Review Party: Il Rintocco, Neil Shusterman

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Ciao lettori! Eccomi anche oggi, qui sul blog, per parlarvi del terzo e ultimo capitolo della trilogia della Falce, che resterà sicuramente una delle mie preferite di sempre. Prima di iniziare voglio ringraziare Ylenia di Reine des Livres per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia digitale dell’opera.

Trama

Da tre anni Citra e Rowan sono scomparsi: da quando cioè la falce Goddard ha assunto il potere e il Thunderhead si è chiuso in un silenzio che solo Greyson Tolliver riesce a infrangere. La città-isola di Endura, il “cuore pulsante” della Compagnia delle falci, è perduta, affondata per sempre nelle acque dell’oceano, e con lei le Grandi falci. Davvero sembra che ormai nulla possa impedire il dominio assoluto di Goddard, nominato Suprema Roncola della MidMerica. E, mentre gli echi della Grande Risonanza scuotono ancora il cuore della Terra, la domanda è una sola: c’è ancora qualcuno in grado di fermare il tiranno? Gli unici a saperlo sono la Tonalità, il Rintocco e il Tuono.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 30 Marzo 2021

Pagine: 492

Prezzo: 22,00

La storia all’inizio è un po’ confusionaria, non sappiamo quanto tempo sia passato da quando Endura è sprofondata, e ci sono anche alcuni salti temporali che, non essendo specificati a inizio capitolo, non sempre si intuiscono. L’avanzamento delle vicissitudini, però, è super interessante, ma soprattutto inaspettato. Avevo sì, aspettative alte, ma mi aspettavo, come sicuramente tanti altri, che le cose andassero in certo modo. Ovviamente nulla è andato come previsto, ma comunque secondo me gli eventi hanno preso una piega inaspettata, e soprattutto umana. Quello che noi non abbiamo capito dal primo momento in cui abbiamo iniziato questa storia è che Citra e Rowan, così come tutti gli altri, non sono gli eroi di questa storia. Di falci ce ne sono a bizzeffe, così come di persone di ogni tipo. È a questo che ha portato l’evoluzione della specie e i mille progressi attuati dal Thunderhead. E a un certo punto fotte meno di niente del mondo e del suo destino, essendo persone normali scegliamo noi e scegliamo la nostra felicità e il nostro cuore, perché per troppo tempo non lo abbiamo fatto. E l’ho apprezzato, anche se di solito adoro i personaggi eroici, ho adorato anche l’immensa umanità che invece hanno mostrato i personaggi di questo romanzo. Citra e Rowan in ogni caso non sono stati gli unici, vediamo una parte molto delicata di Faraday, la sua debolezza, ma anche la sua rinascita, un nuovo senso che riesce a dare alla vita, e continua a essere uno dei patanelli del mio cuore.

Le descrizioni di questo romanzo sono sempre molto chiare ed espressive. Adoro l’inizio di ogni capitolo i messaggi che ci vengono trasmessi dai diari delle falci. In questa terzo capitolo, però, vediamo come assumono una sfumatura politica non indifferente, data anche dal modo, di Goddard, di essere Suprema Roncola. E in più sono alternati da capitoli dedicati a degli scritti, molto posteriori, dei tonisti. Questo ci porta a farci due domande, o meglio due ipotesi, alla fine del romanzo, ma durante la lettura ci fa presagire qualcosa del finale.

In fine, questo capitolo per me è la perfetta conclusione della trilogia, ma capisco benissimo chi invece sia rimasto deluso dalle scelte di Shusterman. Io l’ho vista un po’ come: può esserci tutto il progresso del mondo, ma i sentimenti umani come l’amore e l’egoismo prevarranno sempre, perché l’umanità prevarrà sempre. E questo mi è piaciuto molto. 5 stelline

Prime Impressioni: Blue Flag, Kaito

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Ciao lettori, come state? Lo so, l’ho detto tante volte, ma spero davvero che questa volta la mia latitanza finisca! Ho finalmente creato un nuovo feed, comprato un sacco di cosucce per le decorazioni e composizioni, adesso nulla, o quasi, può fermarmi! Oggi vi voglio parlare del primo volume di Blue Flag e delle emozioni che mi ha trasmesso, e per farvi capire quanto la mia impossibilità a fare foto decenti mi stesse bloccando, vi faccio presente che in realtà ho letto questo volume a Febbraio. Lo so, sono la prima ad esserne sconvolta! Ma adesso bando alle ciance e iniziamo.

Trama

Taichi non ha mai avuto una ragazza, né un vero amico. Ora però che la sua vita sta per legarsi a quella di Toma e Futaba tutto cambierà in maniera sorprendente e inattesa. Sogni, paure, errori, follie dell’adolescenza in un seinen che sta conquistando migliaia di lettori.

Editore: Panini Planet Manga

Data di Pubblicazione: 02 Maggio 2019

Pagine: 224

Prezzo: 4,50€

La storia parte, dal mio punto di vista, un po’ insicura, per poi riprendersi alla grande e sorprenderci in ogni modo possibile e inaspettato. All’inizio si ha qualche idea, ma non ci si aspetta il tipo di evoluzione che poi avviene nella trama. E ovviamente chi è che voleva ordinare 3/4 volumi e ha scoperto che erano in ristampa e dovrà attendere millemila anni prima di poter andare avanti con la storia? Ma OVVIAMENTE io! Diciamo che mi ha presa soprattutto per la semplicità con cui vengono narrati i fatti e la presenza di temi molto delicati, anche se per il momento solo accennati, se non addirittura sospettati.

I disegni sono veramente molto belli, per loro avrei acquistato il manga già molto tempo fa, ma ho aspettato un po’ prima di iniziare sia perché avevo paura che fosse il classico shojo, sia perché nel periodo in cui uscì ho iniziato veramente tantissimi manga nuovi e non volevo aggiungerne un altro al già enorme carico.

I personaggi attualmente sono il punto forte di questa storia, cosa anche normale perché ci sta tutto che in un primo volume si sia evoluta poco. Ed è anche normale, ovvio e scontato che anche i personaggi non siano stati ancora approfonditi, ma accennati; tuttavia si riesce a scorgere un po’ di quello che saranno e ammetto che le aspettative sono veramente alte. Il protagonista è molto insicuro e introverso, ma soprattutto indeciso, nemmeno lui sa molto cosa fare e come approcciarsi a determinate situazioni e ha bisogno di un po’ di spinte, ma fortunatamente sembra che abbia le spalle ben coperte. Speriamo soltanto che poi non sia chi gli copre le spalle a rimanere scoperto… vedremo!

In fine, questo manga mi ha convinta da subito a proseguire, anche se al momento non so quando né come riuscirò a farlo. Le aspettative sono veramente alte e sto in ansia e non vedo l’ora di andare avanti aaaaaaaaaaaa 4 stelline!

Review Party: HeartStopper Vol3, Alice Oseman

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Ciao lettori, come state? Oggi vi porto una nuova, dolcissima, recensione. Da poco è uscito il terzo volume di una delle Graphic Novel che mi ha conquistato il cuore nel 2021: HeartStopper di Alice Oseman! Prima di iniziare voglio ringraziare Ylenia di Reine des Livres per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia digitale dell’opera.

Trama

Charlie non avrebbe mai pensato che Nick potesse ricambiare il suo sentimento, ma ora sono ufficialmente fidanzati, e Nick ha anche trovato il coraggio di dirlo a sua madre. Ma ora deve dirlo anche agli altri; e la vita non è sempre semplice, anche se hai accanto qualcuno che ti ama. “Heartstopper” parla di amicizia, amore, lealtà, salute mentale. Unendo le storie private di Nick e Charlie, finisce per parlarci di qualcosa di più grande, che interessa tutti noi.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 02 Marzo 2021

Pagine: 384

Prezzo: 19,00

Non sto piangendo, mi è solo entrata una Torre Eiffel nell’occhio. Posso già dirvi con certezza che questo è il mio volume preferito di HeartStopper tra quelli letti finora. Questo volume, oltre alla solita immensa dolcezza a cui siamo abituati, trasmette un sacco di temi nuovi e importantissimi, tanto della comunità lgbt+ quanto dell’adolescenza in generale. Vediamo i nostri protagonisti in ambienti nuovi, li vediamo aprirsi e chiudersi e mostrare nuove debolezze e insicurezze, così come conosciamo nuovi lati del loro carattere, ma soprattutto approfondiamo la conoscenza delle rispettive famiglie.

I disegni della Oseman sono sempre molto caratteristici e semplici, ma nella loro semplicità riescono a esprimere tantissimo. Spesso anche illustrazioni e fumetti con una tecnica maggiore non mi fanno battere il cuore come riesce a farlo, invece, Alice Oseman.

I personaggi li conosciamo già, ma ci si presentano nuove dinamiche super importanti e iniziamo a vedere nuovi tipi di interazioni tra loro. Allo stesso tempo approfondiamo la conoscenza di personaggi secondari, ossia gli amici di Charlie in particolar modo, ma anche un po’ quelli di Nick.

In fine, nella vita io posso fare una sola cosa, ed è consigliarvi HeartStopper fino alla morte. LEGGETELO! 5 stelline.

Review Party: Il Regno di Rame, S.A. Chakraborty

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Ciao lettori! Eccomi, da latitante, con una nuova recensione. L’anno scorso vi parlai del primo volume di questa trilogia che ho tanto amato, oggi, finalmente, posso parlarvi del secondo. Come sempre, prima di iniziare voglio ringraziare Ylenia di Reine des Livres per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia digitale dell’opera.

Trama

La vita di Nahri è cambiata per sempre nel momento in cui ha accidentalmente evocato Dara, un misterioso jinn. Fuggita dalla sua casa al Cairo, si è ritrovata nell’abbagliante corte reale di Daevabad, immersa nelle cupe conseguenze di una battaglia devastante, e lì ha scoperto di aver bisogno di tutto il suo istinto truffaldino per sopravvivere. Anche se accetta il suo ruolo ereditario, sa di essere intrappolata in una gabbia dorata, controllata da un sovrano che governa dal trono che una volta apparteneva alla sua famiglia: basterà un passo falso per far condannare la sua tribù.

Nel frattempo, Ali è stato esiliato per aver osato sfidare suo padre. Braccato dagli assassini, è costretto a fare affidamento sui poteri spaventosi che gli hanno donato i marid. Così facendo, però, minaccia di portare alla luce un terribile segreto che la sua famiglia ha tenuto nascosto a lungo.

Intanto, nel desolato nord, si sta sviluppando una minaccia invisibile. È una forza capace di portare una tempesta di fuoco proprio alle porte della città. Un potere che richiede l’intervento di un guerriero combattuto tra un feroce dovere a cui non potrà mai sottrarsi e una pace che teme di non meritare mai.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 02 Marzo 2021

Pagine: 648

Prezzo: 24,00 euro

La storia non inizia da dove è terminato il romanzo precedente, ma ci troviamo parecchio avanti nel tempo. All’inizio, infatti, ci troviamo un po’ confusi in merito a quello che sta succedendo, ma pian piano tutte informazioni importanti vengono spiegate senza dare spazio a dubbi o buchi. Succede veramente DI TUTTO, ho adorato ogni cosa. Il punto di vista varia tra i tre personaggi principali: Nahri, Dara e Ali, cosa che ho apprezzato nel primo volume, e adorato in questo secondo.

Le descrizioni non sono eccessive né superficiali. Sono sempre molto chiari gli ambienti che ci circondano, è facile immaginarli, così come eventuali scontri e situazioni. Aiutano perfettamente a immedesimarsi nei personaggi.

L’ambientazione non si limita a Daevabad, in questo volume grazie ai punti di vista di Dara e Ali abbiamo modo di guardare altri scorci del mondo jinn, in particolare approfondiamo Am Gezira e le condizioni in cui si trovano a vivere i jinn di periferia. La Daevabad in cui ci troviamo è cambiata, in negativo, e a suo modo è sempre la stessa.

I personaggi, come sempre, sono la cosa più particolare di questo romanzo. Vediamo una bella evoluzione in tutti i personaggi, Nahri e Ali in particolar modo. Nahri impara cosa significa scendere a compromessi e prendere decisioni soltanto per il bene del proprio popolo, anche se danneggiano il popolo stesso. Ali affronta una vera e propria rivoluzione e riscoperta di se stesso e della sua tribù.

In fine, gli avvenimenti di questo romanzo sono veramente tanta, troppa roba, e non so come sia umanamente possibile per me attendere e non leggere subito e di corsa il terzo romanzo (quindi, Mondadori, per favore, sbrigati). Non posso che dare 4.5 stelline.

Review Party: Il Labirinto degli Spiriti, Carlos Ruiz Zafón

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Ciao lettori, come state? Io sto bene e male allo stesso tempo: bene perché finalmente ho recuperato l’ultimo romanzo della saga del Cimitero dei Libri Dimenticati, cosa che volevo fare da tantissimo tempo; e male perché l’ho terminata, e ad ogni libro che leggo di Zafón piango sempre la sua dipartita per le meraviglie che avrebbe potuto ancora creare. Questa del GDL è stata comunque un’esperienza bellissima, spero di farne altri in futuro, e ringrazio con tutto il cuore Bea, di Io resto qui a leggere, per averlo organizzato.

Trama

Barcellona, fine anni ’50. Daniel Sampere è cresciuto, tormentato dal mistero che avvolge la morte di sua madre. Sarà Alicia Gris, un’anima emersa dalle ombre della guerra, a condurre Daniel al cuore delle tenebre e aiutarlo a svelare la storia segreta della sua famiglia. Ma il prezzo da pagare sarà altissimo…

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 24 Novembre 2020

Pagine: 840

Prezzo: 28,00€

Ammetto di essere rimasta parecchio spiazzata all’inizio. La storia non parte immediatamente dalla fine del romanzo precedente, ma da diverse situazioni che hanno portato alla vicenda che si legge nell‘epilogo de Il Prigioniero del Cielo. La storia, quindi, è come se fosse divisa in due parti: una principalmente investigativa con Alicia Gris come protagonista; e una di “risoluzione” dei problemi, in cui tutti i nodi della famiglia Sempere vengono al pettine. Ho adorato il modo in cui l’autore ha unito tutti fili della storia e delle varie storie. Ho adorato i numerosi colpi di scena, e le novità, o meglio, i retroscena più scabrosi che sono stati rivelati in quest’ultimo volume. E soprattutto, ho adorato il ruolo di Julian in tutto questo, il modo in cui si mette all’opera per ricostruire il tutto, una vera genialata, a mio parere, che ha dato un fortissimo tocco in più a una storia già di per sé unica e meravigliosa.

Le descrizioni sono molto accurate, come sempre nei libri di Zafón, non so se sarà stata la lunghezza del romanzo, ma questa volta ho accusato leggermente il colpo dato da queste descrizioni è un po’ prolisse. Questo però non ha reso meno godibile il romanzo.

L’ambientazione varia un po’ perché non ci troviamo solo a Barcellona, ma ci sono alcuni spostamenti tra Madrid e Parigi, che ci fanno respirare un’aria leggermente nuova, anche se, la Spagna di quegli anni è più o meno la stessa ovunque si vada.

I personaggi mi hanno fatto un sacco emozionare in questo volume. Oltre alla conoscenza di Alicia Gris, una femme fatale di quelle che Fermìn adora, vediamo una grande crescita negli altri personaggi. Daniel rivela la parte più torbida del suo carattere, quella piena di risentimento verso le ingiustizie del mondo e verso il trattamento protettivo che ha ricevuto per tutta la vita e che continua a ricevere. A modo nostro, in questo volume, conosciamo meglio anche il personaggio di Isabella, sua madre, uno dei tanti punti bui del romanzo. Personaggi vecchi e nuovi si uniscono in quest’ultimo romanzo per salutarci al meglio.

In fine, ritengo che questa conclusione sia più che degna per una saga di questo calibro, mi ha riempita e allo stesso tempo mi ha lasciato dentro un buco immenso. A Zafón non si può che dare 5 stelline.

Wanda-Vision, episodi 7-8 – Recensione

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Ciao a tutti oggi vi parlerò degli ultimi due episodi di WandaVision, nonostante ci siano stati tante sorprese, ma soprattutto tante rivelazioni secondo me non è bastato a redimere questa serie.

Come si dice, non è tutto oro ciò che luccica. La narrazione in questi due ultimi episodi è stata più frenetica, ma nonostante questo ho trovato i ritmi snervanti quasi al punto di farmela odiare del tutto. WandaVision ci fa porre delle domande, ma non risponde mai del tutto ad esse poiché alla fine della visione lascia troppi buchi, quasi come se il prodotto fosse incompleto. In questa serie ci sono stati pochi momenti spacca-mascella, niente risposte strabilianti o rivelazioni degne di nota, piuttosto è stato solo un allungare il brodo per rispettare il minutaggio dell’episodio. Nessuno mi toglierà dalla testa che forse sarebbe funzionato di più come film a sé stante senza questi escamotage da produzioni mediocri.

Prima di passare al succo della questione la mia domanda è una: che diamine di fine ha fatto Pietro? È possibile che siano bastate un paio di battute tra Wanda e Agatha a colmare i buchi di trama, ma soprattutto a calmare i dubbi dei fan? Vi rispondo io molto velocemente: no. Pietro è stato volutamente non approfondito, come molte altre cose del resto. Abbiamo avuto l’opportunità di guardare nel passato di Wanda e cogliere tutti piccoli riferimenti alle puntate precedenti per quanto riguarda sigle, mood dell’episodio e tanto altro, ma nessuna risposta degna di un film del MCU, il background di Wanda è molto bello e ampio nei fumetti, ma non in questa serie.

La scena dopo i titoli di coda fa capire che arco narrativo dovremmo aspettarci dai prossimi film e serie, vi lascio QUI un link di fumettologica dove viene spiegato nei dettagli cosa succede nei fumetti (se non avete ancora visto la puntata vi avverto che potrebbe contenere spoiler).

Avrete capito che per me WandaVision è stato bello all’inizio, ma che poi si è rivelato una vera delusione. Soprattutto mi ha fatto riscoprire il senso dell’odio verso i prodotti insufficienti e inconcludenti. Certo, ha lanciato le basi per questa beneamata fase 4, ma ritengo che sia stato fatto nel peggiore dei modi. Il mio voto complessivo e di 2,5!

Review Party: Greythorne, Chrystal Smith

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Ciao lettori! Non vi avevo forse detto che questa settimana sarebbe stata piena? Ebbene eccomi qua con una nuova recensione! E, sì, parliamo nuovamente di una recentissima uscita in casa Mondadori! Prima di iniziare voglio ringraziare come sempre Ylenia di Cronache di lettrici accanite per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia digitale.

Trama

La vita della principessa Aurelia è di nuovo sconvolta quando il regno che pensava di aver salvato si avvia inesorabile alla rovina, una persona amata muore tragicamente in un naufragio e la sua patria d’origine si rifiuta di riconoscere il legittimo diritto al trono del fratello Conrad. Con la certezza che non esista più un luogo in cui possa sentirsi davvero a casa, Aurelia fa ritorno a Greythorne, il maniero della famiglia del suo migliore amico, giusto in tempo per essere travolta da un colpo di Stato la notte dell’incoronazione di Conrad. Disprezzata da tutti e con i nemici sempre più vicini, la ragazza sa di non avere più nulla da perdere. Può e deve fare solo una cosa, tentare tutto ciò che è in suo potere per proteggere le uniche persone che le sono rimaste, la sua famiglia. Ma proprio nel momento di maggiore difficoltà, quando tutto sembra irrimediabilmente perduto, un amore che pensava di avere perso per sempre le riaccenderà la speranza

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 09 Febbraio 2021

Pagine: 264

Prezzo: 17,90€

Questo libro è il secondo nella trilogia Bloodleaf, circa un anno fa ho recensito il primo romanzo della serie: Fiore di Sangue, che ricordo mi piacque parecchio. La storia di questo secondo volume non riparte esattamente da dove termina il romanzo precedente, ma c’è un lasso di tempo di alcuni mesi che noi non viviamo. All’inizio infatti c’è un po’ di confusione, non capiamo cosa sta succedendo e perché, ma pian piano ci viene spiegato tutto e non viene lasciato spazio a dubbi. Inoltre mentre il finale del primo romanzo, per quanto lasciasse spazio a diversi seguiti, non ci lasciasse con il fiato sospeso, questo ci porta praticamente a PRETENDERE un seguito immediatamente, subito, ADESSO! Non so dire sinceramente quale dei due romanzi mi abbia preso di più, anche perché è passato un anno dalla lettura del precedente, ma mi è sembrato di notare un certo miglioramento nello stile dell’autrice. Nei ringraziamenti ho letto che Fiore di Sangue ha 8 anni di lavoro alle spalle, mentre Greythorne ha 8 mesi, e posso dirvi che questo non ha assolutamente influenzato la qualità dell’opera, anzi, tutt’altro. A differenza del primo romanzo non ci sono particolari colpi di scena, tutto avviene in maniera molto lineare anche se si resta costantemente con il fiato sospeso. Come vi dicevo ho amato il finale e il tenore, ma in particolare le scene finali che hanno praticamente intrecciato tutto in una maniera che ho, unica parola per descrivere quello che ho provato, ADORATO!!

Le descrizioni sono molto semplici, ma non risultano superficiali. Sono perfettamente in linea con il tipo di narrazione. Ci permettono di immaginarci le varie vicende che si susseguono, così come gli ambienti che ci circondano e i combattimenti. La narrazione rimane in terza persona e segue costantemente i movimenti di Aurelia, tranne nel capitolo iniziale.

L’ambientazione nel primo romanzo mi era sembrata molto limitata e limitante, in questo secondo volume non ho assolutamente provato questa sensazione, quindi l’ho apprezzata maggiormente. Approfondiamo una nuova tipologia di magia, la magia selvatica, e se avevo amato la magia di sangue nel primo romanzo, questa l’ho venerate. Ho adorato soprattutto il legame con la natura e gli animali. Ma più di tutto ho amato il modo in cui viene affrontata la morte, il Dopo e il Grigio, argomenti che non voglio approfondire con voi per non fare spoiler perché ho trovato super interessanti e ritengo che debbano essere scoperti man mano.

I personaggi ritengo siano l’unica pecca di questo romanzo perché, a parte i protagonisti (cioè Aurelia e un pochettino Zan) mancano di profondità. In questo volume ci vengono presentati un sacco di personaggi nuovi e interessanti, ma non ho per niente empatizzato con loro nonostante qualcuno abbia fatto una brutta fine. Ho trovato bella, invece la crescita di Aurelia così come tutti i retroscena che sono stati svelati sulla sua famiglia. Il villain di questo volume è stato ugualmente meh, più che un vero villain direi semplicemente qualcuno stupido e pazzo che mette i bastoni fra le ruote. Per quanto avesse un oscuro passato e alcune ragioni buone per essere incazzata, mi è parso comunque che avesse poco Pathos. Kellan resta, per me, inutile e odiato, praticamente una forchetta nel brodo.

In fine, il secondo romanzo di questa trilogia continua ad avere numerose pecche, pecche non indifferenti a mio parere, ma punto tutto sull’ultimo perché se l’antagonista rimane quello che ho in mente, potrebbe essere veramente super interessante. Attendo con super ansia e intanto vi lascio con 4 stelline!

Wanda-Vision, episodio 6 – Recensione Spoiler

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Ciao a tutti! Oggi vi parlerò del sesto episodio di Wanda Vision, quindi non perdiamoci in chiacchiere e iniziamo subito! Vi avverto, però, che contiene spoiler e teorie.

L’episodio inizia con una sigla che è letteralmente un tributo ad una delle mie serie preferite: Malcom in the Middle; e anche nelle prime battute di questo episodio il tipo di narrazione ricorda la serie. Ho apprezzato molto questo tocco di genialità ma le sorprese non finiscono qui.

Essendo Halloween hanno avuto modo di giocare un botto con le citazioni ed altro, infatti ci sono molti Easter Egg sul mondo Marvel tra cui i vestiti di Halloween dei protagonisti che ricordano le loro prime versioni a fumetti, e ho adorato particolarmente quello di Visione e Wanda. Nonostante queste piccole distrazioni, che ho apprezzato molto, la trama di questo episodio è come al solito lenta e poco succosa, come se non si andasse mai al sodo. Ci sono state delle bombe, ma non sono troppo grandi, abbiamo avuto modo di conoscere di più il nuovo Pietro, anche se in realtà è un Pietro già conosciuto grazie a gli Xman.

Questo ci permette di dare vita a una nuova teoria: essendo che Wanda Vision è collegata ad altri film del MCU tra cui Spiderman, può essere che Wanda può creare canali collegati ad altri multiversi; forse il Pietro che noi vediamo non è altro che il Pietro di un altro multiverso. Se la teoria dovesse dimostrarsi corretta allora anche il ritorno di Visione e uno eventuale di Tony Stark diventano plausibili, anche perché nei fumetti è Tony ad aggiustare Visione, quindi la serie potrebbe andare avanti così su questa linea, oppure creare un’altra linea narrativa totalmente diversa; ora è tutto da vedere. Finalmente, in questa puntata, Visione ha preso coscienza di tutto, e si è spinto fuori dall’Esa. Tuttavia ha finito letteralmente per essere distrutto, mentre Wanda, per salvarlo, ha aumentato a dismisura il perimetro del suo campo di forza. L’episodio ci lascia con molte più domande di prima, perché dopo aver risucchiato tutto e salvato Visione fino a dove si spingerà Wanda?

Spero che questa piccola recensione vi sia piaciuta, il mio voto per il sesto episodio è 4.

Ps: continuo ad odiare i ritmi, e mi dilania il pensiero che per me è più godibile one shot che come serie.

Review Party: La Stirpe della Gru, Joan He

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Ciao lettori! Oggi sono qui per parlarvi di un romanzo molto discusso in questo periodo. Sembra quasi che tutti lo stiano odiando, ma per me non è stato così! Prima di iniziare voglio ringraziare Ylenia di Reine des Livre per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia.

Trama

La principessa Hesina di Yan ha sempre desiderato sfuggire alle responsabilità della corona, per vivere nell’anonimato. Ma quando il suo amato padre muore, viene gettata nell’arena dei giochi di potere e diventa all’improvviso sovrana di un regno incredibilmente instabile. Per di più, Hesina è convinta che il re sia stato ucciso, e che l’omicida sia qualcuno che le è molto vicino.
La corte è piena di ipocriti e delatori che non vedono l’ora di approfittare della morte del monarca per accrescere la propria influenza: ciascuno di loro potrebbe essere l’assassino.
I suoi consiglieri vorrebbero che Hesina accusasse il regno confinante di Kendi’a, il cui governante ha già radunato le truppe per la guerra. Determinata invece a trovare il vero colpevole e con qualche dubbio sulla fedeltà della sua stessa famiglia, Hesina compie un gesto disperato: si rivolge a un’indovina, il Giaggiolo argenteo. Un atto di tradimento, punibile con la morte, poiché la magia nel regno di Yan è da secoli vietata dalla legge.
Seguendo le parole della veggente, Hesina chiede aiuto ad Akira, un delinquente patentato dalla mente brillante e acuta, un detenuto che nasconde più di un segreto.
Il futuro del regno di Yan è in pericolo: riuscirà Hesina ad avere giustizia per suo padre? O il prezzo da pagare sarà troppo alto?

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 19 Gennaio 2021

Pagine: 456

Prezzo: 22,00€

La storia a me è piaciuta tantissimo, l’ho trovata super accattivante tanto che ogni tanto mandavo un messaggio al mio ragazzo solo per dire “mamma mia, come mi sta piacendo questo libro”! La narrazione è in terza persona e segue il punto di vista della protagonista, Hesina. Una delle cose che più mi sono piaciute di questo romanzo è il dualismo tra Uno e Due degli undici, ma soprattutto l’introduzione a ogni capitolo con i precetti scritti da loro, vi spiegherò meglio quando parleremo dell’ambientazione. In ogni caso non riuscivo proprio a staccarmi dalle pagine, l’ho letteralmente divorato e ammetto che era uno dei romanzi che aspettavo di più in questo 2021, e non sono rimasta delusa. Non vi nego, però, che ho avuto un colpo al cuore durissimo quando ho saputo che attualmente l’autrice non ha intenzione di scrivere i seguiti del romanzo, soprattutto per il finale, che ha aperto molte strade e ci ha donato un nuovo punto di vista super interessante.

Le descrizioni sono parecchio accurate, a tratti eccessive, ma ho amato così tanto la storia che questa cosa non mi ha assolutamente disturbato. Anzi, non ha fatto altro che aumentare il mio interesse verso quest’opera e il mondo in cui è ambientata, e allo stesso tempo ha nutrito la mia voglia di sapere.

L’ambientazione, come hanno detto già altre persone, non è stata particolarmente approfondita. In questo romanzo l’attenzione è tutta sulle scelte di Hesina, sulle sue prossime mosse in merito alle investigazioni sulla morte del padre e sugli intrighi di corte. Sono sicurissima che se non avesse cambiato idea sulla scrittura dei seguiti, nel secondo romanzo ci sarebbe stato un forte approfondimento in merito ad essa, e maggiori spiegazioni sugli Undici, sugli Indovini e sui tanti misteri ancora non svelati di questa storia. Ci troviamo in una sorte di Cina Imperiale in cui gli Indovini sono stati banditi ed eliminati tanti anni fa, dagli Undici. Undici persone di diversa estrazione sociale che hanno salvato il regno dalla tirannia, di questi Undici tuttavia sono sopravvissuti soltanto Uno e Due, questi ultimi hanno formato i Precetti, ossia norme ormai alla base della vita degli abitanti di Yan. Gli Indovini di questa storia, poi, non servono soltanto a svelare il futuro, come ci fa supporre la parola stessa, ma sono in grado di manipolare e alterare lo stato di determinati elementi. Al giorno d’oggi queste persone si nascondono o conducono un’esistenza “comune” per potersi nascondere al meglio ed evitare, quindi, punizioni che conducono alla morte.

I personaggi sono un altro elemento di questa storia che ho adorato. Hesina è molto indecisa e combattuta, ma pian piano riesce a diventare sempre più una sovrana capace di fare sacrifici e nascondere i propri sentimenti per “un bene maggiore”, quello del popolo. Ammetto che all’inizio la sua forte indecisione e insicurezza mi ha parecchio infastidita, ma in seguito sono riuscita ad apprezzarla. Anche gli altri personaggi mi sono piaciuti tantissimo, sono super incuriosita dalla consorte Fei e dalla sua storia, una delle cose che mi spiace tanto non sapere. Il personaggio che ho apprezzato di più è stato Akira, nonostante ci sia ancora un forte alone di mistero intorno a lui; ma ammetto di aver apprezzato parecchio anche Caiyan, avevo parecchi sospetti su di lui, ma la realtà di è dimostrata superiore alle aspettative. Wow. Davvero.

In fine, non ho parole negative per questo romanzo. Sono troppo innamorata e incantata da questa storia e dalla sua ambientazione. Voglio assolutamente leggere altre opere di quest’autrice, ma pretendo anche che scriva subito e immediatamente il seguito di questo romanzo. 5 stellissime!

Review Party: Il Regno Capovolto, Marie Lu

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Ciao lettori! Torno a parlarvi di libri con una novità del mese: Il Regno Capovolto. Vi avviso già che questo romanzo mi ha parecchio deluso, ma adesso bando alle ciance e vediamo perché!

Trama

NATA CON UNO STRAORDINARIO DONO musicale, la piccola Nannerl Mozart ha un solo desiderio: essere ricordata per sempre. Ma, anche se incanta le platee con le sue straordinarie interpretazioni, ha poche speranze di diventare una celebre compositrice. È una ragazza nell’Europa del Diciottesimo secolo, e ciò significa che comporre per lei è proibito. Suonerà fino a quando avrà raggiunto l’età da marito: su questo il suo tirannico padre è stato ben chiaro.

Ogni anno che passa le speranze di Nannerl si fanno più sottili, mentre il talento del suo amato fratellino Wolfgang diventa sempre più brillante, e finisce per oscurarla. Ma un giorno giunge un misterioso straniero da una terra magica, con un’offerta irresistibile: può far diventare il sogno di Nannerl realtà. Ma il prezzo da pagare potrebbe essere altissimo.

Editore: Mondadori 

Data di Pubblicazione: 02 Febbraio 2020

Pagine: 348

Prezzo: 17,00€

La storia mi è sembrata parecchio lenta, ci sono elementi che sembra siano stati inseriti per allungare il brodo. La narrazione è in prima persona ed è scorrevole, ma risulta un po’ ridondante e il modo in cui si susseguono gli eventi ha finito comunque per annoiarmi.

Ho trovato le descrizioni un po’ eccessive per una narrazione in prima persona (questo è anche uno dei motivi della negatività della mia opinione), ed è una cosa che ripeto praticamente da quando ho aperto il blog che descrizioni troppo pesanti non mi piacciono…

L’ambientazione è molto carina è semplice. Ci troviamo in una realtà che comprende due versioni del mondo: la nostra, e il suo specchio in cui è più facile far caso alle negatività. Avendo una protagonista realmente esistita su cui basare la trama, il romanzo viene definito un fantasy storico. Per quanto riguarda l’ambientazione storica dell’opera, è molto lieve perché le uniche cose che sappiamo e sentiamo sono le varie pestilenze dell’epoca e i nomi dei regnanti dal momento che i giovani Mozart si ritroveranno a viaggiare di corte in corte per i loro concerti. È a tal proposito che ho trovato un po’ di forzature, proprio nel bisogno dell’autrice di rendere il romanzo più storico dicendo cose del tipo “è proprio questo personaggio che poi in futuro sarà così e colì”.

I personaggi, i personaggi sono probabilmente la cosa che ho odiato di più di questo romanzo. Mi dispiace, ma è così. Nannerl non è un’eroina forte e contro tendenza, non combatte i dogmi e le ingiustizie della sua epoca, ma se ne lagna in continuazione senza mai risolvere nulla se non delle finte giustificazioni verso se stessa. Il padre è una persona pesante, e ok ci sta tutto, è l’epoca e inoltre lui è un uomo religioso e quindi chi più ne ha più ne metta e le dice in continuazione che deve essere in un certo modo, che deve badare lei al fratello per fare pratica per quando avrà figli ecc… La madre è sempre condiscendente, in privato può dire qualcosa al marito, ma alla fine lo asseconda sempre in tutto e per tutto perché “non vale la pena di discutere”, ed è questo che insegna alla figlia, quindi sì, la sua debolezza ha origine da questo, ma sono comunque un sacco di comportamenti che proprio non ho tollerato. Nannerl teme e cerca l’approvazione del padre per tutta la durata del romanzo, e poi non ha il coraggio di dirgli alcunché. Teme il parere della gente, desidera essere una figlia ubbidiente, ma non ci pensa due volte prima di seguire un ragazzo nei boschi, di notte e in sottoveste. E poi è proprio una provolona ingenua, sto Hyacinthus praticamente non fa nulla, le fa svolgere una marea di compiti, mettendola anche in pericolo, e lei non si fa due domande? Due?

In fine, mi dispiace molto perché avevo altissime aspettative su questo romanzo. È la prima opera che leggo di quest’autrice, e nonostante le parecchie difficoltà nel portare avanti la lettura, non la escluderò dalla mia tbr perché sono troppo incuriosita dai suoi altri titoli. Non sono solita demolire le letture che faccio, ma questa mi ha infastidita particolarmente. Potrei essere anche io a non aver capito quello che l’autrice voleva trasmettere, sicuramente c’è un dualismo tra la vita di Nannerl e quella del Regno Capovolto, ma non ci posso fare nulla, non fa per me. 2 stelline.

WandaVision, episodi 1-5 – Recensione

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Ciao a tutti! Oggi vi parlerò, seppur in ritardo, della nuova serie Marvel trasmessa a cadenza settimanale su Disney+, nell’ultimo periodo è veramente sulla bocca di tutti soprattutto dei fan del MCU: WandaVision! Fin dai primi trailer mi ha incuriosito, ed ora, finalmente, sono riuscito a mettermi in pari. Prima di passare alle considerazioni su questa serie volevo dirvi che a partire da ora porterò una recensione per ogni nuovo episodio, quindi sintonizzatevi sul blog ogni venerdì pomeriggio tra le 16 e le 17 per avere aggiornamenti. Ma ora basta tentennare e passiamo subito al succo di questa recensione.

In pochi conoscono bene questa stravagante coppia, anche se è una delle più amate e controverse nel mondo fumettistico. Lei è la figlia di Magneto, lui è nato per mano di Ultron come arma di distruzione. Non sto qui a farvi troppe pippe mentali sul loro background perché spero che dopo questa recensione (e questa serie) vi venga voglia di recuperare la storia di Wanda e Visione, cosa che assolutamente consiglio a causa dei sono molti riferimenti ai fumetti, ma soprattutto per aiutarvi a creare teorie su i prossimi film che usciranno al cinema (per chi non lo sapesse è stato confermato che WandaVision è collegato a Doctor Strange 2 e il prossimo Spiderman), e se le cose vanno come penso, forse, ci sarà il grande ritorno di uno dei personaggi più amati, non vado nei dettagli per non incombere in spoiler.

Il primo impatto con questa serie ha rappresentato per me una situazione di amore/odio, un po’ per le intro marvel ultra mega lunghe, ma soprattutto per i ritmi lenti. Vi confermo, infatti, che l’inizio è stato molto lento, forse troppo, ma non tutti i mali vengono per nuocere. Ho apprezzato molto la scelta artistica che fa partire gli episodi come le vecchie sitcom. Nel caso del primo episodio ho notato una certa somiglianza con una vecchia serie che in Italia era conosciuta come Strega per amore (I Dream of Jeannie), ma poi ho capito che era una cosa voluta, e man mano che guarderete la serie subirete dei piacevoli feels con intro che rimandano a vecchie serie come Tata Francesca, i Robinson e così via. Adorabili anche le varie pubblicità con Easter Egg, però non vi nego che sono diviso a metà: il me che ama questo genere di cose ha apprezzato molto questa scelta, ma l’altro me è convinto che sia un po’ una tattica per allungare i tempi. Tranquilli, non soffro di nessun disturbo della personalità, è solo che questa serie, come già detto prima, mi fa provare emozioni contrastanti.

La narrazione è lenta e priva di vere e proprie rivelazioni o momenti wow, hanno introdotto i figli per chi non conosce Wanda e Visione, e dare una leggera, anzi, leggerissima infarinatura delle origini e nient’altro. Questa cosa mi ha infastidito, e non poco. Non ci vengono date neanche informazioni basilari! Capisco le scelte di trama però questo tipo di narrazione non ti tiene incollato allo schermo. Per fortuna negli episodi 4-5 inizia tutto ad evolversi e nascono le prime curiosità, le prime domande e ovviamente teorie. Purtroppo, però, ritengo questi ritmi sbagliati e poco incalzanti per una serie tv, e più adatti al grande schermo. Disney aveva comunque annunciato che sulla sua piattaforma avrebbe sperimentato, e WandaVision per me non è altro che un film tagliato, adattato e spacciato come serie.

Nell’ultimo episodio, anche se ci sono state alcune rivelazioni, c’è sempre quell’aria da potevano dirci di più. Solo alla fine viene lanciata una piccola bomba, e questo apre nuove aspettative e teorie… fino a dove si spinge il potere di Wanda? Cosa è reale e cosa non lo è? Ci sono molti fatti che richiamano le storie dei fumetti, ma allo stesso tempo restano diversi.

Questa è una TEORIA: non può essere considerata spoiler, quindi prendetela come tale!

Nella battaglia con Thanos molti eroi sono morti, tra cui Visione e Tony Stark, nella serie a fumetti però è Tony a ricostruire Visione… dovremmo forse aspettarci un grande ritorno? Oppure, in questo universo, Wanda è così potente da poter modificare la realtà?

Purtroppo solo il tempo ci dirà di più, e non ci resta che aspettare i prossimi episodi.

In conclusione WandaVision è un film spacciato per una serie, il mio voto attuale si basa soprattutto su questo, ma nulla mi vieta di cambiarlo in futuro. Quasi sicuramente avrei preferito vedere un singolo film, un one-shot invece di torturarmi così, però ormai è andata e il mio voto complessivo per adesso è di 3,5 paesini.

Prossimamente porterò contenuti più cicciotti e pieni di teorie quindi restate connessi, alla prossima!

L’Orso e l’Usignolo, Katherine Arden – Recensione

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Ciao lettori! Eccomi oggi con la recensione della mia prima lettura del 2021. Questo romanzo mi è stato regalato a Natale 2019 da una mia carissima amica (Serenbookity) e finalmente le stelle si sono allineate nella giusta forma e mi hanno permesso di leggerlo! (In tutto ciò lo volevo leggere a dicembre ma shhh). Ma adesso bando alle ciance e iniziamo con la recensione!

Trama

In uno sperduto villaggio ai confini della tundra russa, l’inverno dura la maggior parte dell’anno e i cumuli di neve crescono più alti delle case. Ma a Vasilisa e ai suoi fratelli Kolja e Alësa tutto questo piace, perché adorano stare riuniti accanto al fuoco ascoltando le fiabe della balia Dunja. Vasja ama soprattutto la storia del re dell’inverno, il demone dagli occhi blu che tutti temono ma che a lei non fa alcuna paura. Vasilisa, infatti, non è una bambina come le altre, può “vedere” e comunicare con gli spiriti della casa e della natura. Il suo, però, è un dono pericoloso che si guarda bene dal rivelare, finché la sua matrigna e un prete da poco giunto nel villaggio, proibendo i culti tradizionali, compromettono gli equilibri dell’intera comunità: le colture non danno più frutti, il freddo si fa insopportabile, le persone vengono attaccate da strane creature e la vita di tutti è in pericolo. Vasilisa è l’unica che può salvare il villaggio dal Male, ma per farlo deve entrare nel mondo degli antichi racconti, inoltrarsi nel bosco e affrontare la più grande minaccia di sempre: l’Orso, lo spaventoso dio che si nutre della paura degli uomini. Nell’incantevole scenario della tundra russa, il primo capitolo di una nuova trilogia fantasy.

Editore: Fanucci

Data di Pubblicazione: 3 Aprile 2019

Pagine: 304

Prezzo: 18,00€

La storia parte un po’ lentina, ma cattura e mantiene vivo l’interesse del lettore ugualmente dal primo momento. Questo primo romanzo mi è piaciuto veramente molto, ma mi rendo conto che c’è molto fumo e che effettivamente succede poco e niente, questo perché è dedicato principalmente a presentarci i personaggi e l’ambientazione e prepararci per bene a quello che sarà e succederà nei prossimi. Sapendo questo la lettura mi ha lasciata piena di aspettative e con un’immensa voglia di leggere i seguiti, ma se fossi stata all’oscuro di questa informazione ammetto che sarei rimasta un po’ delusa e non avrei compreso la meraviglia e l’amore che si da a questo romanzo.

Le descrizioni sono molto belle e accurate, ma allo stesso tempo mai eccessive o prolisse. Ho trovato poi molto utile il glossario alla fine vista la presenza di molte parole di origine russa, così come di molti personaggi che fanno parte del loro folklore.

Un punto forte di questo romanzo è infatti proprio l’ambientazione. In una Russia in cui è da poco approdato il cristianesimo e in cui le superstizioni e le credenze popolari sono forti e convivono con esso. È stato super interessante innanzitutto scoprire i vari retroscena della lotta contro il freddo che si aveva anni addietro, così come la struttura delle case, dei villaggi e della gerarchia sociale. Allo stesso tempo è stato bellissimo leggere del loro folklore. Diciamo che prima di questo romanzo già volevo visitare la Russia, ma dopo mi trovo proprio a fremere per visitarla!

Un’altra cosa che ho apprezzato particolarmente, oltre alla caratterizzazione dei personaggi, è il rapporto che ha Vasja con la sua famiglia e i suoi fratelli. Okay che la vogliono dare in sposa e c’è tutto il ragionamento che una donna o si sposa o diventa suora, ma è da attribuire anche al periodo storico, e si nota che comunque nonostante ciò, anche il padre la lascia abbastanza libera di fare quel che le pare e quando non è così lo fa più che altro a causa delle chiacchiere delle persone. Oltre a questo ritengo comunque che tutti i personaggi siano davvero ben costruiti, particolari e interessanti, anche i più insopportabili e odiati, compresi Anna e Konstantin. Morozko lo amo nonostante sia un po’ ambiguo e ancora non ci sia stato pienamente presentato, ma proprio non vedo l’ora di conoscerlo meglio. Ha mostrato molto il suo lato crudele in questo primo romanzo, ma abbiamo visto anche che non è privo di dolcezza e che non è soltanto per evitare il disastro che ha accolto Vasja.

In fine, direi un ottimo inizio per questo 2021 in fatto di letture. Spero di proseguire altrettanto bene, ma soprattutto di leggere al più presto il seguito di questo romanzo. Per il momento mi sento di dare 3.5 stelline, ma con altissime aspettative.

Blog Tour: Il regno capovolto, Marie Lu – L’Autrice

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Ciao lettori! Eccomi oggi con un nuovo blog tour, ormai ho preso il vizio di parlarvi stesso degli autori dei libri che leggo, ma ammetto che è una cosa che mi piace veramente molto! Quindi, iniziamo!

Trama

NATA CON UNO STRAORDINARIO DONO musicale, la piccola Nannerl Mozart ha un solo desiderio: essere ricordata per sempre. Ma, anche se incanta le platee con le sue straordinarie interpretazioni, ha poche speranze di diventare una celebre compositrice. È una ragazza nell’Europa del Diciottesimo secolo, e ciò significa che comporre per lei è proibito. Suonerà fino a quando avrà raggiunto l’età da marito: su questo il suo tirannico padre è stato ben chiaro.

Ogni anno che passa le speranze di Nannerl si fanno più sottili, mentre il talento del suo amato fratellino Wolfgang diventa sempre più brillante, e finisce per oscurarla. Ma un giorno giunge un misterioso straniero da una terra magica, con un’offerta irresistibile: può far diventare il sogno di Nannerl realtà. Ma il prezzo da pagare potrebbe essere altissimo.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 02 Febbraio 2020

Pagine: 348

Prezzo: 17,00€

Marie Lu (nome originale: Xiwei Lu) è un’autrice americana di Young Adult. Nata in Cina, si è trasferita con la famiglia in America, in particolare in Texas all’età di 5 anni. Ha poi frequentato l’università della California del Sud, e ha lavorato in seguito negli studi interattivi della Disney. Attualmente vive a Los Angeles con suo marito, un figlio e qualche cagnolino.

L’autrice ha scritto diverse opere tra cui la trilogia Young Elite, Warcross e Batman: Nightwalker, ma a renderla celebre è stata la trilogia di Legend, la quale ha stabilito le basi per un film prodotto da Lionsgate. Di seguito la trama di Legend:

Los Angeles, Stati Uniti. Il Nord America è spaccato in due parti, la Repubblica e le Colonie, e la guerra sembra destinata a non finire mai. A quindici anni, June è già una promessa della Repubblica. Nata in una famiglia ricca e prestigiosa, oltre a una bella casa, un mucchio di soldi e la possibilità di frequentare le scuole migliori, possiede anche un vero talento nel cacciarsi nei guai e senza l’intervento di Metias, il fratello maggiore, probabilmente qualcuna delle sue bravate all’accademia militare sarebbe già finita male. Dalla morte dei genitori, Metias è l’unico su cui può contare, almeno fino al giorno in cui viene ucciso in circostanze misteriose. Il primo sospettato è Day, un ragazzo della stessa età di June, ma nato e cresciuto nei bassifondi della Repubblica. Ed è anche il criminale più ricercato del paese. Da quel giorno, June ha un unico desiderio: vendicare Metias. Ma per lei e Day il destino ha altri piani.

Review Party: Il Prigioniero del Cielo, Carlos Ruiz Zafón

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Ciao lettori! Ultimo giorno di Gennaio e quindi eccomi con la recensione del terzo libro dedicato al cimitero dei libri dimenticati, di cui sto ospitando il gdl insieme ad altre fantastiche ragazze! Non perdete alcun post su Instagram, quindi, perché domani si inizia con l’ultimo! Iniziamo!

Trama

Barcellona, 1957. Daniel Sempere dirige la libreria di famiglia assieme al padre e al fedele Fermín. Una mattina uno sconosciuto compra un’edizione di pregio del Conte di Montecristo e chiede che la si consegni subito a Fermín, con una dedica inquietante. Si aprono così le porte di un passato maledetto e antichi fantasmi tornano a sconvolgere il presente…

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 24 Novembre 2020

Pagine: 300

Prezzo: 22,00€

Vi ricordo che fino a questo volume la mia, più che una lettura, è stata una rilettura. E vi confermo che anche di questo volume ricordavo poco, o meglio lo ricordavo sbagliato. Vi spiego perché: innanzitutto ricordavo che il prigioniero del cielo fosse Julian Carax, e soprattutto che questa fosse una mia supposizione e non che l’identità fosse confermata dal primo momento. In secondo luogo io ricordavo soltanto le vicende che riguardavano il passato di Fermìn, quindi ero convinta che il romanzo parlasse soltanto di quello e non che queste vicende, invece, fossero dei racconti/flashback. In ogni caso la storia di questo secondo volume serve principalmente a dare un bel background a Fermìn, a collegare in maniera più significativa il suo legame con i Sempere, ma in particolar modo a collegare i romanzi della tetralogia. Se non ci fosse questo diciamo che il secondo sembrerebbe collegato soltanto alla lontana, aggiungendo questo volume all’equazione, invece, tutto appare più lineare e significativo. La storia per me è super interessante, segue ancora la narrazione in prima persona del punto di vista di Daniel Sampere con l’aggiunta di flashback, come vi dicevo prima; e gli avvenimenti che ci troviamo davanti sono super curiosi e interessanti, con un finale, poi, che ci fa correre a prendere il seguito (e direi FORTUNISSIMA che la lettura dell’ultimo capitolo della tetralogia inizia domani!

Le descrizioni sono sempre molto accurate. Con Zafón, su questo, ma anche su tanto altro, su TUTTO praticamente, non si sbaglia mai. Sono pochi gli autori che come lui riescono ad evocare determinate atmosfere e scenari nella mente e nel cuore di noi lettori. Ho deciso che alla fine della rilettura/lettura di questa trilogia recupererò assolutamente tutto quello che è di questo autore, e sono stata super felice ed entusiasta di sapere che la Mondadori pubblicherà anche una serie di racconti scritti dall’autore prima della sua dipartita.

Per quanto riguarda l’ambientazione: l’abbiamo detto e ridetto, ci troviamo in una meravigliosa Barcellona degli anni ‘50. Io non sono mai stata a Barcellona, quindi man mano che proseguo con la lettura sto segnando alcuni luoghi che vorrei assolutamente visitare in un mio eventuale viaggio, in modo da poter entrare ancora di più in questa storia che mi ha rapito il cuore.

I personaggi, qui, sono sempre una rivelazione. Abbiamo scoperto numerose cose in più su David Martìn, diciamo più che altro che determinati dubbi che avevamo sono stati confermati. E trovo assolutamente geniale l’idea dell’autore di aver pubblicato i romanzi in questo ordine, poiché secondo e terzo libro si possono leggere anche invertiti, ma sicuramente non avrebbero la stessa magia. Fermìn continua ad essere un personaggio sopra le righe, ma un personaggio molto caro, sempre più caro direi, così caro che ho quasi paura ce lo facciano fuori nel quarto ed ultimo capitolo della tetralogia. Daniel, invece, sta subendo una notevole trasformazione. Il suo lato “simpatico” sostituisce un po’ quello timido, e da questo punto di vista inizia ad assomigliare molto a Fermìn. Tuttavia inizia a serbare un rancore e una rabbia oscuri che, come dicevo, realmente stanno trasformando parecchio questo personaggio. Questo cambiamento è tra le motivazioni che maggiormente non mi fa vedere l’ora di iniziare l’ultimo libro domani!

In fine, Zafón conferma come sempre il suo essere un’assoluta garanzia. Decisamente 5 stelline pluriconfermate.

Blog Tour: Sorcery of Thorns, Margaret Rogerson – L’Autrice

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Ciao lettori! Eccomi con un nuovo articolo dedicato al Blog Tour di questa nuova uscita. Vi parlerò infatti dell’autrice di Sorcery of Thorns! Prima di iniziare voglio ringraziare Ylenia di Reine des Livres per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia.

Trama

Trovatella allevata in una delle Grandi Biblioteche di Austermeer, è cresciuta in mezzo agli strumenti della stregoneria: grimori magici che sussurrano e sferragliano catene. Se provocati, si trasformano in mostri inquietanti di cuoio e di inchiostro. Ciò cui Elisabeth ambisce è diventare una guardiana, incaricata di proteggere il regno dalle minacce della magia.

Il suo disperato tentativo di impedire l’atto di sabotaggio che libera il grimorio più pericoloso della biblioteca finisce per ritorcersi contro di lei: ritenuta coinvolta nel crimine, viene condotta nella capitale, in attesa di interrogatorio. L’unica persona su cui può fare affidamento è il suo nemico di sempre, il Magister Nathaniel Thorn, con il suo misterioso servitore; ma tutto sembra intrappolarla in una congiura secolare, che potrebbe radere al suolo non solo le Grandi Biblioteche, ma anche il mondo intero.

A mano a mano che la sua alleanza con Nathaniel si rafforza, Elisabeth inizia a mettere in discussione tutto quello che le hanno insegnato sui maghi, sulle biblioteche che ama così tanto, e soprattutto su se stessa. Perché Elisabeth ha un potere che non avrebbe mai sospettato, e un destino che non avrebbe mai potuto immaginare.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 19 Gennaio 2021

Pagine: 444

Prezzo: 22,00€

Margaret Robinson è un’autrice molto misteriosa, cercando in internet ho trovato pochissime informazioni su di lei, fornite da sé stessa, tant’è che non ha nemmeno una pagina di Wikipedia.

L’autrice ha pubblicato attualmente due libri: An Enchantment of Ravens (2017) e Sorcery of Thorns (2019) recentemente pubblicato da Mondadori anche in Italia. Tuttavia sulla sua pagina Goodreads l’autrice ha rivelato che attualmente non sta lavorando a nessun seguito per Sorcery of Thorns, che è uno standalone, ma che in futuro le piacerebbe tornare a scrivere di Austermeer, citando alcuni fatti storici che le piacerebbe includere, come la riforma magia del 1672 e la Golden Age della stregoneria. L’autrice ci fa inoltre sapere che sta attualmente lavorando a un terzo libro, che non è legato a nessuno di quelli già scritti, ma che ancora non è stato scritturato, di conseguenza non sa se verrà mai pubblicato.

Di seguito potete trovare la presentazione che l’autrice ci fornisce sul suo sito, perché in fondo quale modo migliore di presentarvi quest’autrice se non attraverso le sue stesse parole?

Grazie per aver visitato il mio sito web. Sicuramente ti troverai qui perché sono un’autrice. Prima di esserlo sono stata un’assistente di marketing, graphic designer, e artista freelance; e prima di questo ho fatto la specializzazione in antropologia culturale alla Miami University in Ohio, mentre mi occupavo anche di un chiosco di canoe ed ero dipendente in un parco di divertimenti. Se vai ancora indietro dovrò raccontarti alcune storie strazianti su una bambina un po’ selvaggia che mangiava vermi, cacciava api vive e mordeva persona, per cui ti risparmierò i dettagli.

Quando non scrivo puoi trovarmi a disegnare, leggere, giocare, cucinare pudding o a strisciare attraverso i boschi in cerca di rospi o funghi. Mi diverto a collezionare sciarpe strane e guardare più documentari di quanto sia socialmente accettabile (secondo alcuni). Attualmente vivo semplicemente a nord di Cincinnati, in Ohio, ma un giorno mi piacerebbe vivere vicino a una foresta che di notte diventa più scura di quanto dovrebbe e produce strani rumori durante l’ora delle streghe. Mi piacciono tutte le cose strane e inquietanti.