Review Party: Il Prigioniero del Cielo, Carlos Ruiz Zafón

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Ciao lettori! Ultimo giorno di Gennaio e quindi eccomi con la recensione del terzo libro dedicato al cimitero dei libri dimenticati, di cui sto ospitando il gdl insieme ad altre fantastiche ragazze! Non perdete alcun post su Instagram, quindi, perché domani si inizia con l’ultimo! Iniziamo!

Trama

Barcellona, 1957. Daniel Sempere dirige la libreria di famiglia assieme al padre e al fedele Fermín. Una mattina uno sconosciuto compra un’edizione di pregio del Conte di Montecristo e chiede che la si consegni subito a Fermín, con una dedica inquietante. Si aprono così le porte di un passato maledetto e antichi fantasmi tornano a sconvolgere il presente…

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 24 Novembre 2020

Pagine: 300

Prezzo: 22,00€

Vi ricordo che fino a questo volume la mia, più che una lettura, è stata una rilettura. E vi confermo che anche di questo volume ricordavo poco, o meglio lo ricordavo sbagliato. Vi spiego perché: innanzitutto ricordavo che il prigioniero del cielo fosse Julian Carax, e soprattutto che questa fosse una mia supposizione e non che l’identità fosse confermata dal primo momento. In secondo luogo io ricordavo soltanto le vicende che riguardavano il passato di Fermìn, quindi ero convinta che il romanzo parlasse soltanto di quello e non che queste vicende, invece, fossero dei racconti/flashback. In ogni caso la storia di questo secondo volume serve principalmente a dare un bel background a Fermìn, a collegare in maniera più significativa il suo legame con i Sempere, ma in particolar modo a collegare i romanzi della tetralogia. Se non ci fosse questo diciamo che il secondo sembrerebbe collegato soltanto alla lontana, aggiungendo questo volume all’equazione, invece, tutto appare più lineare e significativo. La storia per me è super interessante, segue ancora la narrazione in prima persona del punto di vista di Daniel Sampere con l’aggiunta di flashback, come vi dicevo prima; e gli avvenimenti che ci troviamo davanti sono super curiosi e interessanti, con un finale, poi, che ci fa correre a prendere il seguito (e direi FORTUNISSIMA che la lettura dell’ultimo capitolo della tetralogia inizia domani!

Le descrizioni sono sempre molto accurate. Con Zafón, su questo, ma anche su tanto altro, su TUTTO praticamente, non si sbaglia mai. Sono pochi gli autori che come lui riescono ad evocare determinate atmosfere e scenari nella mente e nel cuore di noi lettori. Ho deciso che alla fine della rilettura/lettura di questa trilogia recupererò assolutamente tutto quello che è di questo autore, e sono stata super felice ed entusiasta di sapere che la Mondadori pubblicherà anche una serie di racconti scritti dall’autore prima della sua dipartita.

Per quanto riguarda l’ambientazione: l’abbiamo detto e ridetto, ci troviamo in una meravigliosa Barcellona degli anni ‘50. Io non sono mai stata a Barcellona, quindi man mano che proseguo con la lettura sto segnando alcuni luoghi che vorrei assolutamente visitare in un mio eventuale viaggio, in modo da poter entrare ancora di più in questa storia che mi ha rapito il cuore.

I personaggi, qui, sono sempre una rivelazione. Abbiamo scoperto numerose cose in più su David Martìn, diciamo più che altro che determinati dubbi che avevamo sono stati confermati. E trovo assolutamente geniale l’idea dell’autore di aver pubblicato i romanzi in questo ordine, poiché secondo e terzo libro si possono leggere anche invertiti, ma sicuramente non avrebbero la stessa magia. Fermìn continua ad essere un personaggio sopra le righe, ma un personaggio molto caro, sempre più caro direi, così caro che ho quasi paura ce lo facciano fuori nel quarto ed ultimo capitolo della tetralogia. Daniel, invece, sta subendo una notevole trasformazione. Il suo lato “simpatico” sostituisce un po’ quello timido, e da questo punto di vista inizia ad assomigliare molto a Fermìn. Tuttavia inizia a serbare un rancore e una rabbia oscuri che, come dicevo, realmente stanno trasformando parecchio questo personaggio. Questo cambiamento è tra le motivazioni che maggiormente non mi fa vedere l’ora di iniziare l’ultimo libro domani!

In fine, Zafón conferma come sempre il suo essere un’assoluta garanzia. Decisamente 5 stelline pluriconfermate.

Review Party: I pirati dell’Oceano Rosso, Scott Lynch

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Ciao lettori! Eccomi oggi con la recensione del secondo capitolo della trilogia dei Bastardi Galantuomini di Scott Lynch. Prima di parlarvene voglio ringraziare ancora una volta Ylenia per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia.

Trama

Dopo un violento combattimento con la malavita che li ha quasi uccisi, Locke e il suo fedele compare Jean fuggono dalla città in cui sono nati e approdano agli esotici lidi di Tal Verrar per curarsi le ferite. Ma neppure all’estremità occidentale del mondo civilizzato possono riposare, e presto tornano a dedicarsi a ciò che sanno fare meglio: rubare ai ricchi e intascare il ricavato. Questa volta il loro obiettivo è oltremodo ambizioso: la torre di Peccapicco, la casa da gioco più esclusiva e più sorvegliata che ci sia. I suoi nove piani attirano una clientela facoltosa, e per giungere fino alla cima servono buon credito, comportamenti bizzarri… e un gioco semplicemente impeccabile. Perché c’è una sola regola importante che Requin, lo spietato padrone di Peccapicco, fa rispettare rigorosamente: chi bara avrà la morte. Per nulla intimoriti, Locke e Jean hanno elaborato una strategia che comprende bugie, trucchi e inganni per tutti e nove i piani… su su fino al favoloso caveau di Requin. Sotto mentite spoglie, compiono la loro meticolosa ascesa verso un obiettivo ormai vicinissimo… Ma qualcuno a Tal Verrar ha scoperto il loro segreto. Qualcuno giunto dal passato, che ha tutte le intenzioni di far pagare ai due sfacciati malviventi i crimini commessi. Ora avranno veramente bisogno di ogni grammo di astuzia per salvare le loro anime prezzolate. E potrebbe non bastare…

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 1 Dicembre 2020

Pagine: 720

Prezzo: 18,00€

La storia inizia in maniera molto particolare, con una scena che ci troveremo poi davanti alla verso la fine del romanzo. Un metodo che adoro per catturare l’attenzione del lettore e mantenerlo vivo e in attesa fino all’arrivo della fatidica scena e capire finalmente perché e cosa stava effettivamente succedendo. Le avventure di Locke e i suoi ragazzi non sono terminate poiché hanno puntato a un altro, gigantesco obiettivo. Tuttavia le cose non vanno come sperato, anzi, probabilmente è difficilissimo, se non impossibile, pensare a un casino maggiore di quello in cui si trovano i protagonisti.

Le descrizioni sono sempre prolisse, in questo secondo volume le ho sopportate leggermente meno rispetto al precedente. Anche se devo ammettere che sono state parecchio utili a farmi capire i vari termini nautici e a non farmi perdere ogni 5 righe di lettura.

L’ambientazione, come dicevo, è leggermente diversa. Oltre ad alcune questioni geografiche però l’argomento non è particolarmente approfondito, oltre alla presenza di due lune. Questo principalmente perché l’autore vuole concentrare l’attenzione principalmente sulle vicende che i nostri protagonisti si trovano ad affrontare, e credetemi se vi dico che sono veramente TANTE. Inoltre ci troviamo in mare, e sarei totalmente naufragata se non avessi imparato insieme a Locke i rudimenti dell’arte di navigare; quindi altro grandissimo punto a favore delle scelte stilistiche e delle tecniche di narrazione di Scott Lynch. Non è la prima volta che leggo di libri ambientati in mare o che almeno ci passavano una parte del tempo, ma è la prima volta che ci capisco qualcosa.

I personaggi sono sempre loro, con qualche aggiunta molto interessante. Diciamo che i pirati sono una compagnia veramente interessante. Una cosa che ho apprezzato molto di questo secondo volume è stata la maggior conoscenza che abbiamo fatto di Locke, abbiamo avuto modo di poter vedere che ha un lato tenero non indifferente, ma anche di comprendere meglio il suo ruolo di sacerdote e credente e del Tredicesimo. Avrei voluto conoscere con questa stessa profondità anche Jean, ma, ahimè, non si può avere sempre tutto dalla vita.

In fine, amo i Bastardi Galantuomini e credetemi se vi dico che non riesco ad aspettare oltre e inizierò subito anche il pluridannato seguito di questo romanzo. Assolutamente 5 stelline.

Blog Tour: Sorcery of Thorns, Margaret Rogerson – L’Autrice

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Ciao lettori! Eccomi con un nuovo articolo dedicato al Blog Tour di questa nuova uscita. Vi parlerò infatti dell’autrice di Sorcery of Thorns! Prima di iniziare voglio ringraziare Ylenia di Reine des Livres per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia.

Trama

Trovatella allevata in una delle Grandi Biblioteche di Austermeer, è cresciuta in mezzo agli strumenti della stregoneria: grimori magici che sussurrano e sferragliano catene. Se provocati, si trasformano in mostri inquietanti di cuoio e di inchiostro. Ciò cui Elisabeth ambisce è diventare una guardiana, incaricata di proteggere il regno dalle minacce della magia.

Il suo disperato tentativo di impedire l’atto di sabotaggio che libera il grimorio più pericoloso della biblioteca finisce per ritorcersi contro di lei: ritenuta coinvolta nel crimine, viene condotta nella capitale, in attesa di interrogatorio. L’unica persona su cui può fare affidamento è il suo nemico di sempre, il Magister Nathaniel Thorn, con il suo misterioso servitore; ma tutto sembra intrappolarla in una congiura secolare, che potrebbe radere al suolo non solo le Grandi Biblioteche, ma anche il mondo intero.

A mano a mano che la sua alleanza con Nathaniel si rafforza, Elisabeth inizia a mettere in discussione tutto quello che le hanno insegnato sui maghi, sulle biblioteche che ama così tanto, e soprattutto su se stessa. Perché Elisabeth ha un potere che non avrebbe mai sospettato, e un destino che non avrebbe mai potuto immaginare.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 19 Gennaio 2021

Pagine: 444

Prezzo: 22,00€

Margaret Robinson è un’autrice molto misteriosa, cercando in internet ho trovato pochissime informazioni su di lei, fornite da sé stessa, tant’è che non ha nemmeno una pagina di Wikipedia.

L’autrice ha pubblicato attualmente due libri: An Enchantment of Ravens (2017) e Sorcery of Thorns (2019) recentemente pubblicato da Mondadori anche in Italia. Tuttavia sulla sua pagina Goodreads l’autrice ha rivelato che attualmente non sta lavorando a nessun seguito per Sorcery of Thorns, che è uno standalone, ma che in futuro le piacerebbe tornare a scrivere di Austermeer, citando alcuni fatti storici che le piacerebbe includere, come la riforma magia del 1672 e la Golden Age della stregoneria. L’autrice ci fa inoltre sapere che sta attualmente lavorando a un terzo libro, che non è legato a nessuno di quelli già scritti, ma che ancora non è stato scritturato, di conseguenza non sa se verrà mai pubblicato.

Di seguito potete trovare la presentazione che l’autrice ci fornisce sul suo sito, perché in fondo quale modo migliore di presentarvi quest’autrice se non attraverso le sue stesse parole?

Grazie per aver visitato il mio sito web. Sicuramente ti troverai qui perché sono un’autrice. Prima di esserlo sono stata un’assistente di marketing, graphic designer, e artista freelance; e prima di questo ho fatto la specializzazione in antropologia culturale alla Miami University in Ohio, mentre mi occupavo anche di un chiosco di canoe ed ero dipendente in un parco di divertimenti. Se vai ancora indietro dovrò raccontarti alcune storie strazianti su una bambina un po’ selvaggia che mangiava vermi, cacciava api vive e mordeva persona, per cui ti risparmierò i dettagli.

Quando non scrivo puoi trovarmi a disegnare, leggere, giocare, cucinare pudding o a strisciare attraverso i boschi in cerca di rospi o funghi. Mi diverto a collezionare sciarpe strane e guardare più documentari di quanto sia socialmente accettabile (secondo alcuni). Attualmente vivo semplicemente a nord di Cincinnati, in Ohio, ma un giorno mi piacerebbe vivere vicino a una foresta che di notte diventa più scura di quanto dovrebbe e produce strani rumori durante l’ora delle streghe. Mi piacciono tutte le cose strane e inquietanti.

Onward: Oltre la magia – Recensione

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Ciao a tutti! Oggi vi parlerò di una delle mie ultime visioni: Onward – oltre la magia. Aspettavo con ansia questo nuovo film targato Pixar, e purtroppo a causa del COVID-19, ho dovuto aspettare la pubblicazione su Disney plus per vederlo.

Trama

Onward – Oltre la Magia, il film d’animazione diretto da Dan Scanlon, è ambientato in un immaginario mondo fantastico, e racconta la storia di due fratelli elfi adolescenti, Ian e Barley Lightfoot. I due abitano un universo in cui i draghi sono animali domestici, gli unicorni vivono liberi, disturbando i quartieri, e in giro è normale vedere troll, gnomi e altre creature dell’immaginario fantasy. Affascinati dalla magia, una volta compiuti entrambi sedici anni ricevono dalla madre un dono molto particolare, che il padre morto aveva riservato per loro: un bastone magico. In allegato c’è anche un messaggio scritto da papà elfo, che li incarica di compiere una preziosa missione: i ragazzi dovranno trovare l’incantesimo che riporterà in vita per un giorno il loro genitore. Ian riesce ad attivare il potere del bastone e a riportare indietro il padre…o almeno una parte di lui, quella inferiore. Nonostante non sappiano nulla di arti occulte, Ian e Barley – e il loro papà a metà – si imbarcano in una straordinaria avventura; infatti, hanno 24 ore di tempo per trovare il modo di vedere il padre “per intero” e scoprire se esista ancora un po’ di magia nel mondo. Riusciranno a trovare quel briciolo di magia che riporterà il loro papà in vita?

È proprio vero che l’attesa aumenta il desiderio, perché il giorno stesso del uscita sulla piattaforma di streaming, ho praticamente divorato Onward e devo dire che mi ha stupito, divertito, ma soprattutto emozionato con un ritmo perfetto. Scusate l’entusiasmo da fanboy Pixar, ma non posso trattenerlo con un film del genere. La storia in parte è un riadattamento, in chiave magica, della vita del regista e sceneggiatore Dan Scanlon; infatti quest’opera è stata dedicata a suo fratello che gli ha fatto da figura paterna durante la sua vita e carriera. Essendo quindi che le vicende raccontate sono basate su esperienze e sentimenti veri, posso confermare che lo si percepisce in ogni secondo di questo magnifico lungometraggio.

Non vi nascondo che ci sono state molte lacrime virili… scherzo piagnucolavo come un bimbo! Fortunatamente il mio povero cuore però è stato graziato, perché la trama non è fatta solo di momenti strappa lacrime, anzi, è stracolma di momenti esilaranti e che strappano grosse risate, in particolare adoro con tutto me stesso la scena del furgone, chi ha visto il film capirà (non vado troppo nei dettagli per evitare spoiler).

Il mondo incantato in cui è ambientato stuzzicherà la vostra curiosità e vi terrà attaccati allo schermo, ciò rende la trama molto fluida e piacevole. Sentirete proprio il piacere della scoperta, e man mano che andrete avanti vi sembrerà di viaggiare con loro.

L’aspetto grafico non è sempre importante, ma in questo caso è veramente fatto bene. I personaggi principali sono caratterizzati alla perfezione in base al loro carattere, ma anche i personaggi secondari sono curati nei minimi dettagli, non potevo aspettarmi altro dalla Pixar. Ho adorato i colori di questo film, e alcune scelte registiche mi hanno realmente sorpreso.

Consiglio vivamente la visione di questo film a tutti, vi emozionerà molto e vi regalerà tanti insegnamenti. A volte non ci rendiamo conto di ciò che abbiamo in questi casi basta scavare dentro di noi e troveremo le risposte.

Bonus: Prima di dirvi il mio ovvio e palese voto per questo film volevo consigliarvi una mini serie sempre su Disney plus intitolata Pixar-dietro le quinte, in particolare vi consiglio l’ultimo episodio che approfondisce la storia di Dan Scanlon e vi svelerà l’intero processo creativo dietro questo magnifico film.

Il mio voto magico per questo film è di 5 pietre della fenice.

Review Party: Assedio e Tempesta, Leigh Bardugo

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Ciao lettori! Eccomi con l’ultima recensione della settimana (forse) dedicata non a una delle mie letture arretrate, ma ad una nuova uscita! Vi parlerò infatti del secondo libro della trilogia di Shadow and Bone. Prima di iniziare voglio ringraziare come sempre Ylenia di Reine des Livres per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia digitale.

Trama

Ricercata per tutto il Mare Vero, perseguitata dal senso di colpa per le vite spezzate a causa sua nella Faglia d’Ombra, Alina, la potente Evocaluce, sta cercando di ricostruirsi una vita con Mal in una terra dove nessuno è a conoscenza della sua vera identità.
Tuttavia, questo dovrebbe averlo imparato, non si può sfuggire al proprio passato. Né, soprattutto, ci si può sottrarre per sempre al proprio destino.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 19 Gennaio 2021

Pagine: 300

Prezzo: 18,90€

La storia di questo secondo volume è molto più movimentata e interessante. Alina, per quanto continui ad essere abbastanza un pedina, non è il personaggio che conoscevamo. È cresciuta e lotta per i suoi ideali, pur dovendo fare sacrifici e trovandosi a rinunciare a elementi importanti della sua vita passata e presente. Ora si trova a comandare e a dover prendere decisioni difficili per se stessa e per gli altri, ma il suo ideale rimane comunque quello di proteggere tutti.

Le descrizioni sono sempre adatte al tipo di narrazione (prima persona) quindi non eccessive perché limitate al punto di vista della protagonista, ma nemmeno superficiali. Ci permettono di captare perfettamente tutte le situazioni che ci troviamo a fronteggiare, così come i diversi ragionamenti e ambienti che ci circondano.

Come ambientazione, nonostante un primo momento di navigazione ci troviamo nuovamente a Ravka, a Os Alta e al Piccolo Palazzo. Non c’è molto da scoprire di nuovo su essa quindi, perché non c’è nessun avvenimento particolare che cambi la geografia o le carte in tavola. Specifico però che con carte in tavola mi riferisco al sistema magico dei Grisha, che rimane immutato, per quanto riguarda la trama invece le carte in tavola vengono cambiate e anche parecchio.

I personaggi restano molto carini. Alina, che nel primo volume mi era piaciucchiata, ma che risultava comunque un po’ scialba, in questo secondo volume ha una rivalsa. Impara a credere un po’ più in se stessa e ad affrontare un po’ meglio le difficoltà. È ancora abbastanza scema eh, non valutiamola troppo positivamente perché continua a fare dei tira e molla che odio come vado – vengo – resto – non resto che io mal sopporto; e allo stesso tempo non è mai chiara con i suoi sentimenti verso Mal e lo tiene un po’ come cucciolotto che sa che troverà sempre anche se, dice, è innamorata, ma poi non si apre e non si esprime e quindi AAARGHH le darei tanti schiaffi. Allo stesso modo anche Mal ricade sempre nei suoi errori, fa di tutto per Alina, ma non quello di cui lei realmente ha bisogno, candendo a sua volta in un vortice di autodistruzione. In questo volume c’è l’introduzione di un nuovo personaggio che HO AMATO e che spero troppo di ritrovare anche nell’ultimo capitolo della trilogia (e che mi ha fatto venire anche troppo voglia di leggere un altro libro- spin off – tosse). Vediamo anche l’Oscuro cambiato e soprattutto vediamo i risultati di quelli che sono stati i suoi movimenti alla fine di Tenebre e Ossa.

In fine, questo volume mi è piaciuto e mi ha preso molto più del primo anche se rimane una certa incompatibilità con la protagonista. Inizio a capire come mai questa trilogia sia tanto portata in alto e sono sempre più contenta di leggerla, finalmente. 4.5 stelline

Prime Impressioni: Hanako-kun e i 7 misteri dell’Accademia Kamome, Aida Iro

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Ciao lettori! Eccomi oggi con un nuovo articolo a tema manga. A dicembre mi sono autosfidata (ovviamente fallendo) e ho provato a leggere tutti i manga fermi in libreria, uno di questi era Hanako-kun, ed essendo un primo volume ve ne parlerò qui sul blog, le recensioni dei successivi le potrete trovare su Instagram, e quando la serie sarà terminata pubblicherò una recensione complessiva e generale qui sul blog! Ma ora bando alle ciance e iniziamo!

Trama

Le Sette Meraviglie sono famose leggende urbane giapponesi e ogni scuola ha le proprie. Tra queste una delle più note è quella di Hanako, il fantasma di una ragazza che i bagni di un certo piano… Anche l’Accademia Kamome ha la sua versione di questa leggenda: le voci sostengono che il fortunato che riuscirà a evocare Hanako con successo, vedrà realizzarsi ogni suo desiderio. Attratte dalla leggenda, molte persone hanno tentato l’impresa. Ma quando Nene Yashiro, con la sua cotta irraggiungibile, cerca l’aiuto di Hanako finisce coinvolta in un’avventura soprannaturale. Diventa l’assistente di Hanako e scoprirà quanto può essere fragile l’equilibrio tra mortali e spettri!

Editore: J-pop manga

Data di Pubblicazione: 14 Ottobre 2020

Pagine: 172

Prezzo: 5,90€

La storia inizia, a mio parere un po’ lenta. All’inizio ci troviamo a sottovalutare Hanako-kun così come la trama in generale, ma andando avanti ci si rende conto che questo tipo di opinione è superficiale, ma sopratutto errata poiché notiamo qualcosa di realmente particolare e interessante verso la metà del primo volume. Inizio quindi dicendovi: niente è come sembra. Anche se ambientata in una scuola e quindi con protagonisti piccolini, questo è uno di quei manga che tratta le emozioni degli umani, la negatività e soprattutto come tutto ciò influisca sul mondo degli spiriti: pane per i miei denti visto che amo questo tipo di storie. In ogni caso ci troviamo agli inizi, le difficoltà che i protagonisti si trovano ad affrontare sono leggere così come è poca la conoscenza che abbiamo dei personaggi e delle figure presenti all’interno della narrazione, perché, sì, non ci sono solo umani e spiriti, ma anche molto altro.

I disegni a me piacciono tantissimo, si può dire che ho iniziato la storia solo per essi poiché mi uscivano spesso su Tumblr facendomi desiderare di poter un giorno vedere o leggere l’opera. Sono cute e intensi allo stesso tempo.

I personaggi sono, per il momento molto semplici, ma già alcune scene ci hanno fatto capire che non dobbiamo abituarci a ciò poiché ci sono molti lati nascosti, ed è proprio quelli che aspetto con più ansia!

In fine, questo manga mi ha incuriosito veramente molto e sicuramente proseguirò con la lettura, attualmente il mio voto è di 5 stelline per questo primo volume!

Serpent & Dove, Shelby Mahurin – Recensione

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Ciao lettori! Sorprendentemente sono riuscita a leggere un paio (due precisi) libri dalla mia libreria e quindi eccomi qui per parlarvene. Il primo di questi è Serpent & Dove, gentilmente offerto dal mio fidanzato poco dopo la sua uscita, e diciamo che la recensione cade proprio a pennello visto che a breve uscirà anche il seguito, Blood & Honey!

Trama

Una strega e un cacciatore di streghe legati nel sacro vincolo del matrimonio. Un amore che gioca col fuoco. Louise le Blanc è fuggita dalla sua congrega e si è rifugiata a Cesarine, rinunciando a ogni forma di magia e vivendo di furti ed espedienti. Perché in quella tetra città le streghe come lei fanno paura. Vengono braccate. E mandate al rogo. Reid Diggory è un cacciatore, ha giurato fedeltà alla Chiesa e da sempre vive secondo un unico, ferreo principio: uccidere le streghe. La sua strada non avrebbe mai dovuto incrociare quella di Lou, eppure un perverso scherzo del destino li costringe a un’unione impossibile: il santo matrimonio. Ma anche se quella tra le streghe e la Chiesa è una guerra antica come il mondo, un nemico crudele ha in serbo per Lou un destino peggiore del rogo. E lei, che non può cambiare la propria natura e nemmeno ignorare i sentimenti che stanno sbocciando nel suo cuore, si trova di fronte a una scelta terribile. Siamo legati a doppio filo dall’amore, dall’onore, o dal fuoco… E l’amore si prende gioco di tutti noi.

Editore: HarperCollins

Data di Pubblicazione: 10 Settembre 2020

Pagine: 528

Prezzo: 17,90€

La storia è narrata in prima persona e segue due punti di vista, quello di Lou e quello di Reid, di conseguenza i capitoli sono alternati, anche se non in maniera precisa. Dal primo momento mi sono trovata super incuriosita e attratta dalle vicende che stavano accadendo, i capitoli dal punto di vista di Lou sono esilaranti, ma ho apprezzato molto anche quelli narrati da Reid. La cosa che più ho preferito è comunque il rapporto tra i personaggi, tra i miei trope preferiti c’è l’hate-to-love quindi non potevo non amare questo romanzo. Oltre a ciò la trama rimane comunque molto interessante, Lou è in costante fuga e ha trovato la soluzione dei suoi problemi in questo matrimonio, anche se i realtà le difficoltà non fanno poi che aumentare e più che essersi liberata dalle sue paure e dai problemi da cui sta fuggendo (non vado nello specifico per non spoilerare) se ne troverà di nuovi, scoprendo anche molti altri retroscena sul suo passato.

Le descrizioni non sono particolarmente accurate, ma non si possono dire nemmeno eccessivamente superficiale; questo ovviamente è dato anche dal limitato punto di vista dato dalla narrazione in prima persona. Questo per me ha rappresentato un po’ una pecca perché, anche se odio le descrizioni eccessivamente prolisse, la mancanza di esse o il modo in cui sono state trattate in questo romanzo ha fatto risultare la narrazione leggermente frettolosa, avrei apprezzato 100/150 pagine in più e qualche scena spiegata meglio!

L’ambientazione è molto semplice in realtà, ci troviamo in una Francia accennata, accentata perché non ci sono particolari accenni al paese o descrizioni dei luoghi, ma soltanto alcuni termini francesi buttati lì un po’ random. Oltre a ciò ci sono due tipi di streghe: Streghe Bianche e Rosse, per le streghe bianche vale una sorta di scambio equivalente, quindi per fare una magia devono rinunciare a qualcosa; mentre per le streghe rosse viene impiegato il sangue della maga mischiato a qualcos’altro per effettuare la magia (ovviamente ogni tipo di miscuglio ha un determinato risultato, ma può essere usato anche il sangue e basta). Tuttavia le streghe sono cacciate da una guardia speciale, ossia gli Chasseur di cui fa parte e ne è il capitano, Reid.

I personaggi sono molto semplici, ma comunque carini e interessanti. Reid è il bigotto che viene mostrato, cresciuto così dall’arcivescovo in persona, è super in imbarazzo verso tutto ciò che concerne la donna e la sessualità, ma allo stesso tempo, pur non avendo mai conosciuto sua madre, ha valori che gli altri uomini non sanno manco cosa siano. Ci troviamo in un’epoca in cui la donna è sottomessa al marito, cito testuali parole “potresti chiuderla in uno sgabuzzino e lasciarla lì per sempre se vuoi”, non si fanno problemi a picchiarle e a trattarle male, tuttavia il primo giuramento, da marito, che Reid fa a Lou è che nessuno più le avrebbe mai fatto del male, e infatti non permette nemmeno a quello che ha rappresentato la figura paterna per tutta la sua vita di metterle le mani addosso. Lou invece la vedo più come una cane randagio, ha passato gli ultimi anni della sua vita a nascondersi, è abituata a diffidare da chiunque quindi il suo modo di approcciarsi alle persone è molto particolare. Si comporta da classica cattiva ragazza, sempre a dire sconcezze e a dare contro chiunque, ma pian piano scopriamo che effettivamente questa è soltanto una copertura e protezione.

In fine, non nego che questo romanzo abbia diversi difetti, ma mi è piaciuto. Ho apprezzato un sacco di elementi di essi, e i vari difetti non mi hanno infastidita troppo, penso che siano facilmente sorpassabili. Non vero l’ora di vedere cosa succederà in Blood & Honey, lo sto aspettando come aspetto la colazione e spero di riuscire a parlarvene presto! Dò quindi un voto di 4 stelline sopratutto per la relazione tra i protagonisti!

Blog Tour: Canto di Natale, Charles Dickens: Il fantasma del Natale futuro

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Ciao lettori! Rieccomi oggi con un nuovo articolo, prevedo una settimana piena quindi restate sintonizzati! L’articolo di oggi è un po’ fuori tema con il periodo in cui ci troviamo perché parleremo in libro che solitamente si legge nel periodo natalizio. Prima di iniziare voglio ringraziare Ylenia di Cronache di lettrici accanite per aver organizzato l’evento e la casa editrice per aver fornito la copia!

Trama

La più celebre storia di Natale, toccante parabola fantastica di Charles Dickens, in un volume meravigliosamente illustrato da Iacopo Bruno.

Editore: Rizzoli

Data di Pubblicazione: 24 Novembre 2020

Pagine: 112

Prezzo: 20,00€

Come vi dicevo prima questo articolo non sarà una recensione, un po’ mi sembrerebbe anche un insulto provare a recensire un classico tanto rinomato. Quindi vi parlerò di uno dei temi affrontati da esso. Per chi conosce a grandi linee l’opera saprete che il protagonista è un uomo molto avaro e insieme una sorta di Grinch del passato, e che a causa di questi lati del suo carattere riceve la visita di tre spiriti che lo aiuteranno a vedere alcune verità che lui non nota. Gli spiriti che lo visiteranno sono: lo spirito del natale passato, lo spirito del Natale presente e lo spirito del natale futuro. Io oggi vi parlerò dello spirito del natale futuro.

Come è intuibile già dal tipo di storia, lo spirito del natale futuro è il terzo che visiterà Scrooge ed è quello che ha il compito di mostrargli come sarà il suo futuro se non dovesse cambiare il modo in cui vive. Questo spirito risulta molto diverso dai suoi colleghi, mentre i primi sono molto gioviali e chiacchieroni questo rappresenta una figura maestosa, sì, ma al contempo oscura e silenziosa nonostante le numerose domande di Scrooge (che infatti ne rimane intimorito). Non conosciamo la fisionomia di questo spettro poiché esso è interamente coperto da un mantello nero, eccezion fatta per una parte di braccio e mano, con la quale indica costantemente al protagonista dove deve porre la sua attenzione. Il futuro che viene mostrato è, ovviamente, un futuro oscuro e ricco di morte, si pensa infatti che lo spirito rappresenta non tanto lo spirito del natale futuro, ma la morte stessa.

Review Party: La Regina del Nulla, Holly Black

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Ciao lettori, come state? Io tutto bene, anche se ammetto che sto un po’ latitando in questo periodo, e mi scuso! Torno oggi, finalmente, con una nuova recensione. Si conclude questa trilogia che ho tanto amato, nonostante i difettucci. Ma bando alle ciance e parliamo subito di quest’ultimo capitolo!

Trama

Lui porterà la corona e il trono alla distruzione Il potere è più facile conquistarlo che mantenerlo: un’amara lezione che Jude ha dovuto imparare sulla propria pelle dopo aver accettato di liberare dal suo controllo Cardan, il re malvagio, in cambio di un potere sconfinato.

Ora la ragazza, Regina degli Elfi esiliata e mortale, ancora sconvolta dal tradimento di Cardan, attende solo il momento in cui potrà riprendersi ciò che lui le ha sottratto.

L’occasione propizia si presenta grazie a Taryn, la sua gemella, la cui vita mortale è in pericolo. Per salvarla Jude sarà infatti costretta a fare ritorno alla corte del re e a fare i conti con i sentimenti che prova per lui.

Ma nulla è come lo ha lasciato. Una guerra feroce è in arrivo e Jude finisce per esserne coinvolta. Quando poi un maleficio potente e fino a quel momento silente si diffonde, generando il panico ovunque, sarà costretta a scegliere tra la sua ambizione e la sua umanità.

Editore: Mondadori

Data di Pubblicazione: 12 Gennaio 2021

Pagine: 264

Prezzo: 18,00€

La storia è migliore, molto, rispetto al secondo capitolo della trilogia che mi aveva parecchio delusa per la frettolosità e i diversi buchi. C’è molta azione, Jude si trova sempre in prima linea, anche se spesso in maniera involontaria, ma questa volta non ci limitiamo a “semplici” (tra virgolette perché nulla ad Elfhame è semplice) intrighi di corte perché ci troveremo ad affrontare una vera e propria guerra. Una cosa che ho apprezzato molto qui, è stato lo spazio maggiore che si è dato alla storia e al passato di Cardan, anche se suppongo che Come il Re di Elfhame imparò ad odiare le storie si concentri maggiormente e soprattutto su di lui. Per quanto riguarda il romanzo che ho appena nominato pensavo e speravo che fosse una storia a parte, una sorta di prequel, ma quando l’ho cercato per acquistarlo (era in super offerta è in lingua) ho visto che viene contrassegnato come quarto libro del principe crudele e quindi boh, aspetto e spero che la Mondadori pubblichi presto anche quello visto il mio immenso amore per Cardan, non si era capito, vero? (Ma adesso posso continuare a parlare di questa storia come una trilogia o devo dire serie? I DUBBIH)

Le descrizioni sono, come al solito con la Black, abbastanza superficiali. La narrazione come negli altri romanzi rimane in prima persona e segue il punto di vista di Jude. Si conferma quindi la mia idea che questo romanzo sarebbe fantastico, uno dei migliori (perché volente o nolente resta tra i miei preferiti nonostante le imperfezioni) se solo ci fossero 200 pagine in più a romanzo. Le cose accadono troppo velocemente, ci sono poche spiegazioni e poche motivazioni date e io ho bisogno di sapere DI PIÙ! Questo difetto causa alcuni buchi di trama e alcune incongruenze tra i personaggi.

I personaggi io, non ci posso fare niente, li adoro, ma mi rendo conto che siano abbastanza poveri. Prendiamo ad esempio Taryn, che senso ha? Per me quella ragazza non è né carne né pesce. Non capisco come faccia Jude a volerle così bene, e soprattutto come faccia a fidarsi così tanto di lei. Io non le farei tenere d’occhio una busta di patatine, figuriamoci darle dei compiti più importanti. Il suo problema maggiore, a mio parere, è che non si capisce mai perché fa qualsiasi cosa, la sua assenza di emozione e di vita è dato dai mille traumi dell’infanzia? È lei quella che ci sta sotto come un treno peggio di tutti tra le tre sorelle o è semplicemente NON caratterizzata? Oppure Cardan, io lo amo e lo amerò sempre, ma in questo capitolo del romanzo l’ho trovato troppo ammansito, ha perso un po’ del suo fascino da bello e dannato, ma solo una goccia perché continuo ad amarlo e a voler leggere il romanzo dedicato a lui. Personaggio preferito di questo volume è sicuramente Heather, leggendo capirete perché, vi dico solo che le darei un bacio in fronte.

In fine, sono troppo sottona per questa serie. Quando il libro è uscito in lingua ho letto una MIRIADE di opinioni negative a riguardo. Ma ora che l’ho letto non riesco a capire perché. Jude è scema? Si! Ma comunque questo non mi fa recensire negativamente il romanzo perché, come i precedenti l’ho adorato, e se proprio devo dirlo, il peggiore della serie per me è il secondo. Sperando in una presta pubblicazione del quarto non posso che dare 4 stelline.