramente meraviglioso. Attualmente direi 3.5 stelline.

Review Party: I Sette Mariti di Evelyn Hugo, Taylor Jenkins Reid

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Ciao lettori, come state? Oggi sono qui con una nuova recensione totalmente inaspettata. Questo romanzo mi ha incuriosita fin dal primo momento in cui ho sentito parlarne, nonostante ciò non avevo proprio idea di cosa stessi andando in contro nel momento in cui ne ho iniziato la lettura. Prima di iniziare a parlarvene voglio ringraziare, come sempre, Ylenia di Reine des Livres per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia digitale dell’opera.

Trama

Dopo anni vissuti lontano dai riflettori, la ex “divina” di Hollywood Evelyn Hugo, autentica icona della storia del cinema, è finalmente pronta a svelare la sua verità. E anche quella sui suoi sette mariti, naturalmente. Per farlo, sceglie Monique Grant, una reporter semisconosciuta. La più stupefatta è proprio Monique: perché proprio lei? E perché proprio adesso? Si dà il caso che per la giornalista non sia proprio un gran momento: dopo pochi mesi dalle nozze il marito l’ha lasciata, e a trentacinque anni la sua vita professionale sembra già arrivata a un punto morto. L’incarico di scrivere la biografia di Evelyn Hugo potrebbe essere l’occasione che aspettava per dare una svolta alla sua carriera. E così, nello splendido appartamento di Manhattan dell’attrice, Monique ascolta affascinata le parole di Evelyn: dagli esordi nella Los Angeles degli anni Cinquanta fino alla decisione di ritirarsi dalle scene trent’anni dopo, passando per i numerosi matrimoni, l’attrice rivela una storia di feroce ambizione, amicizia inattesa, e un grande amore proibito. Monique si sente sempre più vicina alla leggendaria star: a mano a mano che il racconto di Evelyn si avvicina alla conclusione, appare chiaro che le loro vite sono legate in modo drammatico e ineludibile.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 07 Settembre 2021

Pagine: 420

Prezzo: 20,00€

La storia è veramente super interessante e avvincente, ma soprattutto contiene molta più ciccia di quanto ci si aspetterebbe. Non so se è lo stile utilizzato dall’autrice, la forza accattivante di questa trama, o il mio amore per il gossip (o, per essere più onesta, inciuci), ma ammetto che per me è stato super difficile staccarmi dalle pagine durante la lettura. Nonostante siano parecchi i libri che mi appassionano e che amo, non per tutti riesco a dire che è “facile leggerli”, che scorrono l’acqua, anzi ad essere onesta quasi per nessuno visto che solitamente leggo mattonazzi fantasy, I Sette Mariti di Evelyn Hugo, invece, è stato un romanzo che si è letto praticamente da solo.

Le descrizioni sono state molto essenziale, ma per il tipo di storia doveva essere per forza così. Parliamoci chiaro, stiamo parlando della vita di Evelyn Hugo, a nessuno interessa in che modo la tenda si posava sul pavimento, un eccesso di descrizioni avrebbe reso la trama pesante e ridondante, ma soprattutto avrebbe sviato il succo del discorso. La narrazione segue due punti di vista: quello di Evelyn che si racconta, e quello di Monique che scende a patti con la sua vita, quello che non la soddisfa, ma soprattutto il grande mistero della storia di Evelyn Hugo.

L’ambientazione non è un fattore importante di questa storia, l’intervista si svolge a New York, mentre la vita di Evelyn si è svolta tra New York, Los Angeles e la Spagna. I luoghi, in ogni caso, non sono assolutamente importanti per gli avvenimenti che si susseguono. Tutto ciò sarebbe potuto succedere in una città come un’altra.

I personaggi sono il punto chiave di questa storia secondo me. Evelyn è una vera guerriera; ha sempre fatto ciò che necessario per realizzare i suoi sogni e desideri, e ha sempre anteposto la ragione a quello di cui magari aveva bisogno lei o chi le stava intorno. Non voglio soffermarmi a parlare dei diversi mariti che ha avuto, se fossero buoni o meno, ma sulle difficoltà che questi, in senso molto largo, rappresentano; anzi, non difficoltà, ho usato un termine sbagliato perché quello che voglio intendere realmente è che rappresentano ognuno dei temi super importanti che l’autrice ha voluto includere in questa storia (un po’ mi piace pensare a loro come ai sette peccati capitali). Attraverso i suoi mariti Evelyn ci parla di violenza domestica, tradimento (sia fisico che morale), dei diversi tipi di amore che ci possono essere, come quello dell’idea di quella persona – più che della persona stessa. Dei diritti delle donne e della comunità LGBT+, del diritto all’eutanasia, del cancro, dell’AIDS, delle coppie miste e tanto altro.

In fine, ritengo che nonostante parecchi, se non tutti i temi di questo romanzo siano stati già affrontati diverse volte e tutte in maniera diversa, un po’ tutti abbiano bisogno di leggere questo romanzo perché fa bene. Perché non ti parla come i libri di auto aiuto, ma allo stesso tempo ti aiuta a non avere sensi di colpa per le cose inutili e sbagliate, perché ti aiuta a capire che il mondo non ti deve niente e tu non devi niente al mondo e i sensi di colpa sono solo per chi non sa convivere con le proprie scelte e azioni. Assolutamente 5 stelline.

Blog Tou: Unravel the Dusk, Elizabeth Lim – La Società

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Ciao lettori, come state? Oggi sono qui per parlarvi del secondo capitolo di questa trilogia che ho apprezzato veramente tanto! Dato che per questo evento ho partecipato soltanto al blog tour, al più presto vorrei portarvi anche le recensioni dei due romanzi, spero di riuscire a stabilizzarmi un po’ a ottobre e riprendere un po’ la mano e la coerenza, sia con i post su IG che con gli articoli qui sul blog! Ma adesso bando alle ciance, e iniziamo con l’articolo. Colgo solo – un attimo – l’occasione per ringraziare ancora una volta Ylenia di Reine des Livres per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia digitale dell’opera.

Trama

MAIA TAMARIN HA GIÀ dimostrato di essere la più abile sarta del paese. Ha sbaragliato gli altri concorrenti nella gara con cui l’imperatore ha scelto il nuovo sarto imperiale. Ha viaggiato fino ai confini del mondo per procurarsi la risata del sole, le lacrime della luna e il sangue delle stelle. E con questi tesori ha cucito tre abiti magici, ciascuno degno di una dea. Ma le prove per lei non sono ancora terminate.

Al ritorno dal suo viaggio, il regno è sull’orlo della guerra e Edan, il ragazzo che ama, è sparito. Forse per sempre.

La guerra che impazza non è niente a confronto della battaglia che Maia combatte contro se stessa. Da quando è stata marchiata dal demone Bandur non è più la stessa…

La posta in gioco è più alta che mai, ed è solo questione di tempo prima che Maia si perda completamente. Ma non si fermerà davanti a nulla pur di ritrovare Edan, proteggere la sua famiglia e garantire al suo paese una pace duratura.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 31 Agosto 2021

Pagine: 348

Prezzo: 20,00€

Essendo che l’autrice si è concentrata maggiormente sulla trama, sistema magico e cucito/moda, della società in cui tutto è ambientato non ha parlato più del necessario. Sappiamo che la società è ispirata principalmente da quella della Cina Imperiale, quindi con Imperatore (ma dai), e tutto il seguito tra guardie, eunuchi e nobiltà. Non dimentichiamo inoltre che si tratta di una società di tipo patriarcale, non per niente Maia ha dovuto fingere di essere uomo nel primo romanzo; le donne non potevano fare lavori di rilievo, tant’è che potevano diventare al massimo cucitrici, ma mai delle vere e proprie sarte.

L’imperatore possiede diversi palazzi, nei quali si sposta insieme al mega gruppo della servitù ad ogni stagione. Questa è una cosa super carina, tra abitudini del tempo, che mi ha sempre affascinata e incuriosita, e sono super contenta di aver visto parlare di questo evento anche nel romanzo.

Parte di questa società, anche se non integrante, sono anche gli stregoni (come vi dicevo, l’aspetto fantasy/magico ha forte importanza all’interno di questa storia). Dico parte non integrante perché stiamo parlando sempre di una società altamente superstiziosa, di conseguenza non da tutti gli stregoni sono visti di buon’occhio, anzi, ce ne sono pochi in circolazione, ed essendo un po’ come geni della lampada solo chi ha particolari interessi o mire vi si accosta. Questo anche per il lato oscuro del potere dei maghi, per loro è molto facile cambiare e diventare demoni.

Review Party: L’Impero del Vampiro, Jay Kristoff

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Ciao lettori, come va? Oggi finalmente posso parlarvi del libro che più attendevo in questo 2021, e mi sento super folle ed esaltata a potervene parlare!

Trama

Dall’autore delle “Cronache di Nevernight”, una nuova serie. Sono passati ventisette lunghi anni dall’ultima alba. Per quasi tre decenni, i vampiri hanno mosso guerra all’umanità; hanno costruito il loro impero eterno, a costo di demolire il nostro. Ormai, solo poche minuscole scintille di luce resistono in un mare di oscurità. Gabriel de Leon, metà uomo, metà mostro e ultimo dei Santi d’argento – confratello nonché una delle migliori spade del sacro Ordine d’argento, dedito a difendere il regno dalle creature della notte -, è tutto ciò che si frappone tra il mondo e la sua fine. Imprigionato dagli stessi mostri che ha giurato di distruggere, è costretto a raccontare la sua storia. Una storia di battaglie leggendarie e amore proibito, di fede perduta e amicizie trovate, della guerra del Re Sempiterno e della ricerca dell’ultima speranza rimasta all’umanità. Il Sacro Graal.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 14 Settembre 2021

Pagine: 720

Prezzo: 25,00€

La prima cosa che bisogna sapere su questo romanzo è che probabilmente, se lo leggerai, il tuo primo pensiero a fine lettura sarà: Jay Kristoff è un genio o è un pazzo scriteriato? Beh, io non so rispondervi a questa domanda, ma posso dirvi con certezza che in entrambi i casi io lo amo e lo venero. La storia è molto particolare e intricata, e nonostante i millemila dettagli non ci si perde e sembrano non esserci buchi di trama. Ci sono alcuni salti nel tempo, tra un ipotetico presente (che presente non è visto il tipo di narrazione) e un passato molto lontano, relativo alla giovinezza di Gabriel. Tuttavia non si crea confusione tra le due linee temporali perché prima di passare all’una o all’altra c’è sempre una sorta di recap, cosa che non è che ho apprezzato, di più, anche perché in qualunque linea temporale ci trovassimo la storia mi trascinava così a fondo da perdere la cognizione dell’altra linea temporale, e se non ci fosse stato questo stratagemma molto probabilmente avrei perso qualche pezzo.

Le descrizioni sono molto accurate, anche se devo ammettere mai pesanti, ma anzi super interessanti. La narrazione è molto particolare perché è un po’ come se fosse mista: da un lato in terza persona, il Santo d’Argento che racconta la sua storia a un Vampiro che fa le veci di uno storico; dall’altra Gabe che racconta la sua storia, e quindi noi viviamo tutte le vicende che ha vissuto lui come in una storia in prima persona.

L’ambientazione è un altro elemento che ho super adorato di questa storia. Un Paese basato una religione (vi fa venire in mente qualcosa?), vampiri, e un mondo che non è più lo stesso e ha permesso all’oscurità di prendere il sopravvento. Detto così non sembra, ma il romanzo ai miei occhi è stato un po’ come una gigantesca bestemmia con tutte le scenette e battute, e da grande amante del black humor non ho potuto fare altro che amarlo alla follia. La penna di Kristoff è riconoscibile ovunque, soprattutto grazie alle tante parole “inventate” di cui l’autore è solito servirsi.

I personaggi sono fantastici. Da lettrice pazza e accanita, ma soprattutto da grande amante di Jay Kristoff non potevo non confrontare ogni personaggio che mi capitava davanti con quelli di Nevernight, e nonostante alcuni elementi mi facessero pensare Mia questa sei tu? Ashlinn? Tric? Non posso che dire che il lavoro dell’autore per far sì che questi personaggi siano unici e paragonabili a nessuno è stato eccelso.

In fine, questo romanzo è una maledettissima perla e il lavoro che c’è dietro è innegabile, ma soprattutto folle. Già 700 pagine ci hanno dato ampi elementi per dare forza alla storia di Gabriel de Leon e a renderlo uno stronzo reale, io non oso immaginare cosa possa ancora accadere in altri 2 libri. Zio Jay, cosa diavolo ha partorito la tua mente? Il diavolo ha sussurrato al tuo orecchio? Per questo dici sempre che il diavolo ama i suoi simili? Altrimenti io non me lo spiego. Assolutamente 5 septistelle!

Review Party: Città di Spettri, V. E. Schwab

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Ciao lettori, come state? Per me più o meno da metà settembre è come se fosse già Halloween, quindi letture come questa sono totalmente pane per i miei denti, e sono super felice di aver avuto l’opportunità di fare questa lettura in anteprima grazie all’evento organizzato da Ylenia di Reine des Livres, che ringrazio immensamente.

Trama

Da quando Cass è quasi annegata (sì, va bene, è veramente annegata, ma non le piace ripensarci), è in grado di attraversare il Velo che separa i vivi dai morti e accedere al mondo degli spiriti. Persino il suo migliore amico è un fantasma.

Insomma, la faccenda è già piuttosto strana. Ma sta per farsi ancora più strana.

Quando i suoi genitori vengono ingaggiati per girare un programma televisivo dedicato alle città infestate, tutta la famiglia si trasferisce a Edimburgo, in Scozia. Dove cimiteri, castelli e vicoli sotterranei pullulano di fantasmi irrequieti. E quando Cass incontra un’altra ragazza che condivide il suo stesso “dono”, si accorge di avere ancora molto da imparare sul Velo, e su se stessa.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 31 Agosto 2021

Pagine: 320

Prezzo: 15,00 euro

La storia è molto interessante, e nonostante sia chiaro dal primo momento che è destinata a un pubblico di ragazzi, resta ugualmente super apprezzabile e accattivante. Si vede dal primo momento che la storia è destinata ad avere più episodi, perché ci sono alcuni buchi che evidentemente saranno riempiti nei volumi successivi della storia, e da questo punto di vista siamo super fortunati perché stanno uscendo tutti presto!

Le descrizioni sono molto essenziali, ma mai superficiali. Perfette per il target del romanzo. La narrazione è in prima persona e segue passo passo i pensieri e le vicende che si trova ad affrontare di Cassidy.

La cosa che più ho amato di questa storia è l’ambientazione. Innanzitutto tutta la questione relativa proprio ai fantasmi, come si riesce a vederli e a comunicare con loro, ma anche e soprattutto il modo in cui la vive Cassidy e tutte le varie scoperte che fa durante il suo soggiorno ad Edimburgo. Per non parlare poi della città stessa e le meraviglie che ci troviamo a visitare insieme a lei, e tutte le curiosità un po’ creepy sulla città più infestata! Ammetto di aver avuto un’immensa tentazione di andarci tipo subito, come sempre quando leggo di qualche luogo reale e specifico.

I personaggi sono anch’essi super interessanti e caratterizzati anche un po’ più del necessario nonostante si tratti, come già detto, di una lettura per ragazzi. Cassidy ha una storia molto particolare, e dei genitori ancor di più. Un migliore amico che è un fantasma e di cui si sa veramente poco. E una nuova amica, che spero sinceramente di ritrovare anche durante le prossime letture!

In fine, ho adorato su tutti i fronti questa lettura, e spero di convincere presto i miei nipoti a recuperare questa lettura che, a mio parere, merita tantissimo. Assolutamente 5 stelline.

Review Party: Streghe in Eterno, Alix E. Harrow

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Ciao lettori, come va? Anche oggi una nuova recensione. Parliamo di Streghe in Eterno di Alix E. Harrow, che, per chi non la conoscesse, è la stessa autrice de Le Diecimila Porte di January, per cui già questo può darvi qualche indizio in merito alla storia, e se questa potrebbe fare o meno al caso vostro. In ogni caso ora ve ne parlo meglio, ma prima vorrei ringraziare Ylenia di Reine des Livres per aver organizzato l’evento e la casa editrice per averci fornito la copia digitale dell’opera.

Trama

“Sono terrorizzata e sono terrificante. Sono spaventata e sono qualcosa da temere.” Nel 1893 non esistono streghe. Un tempo sì, c’erano, negli oscuri giorni selvaggi prima che iniziassero i roghi, ma adesso la stregoneria è solo una questione di graziosi incantesimi e filastrocche e vecchi racconti per bambini. Se le donne vogliono avere una qualsivoglia forma di potere, devono cercarla nell’urna elettorale.

Ma quando le sorelle Eastwood – James Juniper, Agnes Amaranth e Beatrice Belladonna – entrano nell’Associazione per le Donne di New Salem, iniziano a chiedersi se, recuperando antiche parole dimenticate, non sia possibile trasformare quello delle suffragette da un movimento di donne a un movimento di streghe. Inseguite da ombre e morbi, perseguitate da forze che vogliono impedire a una strega di votare – e forse persino di vivere -, le sorelle dovranno immergersi nell’antica magia, tessere nuove alleanze e recuperare il legame che le unisce.

Perché le streghe non esistono, ma esisteranno.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 07 Settembre 2021

Pagine: 576

Prezzo: 24,00€

La storia è super avvincente e particolare. Lo stile della Harrow si percepisce forte e chiaro, e come lo amai durante la lettura del suo primo romanzo, l’ho amato adesso. La cosa bella di quest’autrice, secondo me, è il fatto che riesce a rendere una storia fantastica perfettamente plausibile e accattivante, riesce a mischiare fantasia e realtà in una maniera che io adoro alla follia, permettendo così al lettore di immedesimarsi ancor meglio nei personaggi e nella storia.

Le descrizioni sono molto accurate, ma non risultano mai pesanti. La narrazione è in terza persona, con un capitolo finale in prima. Una cosa che ho adorato è stato l’inizio di ogni capitolo con un incantesimo, incatesimi che sono per lo più filastrocche infantili, ma ancora di più ho adorato che alcune di queste filastrocche le conoscevo anch’io, così come – credo – il 99% dei bimbi di tutto il mondo (italiani di sicuro). Cioè, per dirv, c’è anche zucchero, cannella, ed ogni cosa bella che a me fa venire sempre e solo in mente le superchicche! Grande importanza si da anche alle storie, e alcune tra quelle più importanti ci vengono riportate proprio come dei capitoli a sé.

L’ambientazione è molto semplice, come ho già detto l’autrice tende a mischiare molto realtà e fantasia. Ci troviamo in una città americana di fine ‘800 chiamata New Salem, o anche la città senza peccato, per contrapporsi a Old Salem, la città delle streghe. La magia è un qualcosa alla portata di tutti, ma dopo numerose cacce alle streghe e rimostranze, viene vista di malocchio, se non addirittura bannata dalla società. Ci troviamo anche nel periodo storico delle Suffragette, movimento a cui le nostre protagoniste si uniscono, e poi si ispirano. Ho adorato il modo in cui parecchi personaggi storici siano stati trasmessi al femminile, come le sorelle Grimm, ha dato certamente al romanzo un tocco da manifesto femminista ancora più forte.

I personaggi sono super particolari, interessanti e belli. Amo le differenze, ma anche il modo in cui si completano le tre sorelle. I tre punti di vista con le varie vicende che affrontano, e i pensieri che le perseguitano. Il modo in cui si sono perse e ritrovate. Tutti i retroscena che loro stesse davano per scontato, sbagliandosi di grosso. E cosa che ancora di più ho amato è, non solo che comunque come personaggi ci sono veramente tutti i tipi di freak, ma anche che siano stati inclusi anche tutti i tipi di sessualità. Veramente, non posso che dire Good Job!

In fine, mi sento assolutamente e sicuramente di consigliare questo romanzo, una vera chicca a mio parere. Sicuramente 5 stelline.