Blog Tour: Sogni di Mostri e Divinità, Laini Taylor – La trilogia nel panorama fantasy

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Ciao lettori! Torno a parlarvi dell’ultimo capitolo di questa fantastica trilogia, non sotto forma di recensione, ma per come vedo questi romanzi all’interno del panorama fantasy, paragonandoli, quindi, ad alcune delle mie letture a tema. Prima di iniziare voglio ringraziare ancora una volta Ylenia di Reine des Livres per aver organizzato l’evento e la casa editrice per averci fornito la copia digitale dell’opera.

Trama

La misteriosa Karou è una chimera unica nel suo genere: al contrario dei suoi simili, l’eroina de la trilogia La chimera di Praga ha sembianze umane, impreziosite da meravigliosi capelli blu. È innamorata di Akiva, un serafino dalla bellezza eterea. Angeli e chimere sono però nemici naturali, in lotta da secoli. C’è solo un modo per ristabilire la pace: tentare un’alleanza fra le chimere e quegli angeli che, come Akiva, hanno deciso di ribellarsi al loro imperatore.
In questo terzo e conclusivo capitolo della saga entriamo subito nel vivo dell’azione: l’esercito degli angeli discende sulla Terra, in pieno giorno, in una Roma sfolgorante di sole, con uno stuolo di telecamere intente a riprendere e un pubblico sbalordito a osservare la scena. Nel frattempo, dopo il tradimento che ha portato la sua specie allo stremo, Karou sta ricostruendo l’esercito delle chimere e, grazie a un inganno ingegnoso, è ora alla guida della ribellione contro gli angeli. Il futuro della sua specie dipende da lei, ed è giunto il momento dello scontro finale. Riusciranno Karou e Akiva a realizzare il sogno di una realtà in cui i loro popoli smettano di distruggersi e in cui, forse, potrebbe esserci spazio per il loro amore?
Con queste pagine mozzafiato, caratterizzate da una tensione costante e una serie di personaggi indimenticabili, Laini Taylor conferma il suo grande talento.
Un finale stupefacente per una trilogia fantasy davvero epica, una suggestiva rivisitazione moderna della mitologia classica e cristiana che ha appassionato milioni di lettori in tutto il mondo.

Editore: Fazi Editore

Data di Pubblicazione: 20 Maggio 2021

Pagine: 572

Prezzo: 13,00€

Ho deciso di strutturare questo articolo una maniera un po’ diversa dal solito, anche perché è la prima volta che scrivo un articolo del genere 😂 Voglio prendere alcuni elementi di questo romanzo, quelli che mi hanno colpita o fatto riflettere di più, e confrontarli con elementi “simili” di altri romanzi.

Un elemento che caratterizza questo romanzo, e che è praticamente alla base di tutto è, a mio parere, la guerra, la lotta quasi eterna tra serafini e chimere. Per questa guerra sono state fatte cose realmente abominevoli, nelle macchinazioni dei “potenti” nulla ha valore, nemmeno i civili, che fino a poco prima sono sempre stati esclusi e salvaguardati, preservati da questa orribile realtà e da questi pericoli. L’imperatore dei serafini, però, a un certo punto, non è più della stessa idea. Questa situazione mi ha fatto molto pensare a quello che succede ne La Guerra dei Papaveri, perché è proprio come lo stato nemico si comporta con l’Impero, distruggendo intere città e massacrando migliaia di civili. Per Mugen le persone non contano e sono sacrificabili così come per Joram gli Illegittimi valgono meno di 0 e sono più che sostituibili. La differenza sta nel fatto che i soldati di Mugen hanno assorbito la stessa ideologia dei loro superiori, mentre i serafini a un certo punto si ribellano perché non hanno mai accettato il poco valore che viene dato alle loro vite.

Allo stesso tempo la resurrezione delle chimere mi ha fatto un po’ pensare alla tregua dei vent’anni che si legge all’interno di Truthwitch. Questa idea me l’ha fatta venire in mente in particolare il disegno realizzato da Karou sulla guerra, prima di riavere i suoi ricordi da Madrigal, che viene citato nell’ultimo romanzo della trilogia. L’immagine che ci viene presentata è quella di due persone sedute a un tavolo che mangiano dalle rispettive ciotole, quello che mangiano è il “popolo” dell’altro e “vince” il primo che svuota la ciotola. Karou osserva che è come se loro “barassero” dal momento che la ciotola nn si svuota soltanto, ma viene anche riempita, in continuazione. Quindi sì, anche per loro la guerra è fissa, costante, vita, ma allo stesso tempo non rappresenta anche la morte, come invece è per i serafini, le cui fila inevitabilmente si sfoltiscono. Questa situazione per me può essere vista anche un po’ come una tregua per le chimere, che in ogni caso continuano a vivere, a reincarnarsi, loro in qualche modo possono respirare e andare avanti perché nulla è davvero definitivo.

Altro elemento alla base di questo romanzo è la storia d’amore tra Akiva e Karou, un insta-love a tutti gli effetti, ma che non può permettersi assolutamente di essere paragonato alla maggior parte degli insta-love che leggiamo nei romanzi fantasy e non (qui parla un’amante degli enemies-to lovers). La particolarità di questo romanzo secondo me è che questo insta-love si ripete, c’è un incontro di anime prima che di carne, anche senza conoscere le vere e rispettive identità, nonostante un inizio un po’ travagliato Karou e Akiva provano un’attrazione e un’elettricità da paura, sempre e comunque, ancora e ancora.

Non mi piace fare classifiche e dire questo è meglio di quello e simili, ma a mio parere la trilogia della Chimera di Praga si posiziona veramente in alto nella scala dei romanzi fantasy. Affronta tantissimi temi importanti (non dimentichiamoci del razzismo) e lo fa in maniera unica ed eccezionale.

Review Party: Ballata dell’Usignolo e del Serpente, Suzanne Collins

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Io ho avuto l’opportunità di leggere e recensire questo libro in occasione di un Review Party organizzato da Beatrice, ma ho visto in giro che ci sono parecchi pareri discordanti in merito quindi non potevo essere più felice di aver partecipato in modo da potervi dire la mia!

Trama

È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l’unica, esile, possibilità di riportarlo all’antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria. Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi. I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D’ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l’arena avrà luogo un duello all’ultimo sangue, ma fuori dall’arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 19 Maggio 2020

Pagine: 480

Prezzo: 22,00€

Questo libro è stato una grande sorpresa per me quindi non voglio dilungarmi troppo in premesse, ma partire subito con la recensione.

Partiamo da storia e ambientazione: non ci troviamo davanti a una storia piena di azione come quella di Katniss, ma assistiamo all’ascesa (o discesa) di Snow. Lo vediamo come non lo avremmo mai immaginato: debole e insicuro. Lo vediamo ad affrontare una sorta di esperimento creato per migliorare gli Hunger Games, sì, perché siamo ai Decimi Hunger Games. I Giorni Bui sono terminati da poco e i Giochi sono ancora a uno stato acerbo: non esiste una vera e propria arena, non esistono gli sponsor, pochissime persone li guardano e anche Capitol vive ancora in una residua povertà da dopoguerra. Assistiamo quindi principalmente a cosa c’è dietro l’organizzazione dei Giochi, l’introduzione di alcune novità, tra cui quella del presentatore (sempre un Flickerman), il modo in cui vengono “visti” nei distretti e chi li ha ideati. Ci troviamo davanti uno Snow giovane, che ancora non sa come va il mondo e che piega vuole assumere lui nella sua vita, lo vediamo combattere con la povertà e provare a vincere gli Hunger Games, o meglio a far vincere il proprio tributo, per poter avere i soldi per l’Università; lo vediamo anche innamorarsi, vediamo una parte di lui più vulnerabile, che non conoscevamo, e in seguito ai diversi avvenimenti del romanzo, lo vediamo pian piano trasformarsi nel velenoso serpente che abbiamo imparato a conoscere. La storia procede quindi lineare, sempre in prima persona ma secondo il punto di vista di Coriolanus.

Le descrizioni sono sempre alla maniera della Collins, molto dettagliate e chiare; molto facile capire e vedere chiaramente personaggi, ambienti e azioni. Non c’è spazio a dubbi o confusione, il tipo di descrizioni che piace a me perché non sono eccessive. Accompagnano perfettamente il tipo di narrazione introspettiva che utilizza l’autrice.

Parliamo adesso dei personaggi. Abbiamo intravisto quindi quello che era Snow nei suoi 18 anni, un ragazzo diverso dagli altri perché cresciuto orfano ma con alte aspettative sulle spalle a causa del nome che porta; viziato a suo modo, da molta importanza alle apparenze e vive giudicando gli altri. Chiaramente un personaggio con cui è difficile empatizzare a causa dei pensieri che fa e dal pregiudizio che abbiamo su di lui. Conosciamo poi il decano Highbottom, colui che insieme a Crassus Snow ha creato gli Hunger Games, e colui che rimpiangerà per sempre questa scelta. Abbiamo una visione dei predecessori, probabilmente genitori o nonni dei personaggi di spicco che conosceremo durante i 74esimi e 75esimi Hunger Games. Conosciamo poi la dottoressa Gaul, una sadica che quasi perseguita Coriolanus e che ha reso reale tutto ciò che c’è di spaventoso negli Hunger Games e che sopratutto l’ha formato e trasformato in quello che conosciamo. Abbiamo Lucy Gray, l’innamorata e la debolezza di Snow, Katniss riporterà a galla tanti ricordi spiacevoli legati a lei. E abbiamo Seiamus Plinth, tanto un problema per Snow a causa delle sue idee ribelli e dei suoi modi di fare, quanto un trampolino di lancio grazie alla ricchezza del padre e all’affetto della madre.

In fine, Ballata dell’Usignolo e del Serpente è un libro tanto discusso in questo periodo. A parecchie persone non è piaciuto e ritengo che questo sia successo per due motivi specifici: il primo è che si aspettavano di assistere alle vicende interne all’arena, a un’avventura come quelle di Katniss; il secondo è che non sono riusciti a empatizzare con Snow, io credo che questo non è un libro in cui si deve empatizzare tanto con il protagonista ma più che altro conoscerne le vicende, le motivazioni che lo fanno muovere e come è diventato quello che è “oggi”, durante i 74esimi e 75esimi Hunger Games. Io credo sia stato un libro davvero bello, ho amato conoscere ogni aspetto della creazione degli Hunger Games e quello che è stato il loro sviluppo nel tempo. Conoscere, così, anche quella che è stata la formazione e la crescita personale di una nemesi (almeno per me) tanto amata. Ritengo che, insieme ad Hunger Games, questa sia una lettura d’obbligo. Ho adorato ogni pagina e sono stata sempre incuriosita e affascinata dal proseguire della storia. È assolutamente un 5 stelline!

Di seguito potete trovare le altre tappe delle recensioni!

Review Party: Hunger Games – Il Canto della Rivolta, Suzanne Collins

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Eccoci con l’ultima recensione relativa alla trilogia di Hunger Games! Ormai abbiamo fatto il callo per cui inizio subito!

Trama

Contro ogni previsione, Katniss Everdeen è sopravvissuta all’Arena degli Hunger Games. Due volte. Ora vive in una bella casa, nel Distretto 12, con sua madre e la sorella Prim. E sta per sposarsi. Sarà una cerimonia bellissima, e Katniss indosserà un abito meraviglioso. Sembra un sogno… Invece è un incubo. Katniss è in pericolo. E con lei tutti coloro a cui vuole bene. Tutti coloro che le sono vicini. Tutti gli abitanti del Distretto. Perché la sua ultima vittoria ha offeso le alte sfere, a Capitol City. E il presidente Snow ha giurato vendetta. Comincia la guerra. Quella vera. Al cui confronto l’Arena sembrerà una passeggiata.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 01 Settembre 2012

Pagine: 432

Prezzo: 13,00€

La storia prosegue spedita lungo il binario della rivolta. Adesso è tempo di un vero contrattacco da parte dei ribelli, nei confronti di Capitol City! Ci troviamo davanti una Katniss mentalmente confusa subito dopo la sua fuga dall’arena dei settantacinquesimi Hunger Games. L’idea, fin da subito, è quella di convincere i distretti ancora indecisi ad unirsi alla causa, e dare una mano ai distretti in rivolta. Per fa ciò ci sarà un equipe a creare video promozionali per la rivolta da far vedere su tutti gli schermi dei distretti, e infine anche nei televisori di Capitol City. Tuttavia c’è qualcosa che non avevamo considerato. Dov’è Peeta? Cosa sta facendo? Ovviamente io non posso rispondere a queste domande per sarebbero dei super spoiler.

Per quanto riguarda descrizioni e ambientazione siamo sempre sulla stessa linea per cui non mi ci soffermerò.

I personaggi sono, fin dal primo momento, fantastici. Katniss sempre in lotta con se stessa, ha una bella crescita personale. Gale è sempre odio, punto. Peeta, non posso dire nulla di lui o farei spoiler (mannaggia a lui). Conosciamo meglio gli altri vincitori: Finnick, Johanna e Annie. Anche se avrei voluto sapere qualcosa di più riguardo a Johanna e a come sarebbe proseguita la sua storia, la sua vita. Conosciamo anche nuovi personaggi, come Cressida che io amo e Polluce che è un cucciolino. Mi sono affezionata ad ognuno di loro, non li dimenticherò mai. Snow, inoltre, è un antagonista davvero interessante. Non sto più nella pelle, voglio sapere come era da giovane, i suoi pensieri e le sue paure.

In fine, non so dire con esattezza quale dei tre libri sia il mio preferito. Sicuramente, però, posso dire che quelli che mi hanno fatta scalpitare di più sono il secondo e il terzo. Con il canto della rivolta, però, ho pianto e mi sono emozionata. Come ho già detto numerose volte, Hunger Games è uno dei miei libri preferiti, penserò a questa trilogia sempre con affetto, e sicuramente ci ritornerò altre volte. Consiglio a tutti gli amanti del fantasy e del distopico la lettura di questa trilogia, e se non ne siete convinti almeno date un’occhiata ai film per farvi un’idea. Come sempre ci sono alcune modifiche e tagli (addirittura un personaggio importante per il libro, nei film non esiste proprio) ma rende bene l’idea della storia. Come per tutti gli altri libri, dò assolutamente 5 stelline e possa la fortuna essere sempre a vostro favore!

Di seguito le altre tappe:

Review Party: Hunger Games – La Ragazza di Fuoco, Suzanne Collins

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Eccomi oggi con la seconda tappa del mega review party dedicato alla trilogia di Hunger Games che avrà il suo culmine e la sua fine con la recensione di Ballata dell’Usignolo e del Serpente!

Trama

La ragazza di fuoco è sconvolta: ha acceso una sommossa. Ora ha paura di non riuscire a spegnerla. E forse non vuole neppure farlo. Mentre si avvicina il momento in cui lei e Peeta dovranno passare da un distretto all’altro per il crudele Tour della Vittoria, la posta in gioco si fa sempre più alta. Se non riusciranno a dimostrare di essere perdutamente innamorati l’uno dell’altra, Katniss e Peeta rischiano di pagare con la vita.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 01 Novembre 2010

Pagine: 373

Prezzo: 13,00€

A quanto pare gli Hunger Games non sono finiti con la vittoria, e conseguente uscita dall’arena, di Katniss e Peeta. La loro vita è ancora in pericolo e come si svolgerà il tour della vittoria sarà decisivo per le loro sorti. Non posso dire molto di più perché sarebbe spoiler per chi non conosce la trilogia né i film.

La storia parte con uno scorcio di quella che è la vita di Katniss subito dopo gli Hunger Games e il Tour della Vittoria, proseguendo poi con l’annuncio che decreterà le caratteristiche dei settantacinquesimi Hunger Gamaes, ossia la terza edizione della Memoria. Questo secondo romanzo risulta essere molto più scorrevole rispetto al primo perché lo spazio lasciato ai momenti di riflessione è diminuito a favore delle crescenti scene d’azione.

Vi ho già parlato delle descrizioni nella precedente recensione, ed essendo l’autrice la stessa mi sembra superfluo mettermi a ripetere le stesse cose della volta scorsa.

Per quanto riguarda l’ambientazione ci ritroviamo sempre in questo mondo futuristico in cui il potere è centralizzato e limitato alla capitale, alla quale sono assoggettati ben 12 distretti, che appunto vivono situazioni di stenti e precarietà a causa dei Giorni Bui, motivo anche della creazione degli stessi Hunger Games. Tuttavia, in questo secondo romanzo la situazione dei distretti non è più la stessa del libro precedente. Il gesto di Katniss, il tentato doppio suicido tramite le bacche, è stato visto come un gesto di sfida verso Capitol City, è stata la scintilla che ha fatto divampare l’incendio. A fare da sfondo troviamo quindi non più una Panem sotto il giogo di Capitol City ma i distretti in rivolta, i distretti che hanno deciso di ribellarsi e di non sottostare più alle loro barbare imposizioni.

Troviamo quindi anche molti personaggi nuovi. Conosciamo principalmente i tributi vincitori di vecchie edizioni degli Hunger Games, per fare alcuni nomi (che sarebbero anche i miei preferiti) abbiamo Johanna Mason del distretto 7 e Finnick Odair del distretto 4. Ognuno di loro, ovviamente, ha delle storie complicate alle spalle. Conosciamo ancora poco di loro quindi è difficile empatizzate al momento, avendo come punto di riferimento il pov di Katniss, all’inizio ci ritroviamo diffidenti nei loro confronti. Piano piano però, soprattutto con la lettura del terzo e ultimo romanzo, si impara a conoscerli e ad avvicinarsi a loro. Veniamo a sapere qualcosa di più anche su Haymitch e su come ha fatto a vincere gli Hunger Games, seconda edizione della memoria quindi 50esimi Hunger Games. Trovo abbastanza insopportabile Gale, e porto avanti la ship tra Katniss e Peeta. Grazie a quest’incontro con i vecchi vincitori, abbiamo anche modo di sapere in che modo vedono gli altri tributi, i nuovi vincitori. La cosa più sorprendente però è vedere determinate reazioni e pensieri emergere dalle persone stesse di Capitol City a quello che succede in questo tratto di romanzo.

Da tutto quello che ho detto finora cosa si evince? Ho amato alla follia La Ragazza di Fuoco, e sono sempre più felice di questa riletture. È una delle mie trilogie preferite e, uscite le edizioni del decennale le acquistai proprio a favore di una rilettura quindi questo Review Party casca proprio a pennello e mi aiuta con uno dei miei obiettivi librosi di quest’anno! Non posso fare altro che consigliare a tutti di affrontare questa lettura o rilettura, 5 stelline!

Di seguito le altre tappe relative al secondo volume della trilogia!

Review Party: Hunger Games, Suzanne Collins

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Hunger Games è uno dei libri e dei film che più ho amato durante la mia adolescenza. In passato ho letto solo il terzo libro della trilogia, per cui, insieme ad altri ragazzi, abbiamo deciso di fare una mega rilettura in occasione dell’uscita di Ballata dell’Usignolo e del Serpente, il cui protagonista principale è il presidente Snow, tanti anni prima dei 74esimi Hunger Games e nelle vesti di mentore.

Trama

Quando Katniss urla “Mi offro volontaria, mi offro volontaria come tributo!” sa di aver appena firmato la sua condanna a morte. E il giorno dell’estrazione dei partecipanti agli Hunger Games, un reality show organizzato ogni anno da Capitol City con una sola regola: uccidi o muori. Ognuno dei Distretti deve sorteggiare un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni che verrà gettato nell’Arena a combattere fino alla morte. Ne sopravvive uno solo, il più bravo, il più forte, ma anche quello che si conquista il pubblico, gli sponsor, l’audience. Katniss appartiene al Distretto 12, quello dei minatori, quello che gli Hunger Games li ha vinti solo due volte in 73 edizioni, e sa di aver poche possibilità di farcela. Ma si è offerta al posto di sua sorella minore e farà di tutto per tornare da lei. Da quando è nata ha lottato per vivere e lo farà anche questa volta. Nella sua squadra c’è anche Peeta, un ragazzo gentile che però non ha la stoffa per farcela. Lui è determinato a mantenere integri i propri sentimenti e dichiara davanti alle telecamere di essere innamorato di Katniss. Ma negli Hunger Games non esistono gli amici, non esistono gli affetti, non c’è spazio per l’amore. Bisogna saper scegliere e, soprattutto, per vincere bisogna saper perdere, rinunciare a tutto ciò che ti rende Uomo.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 13/05/2013

Pagine: 370

Prezzo: 13,00€

Conoscevo già, a grandi linee, la storia. Addentrarmi di nuovo nel Distretto 12, a Capitol City e soprattutto nell’Arena è stata per me un’esperienza meravigliosa. Ho conosciuto tanti dettagli che ignoravo e, soprattutto i pensieri di Katniss e i ricordi relativi al padre, che chi ha visto solamente il film non conosce.

La storia, come ben sappiamo, parte dal giorno della mietitura. Abbiamo, però, prima la possibilità di vedere com’era la vita di Katniss prima di “essere selezionata” per partecipare agli Hunger Games. Tutto procede in maniera scorrevole e accattivante. La narrazione è in prima persona quindi percepiamo il tutto come se fossimo noi stessi a trovarci nell’arena.

Le descrizioni sono fantastiche, permettono di conoscere alla perfezione le caratteristiche dei personaggi, gli ambienti che ci circondano e le azioni cui assistiamo. Non sono mai eccessivi, al punto di annoiare il lettore, ma anzi ci portano a incuriosirci e a volerne sapere sempre di più su tutto quello che accade.

L’ambientazione è unica nel suo genere. Ci troviamo in un mondo in cui il progresso tecnologico è ai massimi livelli ma solo pochi eletti ne hanno accesso illimitato. Ci troviamo a Panem divisa in Capitale (appunto Capitol City) e 12 distretti; ogni distretto produce un qualcosa di specifico, il distretto 12 quello della nostra protagonista ad esempio, è specializzato nella produzione del carbone. A differenza della capitale, i distretti vivono di povertà e stenti, per ricordare a tutti i Giorni Bui, periodo storico nel quale i distretti si ribellarono portano alla distruzione del distretto 13 e alla nascita degli Hunger Games.

I personaggi sono molto ben costruiti a mio parere. Ho sentito di alcune persone che trovano Katniss insopportabile o vuota come se non avesse sentimenti, secondo me non è così. Ci ritroviamo in una lotta per la sopravvivenza e Katniss è sempre cresciuta provando a sopravvivere, ad avere un qualcosa da mangiare per sé e per i suoi in condizioni totalmente ostili. È normale che lei sia l’ostilità fatta persona, e credo che nessuno possa davvero capire questo tipo di situazioni e di sentimenti perché è davvero difficile che qualcuno abbia raggiunto quei livelli di fame e di disperazione nella propria vita. Peeta è un po’ un cucciolo di panna, sempre innocente e non per finzione. Alla mia prima visione di Hunger Games ero team Gale probabilmente a causa della figaggine dell’attore, adesso ancora non so per chi tifare, probabilmente avrò un’idea decisa alla fine della rilettura. Vi farò sapere la mia scelta nella recensione de Il Canto della Rivolta. Ci sono poi Haymitch ed Effie. Haymitch è un personaggio che adoro, soprattutto dopo la visione che mi ha dato di lui il libro. Bellissimo il rapporto che si crea, appunto nel team mentore e tributi del distretto 12. Effie la conosceremo meglio più avanti, quindi meglio aspettare un po’ prima di parlare di lei.

In fine, ho amato alla follia questo primo volume. È stato facilissimo immedesimarsi nei personaggi, essere preoccupati per loro, provare le loro stesse paure ed ansie. Per me è un 5 stelline a tutti gli effetti. Ho quasi termina la rilettura della Ragazza di Fuoco, ci vediamo domenica con la recensione!

Di seguito potete trovare le altre tappe del tour!